No Tav, il giorno dopo il bliz: "La valle non si arresta"

Il movimento No Tav si riorganizza dopo il blitz della polizia di ieri mattina, con 25 arresti effettuati. Il corteo di domani a Torino viene ripensato e diventa una "protesta vera". Intanto ci si organizza per tenere aperti gli esercizi dei commercianti arrestati, mentre continua a girare l'appello "tecnico" indirizzato a Monti. E ci si inizia a chiedere: "e se fosse un avvertimento a tutti i movimenti sociali?"

No Tav, il giorno dopo il bliz:
È il giorno dopo il blitz della polizia, che ieri mattina all'alba ha effettuato 25 arresti. Il movimento No Tav cerca di riassettarsi. Rivede i propri programmi, cambia scopo alla manifestazione prevista per domani, organizza il sostegno a chi è stato incarcerato. Il messaggio che si vuole inviare al governo è chiaro: “non ci lasciamo intimidire, la protesta non si ferma”. Ieri sera una conferenza stampa ed una fiaccolata sono servite come prima parziale risposta all'intervento della polizia. Nella conferenza, molto partecipata e ricca di interventi organizzata dai comitati al presidio di Vaie, è stato pianificato il cambio di strategia del corteo previsto per domani nelle strade di Torino. Doveva essere una manifestazione allegra e creativa, che mettesse in scena l'allegoria di un “cantiere che non c'è”. Ma l'operazione di ieri ha reso necessario un brusco ripensamento ed il corteo ora assume un'importanza maggiore e dovrà lanciare un messaggio diverso: “la valle non si arresta”. Alberto Perino, uno dei leader No Tav, spiega: “Non sarà più una carnevalata ma avrà un’altra piega e sarà una protesta vera”. Una vera e propria risposta agli arresti che il movimento giudica del tutto immotivati e con scopo essenzialmente intimidatorio. Le coordinate della protesta saranno definite oggi in una riunione dei comitati, che preciseranno percorso, obiettivi e modalità del corteo. Intanto anche gli amministratori e i sindaci che fanno parte del coordinamento delle liste civiche si stringono attorno al movimento e mostrano solidarietà verso gli attivisti incarcerati. Come spiegano in un comunicato: “Facendo riferimento alla nostra Costituzione respingiamo l’uso della violenza come strumento di risoluzione delle controversie ma rivendichiamo come giusto e a volte moralmente doveroso lo strumento della disobbedienza civile di fronte ad atti di profonda illegittimità”. Un importante sostegno per chi, fra gli arrestati, ha una bottega o un negozio, arriva dall’associazione Etinomia (imprese e artigiani per il No Tav), che si impegna a tenere aperti tutti gli esercizi commerciali ricorrendo al lavoro volontario di sostituti. È il caso di Mario, il barbiere di Bussoleno fermato ieri dalla polizia. Già da ieri sera il suo esercizio è stato riaperto. “Non un solo giorno deve chiudere – si legge in un comunicato diffuso dai No Tav - e nella bottega artigianale molti colleghi si alterneranno, donando la loro manualità in attesa del ritorno di Mario che è anche un padre e marito molto amato con tre figli anch’essi no tav”. Intanto trova sempre maggiore diffusione l'appello lanciato da quattro esperti in materia di sostenibilità e trasporti (Sergio Ulgiati, Università Parthenope di Napoli; Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici; Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana; Marco Ponti, Politecnico di Milano) al presidente del consiglio Mario Monti perché blocchi il progetto della linea ferroviaria Torino-Lione. L'appello, da firmare online, è indirizzato esclusivamente a tecnici: docenti universitari, ricercatori di Centri di Ricerca pubblici e privati, professionisti tecnici ed economici. Si tratta infatti di un messaggio che punta sull'insostenibilità sia ambientale che economica del progetto, e dunque necessita di pareri strettamente tecnici. Certo è che, dopo la giornata di ieri, l'esecutivo appare molto convinto riguardo al progetto, sicuro di voler procedere all'allargamento del cantiere e poco propenso a ripensamenti. Per alcuni aspetti, poi, l'attacco al movimento No Tav può rappresentare una sorta di avvertimento a tutti quei movimenti sociali che si battono per i beni comuni, contro le grandi opere, contro le politiche liberiste. Che sia solo l'inizio?

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