Cresce il movimento, il resoconto dell'assemblea nazionale

Più di 350 persone provenienti da 11 Regioni italiane hanno seguito ed animato a Sarzana (La Spezia), il 18 e il 19 Settembre scorsi, le due fittissime giornate di lavori della seconda assemblea nazionale del Movimento Stop al Consumo di Territorio. Un segnale di grande importanza per il futuro dell'attività di questa giovane "Rete".

Cresce il movimento, il resoconto dell'assemblea nazionale
Più di 350 persone provenienti da 11 Regioni italiane hanno seguito ed animato a Sarzana (La Spezia) dal 18 al 19 Settembre scorsi, le due fittissime giornate di lavori della seconda assemblea nazionale del Movimento Stop al Consumo di Territorio: un segnale di grande importanza per il futuro dell'attività di questa giovane 'Rete' che ha voluto confrontarsi a partire da un interrogativo: dopo quasi due anni, dopo che il tema del consumo di suolo è finalmente entrato nell'agenda delle priorità ambientali e sociali della nostra politica nazionale, è ancora il caso di proseguire con la 'forma Movimento', oppure è meglio trasformarsi in Associazione o, semplicemente, chiudere l'esperienza e procedere nella crescita della sola campagna nazionale? La risposta è stata unanime: il Movimento vada avanti e si rafforzi; restando Movimento, mantenendo cioè la propria struttura 'sbarazzina' e priva di organigrammi. Semplicemente, intervenga nella propria organizzazione creando gruppi di lavoro ancor più allargati e incisivi e che comprendano il più possibile rappresentanti di tutte le Province. Con una battuta, alla chiusura dell'incontro assembleare, si è detto: "il Movimento è oggi numericamente grande, facciamolo ora diventare un Grande Movimento". Attualmente, infatti, alla Rete del Movimento nazionale 'Stop al Consumo di Territorio' (nata nel Dicembre 2008) aderiscono circa 20.000 cittadine e cittadini a titolo individuale (nomi e volti sono visibili sul sito web nazionale e ospitati dal social network Facebook con "causa" e "gruppo") ed oltre 200 tra Associazioni e Comitati. Tra questi le principali organizzazioni ambientaliste italiane, che moltiplicano la quota degli aderenti al Movimento in funzione dei loro innumerevoli iscritti. L'incontro di Sarzana si è sviluppato lungo due giornate in cui si sono seguiti quattro laboratori tecnici, tre Tavole Rotonde, tre proiezioni di film/documentari tematici, due monologhi teatrali per le vie della città e oltre 7 ore di assemblea plenaria, che ha ospitato gli interventi di oltre 60 delegati. Come detto, complessivamente hanno partecipato alle due giornate più di 350 persone in rappresentanza di centinaia di Associazioni e Comitati che hanno consentito di mettere assieme i mille 'tasselli' di una mappa del territorio italiano già gravemente compromessa dall'incedere rapido di un avanzare di cemento ed asfalto a danno di terreni agricoli e boschivi, di aree verdi, di spazi sociali: una corsa sempre più fuori controllo... Le migliaia di metri cubi di nuove costruzioni pronte ad essere erette in ogni angolo del nostro paese paiono essere assolutamente in disaccordo con la realtà di una situazione che resta il vero nodo della questione: la necessità di censire con assoluta certezza - Comune per Comune - il patrimonio edilizio già esistente e vuoto/non utilizzato. Dove questo censimento è stato realizzato e dove, parallelamente, si è introdotto un metodo di democrazia partecipata allargato a tutti i cittadini, le comunità si trovano a poter valutare i relativi piani del territorio (del loro territorio ...) alla luce di un dato medio: il 30/40 % del già costruito è abbandonato, dunque perché costruire ex novo? Domanda a cui inizia a seguire una risposta chiara che porta alla ridefinizione dei piani di gestione del territorio/piani regolatori secondo il concetto della 'crescita zero': non si costruisce più nulla, ma si recupera l'esistente. E' questo l'esempio ormai noto e pionieristico di Cassinetta di Lugagnano (Milano), a cui si è ora aggiunto l'esempio analogo del comune di Solza (Bergamo), poco più di 1.900 abitanti, che ha già deliberato la sua 'crescita zero', e di altri municipi che stanno effettuando la medesima procedura. L'assemblea di Sarzana ha anche ribadito la necessità di incalzare le Regioni nel regolamentare in modo serio l'applicazione delle Linee Guida recentemente emanate dalla Conferenza Stato/Regioni per quanto concerne i nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli, proseguendo con vigore l'importante campagna nazionale 'Sì al fotovoltaico, ma non su terreni liberi' che il Movimento Stop al Consumo di Territorio ha lanciato nel Novembre dello scorso anno e che ha contribuito in modo determinante nel rendere palese la criticità della legislazione in materia attualmente in vigore. Infine, l'assemblea ha anche deciso di attivarsi rapidamente per ostacolare il recente provvedimento del Governo sul 'federalismo demaniale', attraverso il quale nei prossimi mesi si rischia una certa 'svendita' di considerevoli Beni collettivi dallo Stato agli Enti Locali che, date le ristrettezze finanziarie, saranno invogliati e costretti a cederli ai privati con varianti nella destinazione d'uso ed ovvie, conseguenti, speculazioni a danno del Bene Comune. Nelle prossime ore dalla segreteria nazionale del Movimento inizieranno a circolare i primi report di sintesi delle principali decisioni adottate e dei mille spunti su cui confrontarsi, studiare, agire, proseguire le campagne nazionali in corso. Sul sito www.stopalconsumoditerritorio.it verranno progressivamente pubblicate le documentazioni analitiche e le registrazioni degli interventi tanto della lunga assemblea plenaria quanto delle sessioni tematiche e delle Tavole Rotonde, a cui hanno partecipato tra gli altri il presidente di Slow Food, Roberto Burdese, il fondatore e presidente dell'Istituto Doxa Ennio Salamon, il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, l'autore de "La Colata" Marco Preve, sociologi, psicologi, architetti, urbanisti, giornalisti e, ovviamente, i rappresentanti di quel vasto arcipelago dell'ambientalismo e dell'altraeconomia che ha ormai definitivamente inserito il consumo di suolo/territorio tra gli aspetti più rilevanti di una critica - severa - all'attuale modello economico-sociale imperante e basato, appunto, sulla crescita ed i consumi. Un modello che ha ormai mostrato i suoi limiti. E che mille segnali di esperienze virtuose, già in atto, dimostrano di poter superare.

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