«Un vero e proprio “disegno criminoso”, un'operazione portata avanti da vari fronti d’interesse del mondo scientifico, politico, amministrativo, associazionistico e di settore “al fine di conseguire enormi guadagni attraverso finanziamenti, brevetti, speculazioni connesse alla trasformazione del territorio” – e ancora – “un enorme raggiro ai danni delle popolazioni pugliesi, in particolare della comunità degli agricoltori”»: sono le parole con cui il Comitato Ulivivo esordisce nella dura nota che ha seguito la lettura pubblica degli atti della polizia giudiziaria tenutasi mercoledì 26 marzo durante la conferenza “Xylella, allo stato dei fatti” organizzata dal Comitato Olivicoltori e Cittadini Conca Barese insieme al Comitato Ulivivo e tenutasi al Castello Normanno Svevo di Sannicandro, con il patrocinio del Comune.
«Per anni siamo stati accusati, per esserci opposti agli abbattimenti, di aver agevolato la propagazione del batterio – affermano i rappresentanti del Comitato Ulivivo – oggi si scopre invece che la scoperta della “Xylella è di gran lunga antecedente alla data dichiarata ufficialmente”. Si legge, infatti, nei documenti della PG che la presenza del batterio è stata “tenuta nascosta dal 2005 al 2013, in quanto i responsabili scientifici, amministrativi e politici hanno dovuto organizzarsi attraverso strutture, apparati tecnici e normativi al fine di conseguire enormi guadagni attraverso finanziamenti, brevetti, speculazioni connesse alla trasformazione del territorio”».
«Un giro d’affari milionario tenuto in piedi da monitoraggi manipolati, una narrazione mediatica allarmistica idonea a fomentare una “strategia dell’emergenza”, del vero e proprio “terrorismo psicologico”, specie attraverso i numeri delle piante infette in contrasto con le statistiche emerse dai dati ufficiali. Dai fascicoli della PG emerge un quadro inquietante» proseguono dal comitato.
«“La normativa prodotta – prosegue la PG – trascura l’impatto ambientale e sociale derivante dall’eradicazione e non considera i principi basilari sui quali si regge la protezione del diritto dell’ambiente, pur considerato tra gli scopi essenziali della Comunità ed esigenza imperativa. Non si è lasciato spazio a metodi alternativi alla distruzione degli olivi e non si è voluto approfondire quanto l’uso indiscriminato degli erbicidi abbia contribuito ad impoverire il suolo”» si legge nella nota del comitato.
«L’obiettivo finale appare sempre più definito: mentre da un lato i soggetti del mondo politico, scientifico e associazionistico di categoria più volte menzionati dalla PG si spartiscono fiumi di soldi pubblici – afferma il Comitato Ulivivo – dall’altro si liberano terreni, si creano nuovi spazi da destinare a colture e trasformazioni urbanistiche, agrovoltaico, campi da colf, colture intensive… prima impedite dagli olivi secolari. Tutto ciò avviene come conseguenza della narrazione dell’emergenza che da oltre un decennio in Puglia ha permesso di calpestare i diritti anche costituzionali di un intero popolo. “Se si scoprisse che Xylella è una componente del complesso del disseccamento rapido dell’olivo, ma non il primo agente causale, tutta la politica di gestione della batteriosi salterebbe immediatamente – scrive la PG – pochi in Italia stanno lavorando per appurare questo dato, in quanto l’attuale indiziato numero uno rende molto di più, per la ragione che è un patogeno appartenente alla lista di quelli da quarantena”».
«Ora che il vaso di pandora è stato scoperchiato non possiamo più chiudere gli occhi – conclude Ulivivo – è necessario e urgente che la cittadinanza pugliese venga a conoscenza delle menzogne perpetuate in questi anni e alla luce di questo inizi ad agire di conseguenza, tornando a prendersi cura della propria terra e dei propri amati ulivi».
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