di
Andrea Degl'Innocenti
23-04-2012
I nuovi treni dell'alta velocità tedesca non andranno più a 300 km/h ma a "soli" 250. La minore velocità riduce i costi di produzione e manutenzione delle vetture e delle linee ferroviarie, aumenta l'efficienza e comporta aumenti nei tempi di percorrenza davvero irrisori. Eppure in Italia l'ipotesi non è neppure presa in considerazione e si continua ad aumentare velocità e costi.
“Chi va piano va sano e va lontano”, dice il vecchio adagio popolare. Pare che in Germania gli abbiano prestato ascolto. I loro treni veloci infatti, se non proprio andar piano, dovranno perlomeno rallentare. Dagli attuali 300 chilometri orari si passerà entro breve ad un massimo di 250.
A dare l'annuncio è stato Rudiger Grube, presidente delle ferrovie tedesche, che in un'intervista al periodico Wirtschaftswoche ha dichiarato: “Per la Germania la velocità di 250 chilometri all'ora è più che sufficiente, tanto più che le tratte dove gli Ice (InterCityExpress, ndr) possono raggiungere i 300 all'ora sono solo due: Colonia-Francoforte e Norimberga-Ingolstadt”.
I motivi della scelta, dopo gli anni di progressivi aumenti della velocità voluti da Hartmut Medhorn, predecessore di Grube, sono sia economici che logistici. I treni meno veloci infatti sono meno costosi da costruire e da mantenere, e lo stesso discorso vale per le linee ferroviarie. Inoltre treni più lenti favorirebbero, a detta di Grube, sia il rispetto degli orari che quello delle coincidenze, riducendo i ritardi dovuti al traffico.
Secondo il periodico tedesco, anche la società francese Sncf sarebbe intenzionata a seguire la stessa linea, rinunciando al previsto aumento della velocità dei Tgv, che doveva passare da 320 a 350 chilometri orari.
Ciò che ha convinto i tedeschi a prendere la decisione – preceduta, a quanto riporta Grube, da accese discussioni ai vertici della società – è anche il fatto che l'aumento dei tempi di percorrenza resta nell'ordine di pochi minuti praticamente su tutte le tratte.
In un articolo sul Sole 24 Ore Andrea Malan ha calcolato quanto tempo in più impiegherebbero i treni italiani se subissero le stesse riduzioni di velocità da 300 a 250 km/h. Sulle due tratte più lunghe percorribili ad alta velocità, Tavazzano-Modena (150 km) e Roma-Napoli (200 km), l'aumento sarebbe rispettivamente di sei e otto minuti. Per andare da Milano a Roma, o viceversa, dato che non tutta la tratta è percorribile ad alta velocità, la perdita di tempo sarebbe compresa fra 5 e 10 minuti.
È evidente che parliamo di tempi irrisori, se comparati all'aumento dei costi legato alla maggiore velocità. Eppure qui da noi l'idea di ridurre la velocità non viene neppure presa in considerazione. In un paese sull'orlo del baratro, in cui si fanno tagli alla spesa pubblica, si aumentano le tasse e le accise, quello dell'alta velocità sembra restare un tabù.
Accade piuttosto il contrario: i nuovi treni commissionati da Trenitalia a Bombardier e Ansaldo Breda, secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato Mauro Moretti, raggiungeranno la velocità di 360 chilometri all'ora.
D'altronde si sa, ai nostri governanti piace fare le cose in grande: se dobbiamo schiantarci contro un muro, è bene farlo col piede schiacciato sull'acceleratore.
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