"Boschi toscani: una scomoda verità": documentario pubblico e il WWF si mobilita

A Firenze si è svolta sabato 30 novembre una importante iniziativa organizzata dal WWF della Toscana. In una sala gremita da oltre 140 persone presso la Biblioteca delle Oblate si è tenuta la proiezione del documentario “ Boschi toscani: una scomoda verità”. Questo documentario è una testimonianza fondamentale che aiuta a comprendere lo stato attuale delle foreste e dei boschi toscani.

A Firenze si è svolta sabato 30 novembre una importante iniziativa organizzata dal WWF della Toscana. In una sala gremita da oltre 140 persone presso la Biblioteca delle Oblate si è tenuta la proiezione del documentario “ Boschi toscani: una scomoda verità”. Questo documentario è una testimonianza fondamentale che aiuta a comprendere lo stato attuale delle foreste e dei boschi toscani. Ce lo spiegano in modo chiaro e significativo, attraverso le loro interviste, due importanti ricercatori e tecnici forestali; il dottor Alessandro Bottacci, dalla lunga esperienza che lo ha visto anche alla guida del Parco nazionale delle foreste casentinesi e alla guida del reparto biodiversità dei Carabinieri Forestali, e il dottor Fabrizio d’Aprile, docente e ricercatore forestale esperto di gestione boschiva e cambiamenti climatici. A loro si affiancano nel documentario le figure di volontari del WWF e tanti “protagonisti” normalmente non tenuti in considerazione, che dei boschi e nei boschi ci vivono. Si tratta di Guide Ambientali Escursionistiche, proprietari di aziende agricole e fattorie, fungaioli, semplici cittadini, che la politica è abituata a mettere in secondo piano quando si affronta la gestione boschiva, e vengono messi in secondo piano a vantaggio di chi vede il bosco esclusivamente come una massa di legname da sfruttare tagliando alberi e ogni tipo di vegetazione, con il solo scopo di fare un guadagno rapido e immediato. Sono le ditte di tagliatori, con la loro fame di biomasse, che vengono messe al posto d’onore dalla politica regionale. Dietro di loro si muove una filiera insensibile e feroce fatta di motoseghe, ruspe, grandi macchinari, centrali a biomasse, camion. Una economia che fa crescere il PIL ma uccide il futuro di territori e comunità, che minaccia la terra stessa. La politica asseconda tali pressioni con una legislazione totalmente permissiva e sbilanciata in favore dello sfruttamento industriale e su vasta scala del territorio. Le leggi sono a dir poco inadeguate a fronteggiare i cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico e la salvaguardia della biodiversità che le foreste contengono.
Al termine della proiezione del documentario sono intervenuti in sala il professor Federico Selvi e il professor Alessandro Chiarucci, entrambi profondamente preoccupati dai rischi che corre la biodiversità delle foreste e dai rischi ecologici su vasta scala che i tagli a raso, operati nel governo a ceduo dei boschi, stanno producendo e produrranno sempre più su colline, montagne e valli. I dati sono molti e testimoniati da numerose ricerche e pubblicazioni, cui i volontari del WWF hanno cercato di dare risalto per aprire le menti ad una politica miope e fortemente condizionata che oggi non fa nulla per proteggere i boschi della Toscana. E dunque il WWF lancerà una serie di proposte molto forti nei confronti degli assessori regionali competenti e della giunta regionale tutta. Tali proposte sono già in parte state espresse nel documentario e nel dossier di accompagnamento, che in oltre 80 pagine inoppugnabili affronta tutti i temi caldi della gestione forestale dando anche delle proposte importanti per il legislatore. Eccone qui alcune: portare al 50% la superficie dei boschi ad alto fusto entro il 2030; tutelare i corsi d’acqua e i boschi ripari bloccare gli incentivi alle biomasse; tutelare il sottobosco; sanzioni più alte e maggiore presenza degli enti autorizzativi sul campo; riduzione della supercie massima tagliata a ceduo a 5 ettari consecutivi; gestione naturalistica in senso conservativo di tutto il patrimonio forestale pubblico; regolamentazione dei mezzi di esbosco e tutela dei sentieri e delle strade storiche.
Adesso dunque non resta che diffondere il documentario e fare pressione sulle istituzioni pubbliche, a partire proprio dalla Regione. Chissà che a Natale non arrivi un regalo per il futuro dei nostri boschi.

QUI il dossier scientifico che accompagna il documentario

Qui il documentario ora pubblico


 

 

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