Ho lasciato la città e con questa ho dovuto rinunciare forzatamente anche a cose per me importantissime; era tanta la voglia di vivere in un modo più naturale e non dover soddisfare le frustrazioni che la cosiddetta “vita moderna” ti impone, seguendo le mode consumistiche imposte da coloro che gestiscono il dio danaro.
Oggi mi accorgo del succedersi delle stagioni grazie al rinnovarsi dei fiori, dei profumi, dal ridestarsi dei ghiri che abusivamente abitano e pullulano rumorosamente il mio sottotetto e non più dalla quantità di smog presente nell'aria o dalle ore di accensione, spesso inutile, dell'impianto di riscaldamento centralizzato.
Finalmente gestisco la mia vita quotidiana seguendo i ritmi naturali, certo più faticosi ma che a fine giornata ti fanno sentire magicamente felice.
Vi sembrerà poco ma provate a riflettere: riuscite agevolmente a stabilire quanti gradi di temperatura sono effettivamente necessari nel vostro alloggio durante l'arco della giornata; è possibile rinunciare ai 20 e più gradi quando in casa non ci siete? Mantenere i 18 gradi ed arrivare agevolmente ai 20 accendendo il camino con la vostra legna? Vi giuro che provo una vera, sana e profonda soddisfazione accorgermi che non sto buttando via i soldi in combustibile che magari ha fatto il giro del mondo per giungere a noi, che non sto inquinando più del necessario e che quei soldi che ho risparmiato posso magari arricchire la mia persona in un viaggio tra popoli e culture diverse dalla mia.
Mi accompagnano in questa felice avventura, con amorevole fedeltà, i miei due cani, Zaccaria, indomito e guerriero cane corso, e Mafalda, bastardella presa in un canile siciliano che ha un unico scopo nella vita: MANGIARE, chissà cosa ha patito.
Pensavo che Zaccaria, 50 chili, avrebbe potuto, se solo avesse ascoltato i suoi atavici istinti, ingurgitare in un sol boccone Mafalda ma questa, da vera femmina, lo ha stordito e lo sottopone ad ogni tipo di vessazione, rubandogli il cibo, mordicchiandolo alle fauci pendule e lui corre da me affinché io intervenga a difenderlo, a lui, che quando passa qualche estraneo sulla strada mi sembra un orso scatenato, un puma ferito!
Loro mi hanno insegnato ad essere fiero nel modo giusto, forte al momento opportuno e tollerante sempre; loro, i cani, pur essendo consapevoli di questa loro forza, mi accolgono sempre come il loro capobranco, modificando il loro comportamento pur, spesso, non comprendendo o condividendo il mio da umano.
Insomma posso ritenermi felice con un unico rammarico, il non aver avuto prima la possibilità di realizzare tutto ciò, ovvero aver avuto tempo sufficiente per dedicarmi esclusivamente a questo; allevare asini per tentare percorsi di onoterapia, allevare capre, oche, non certo allo scopo di macellazione, ma per vivere in un modo più naturale evitando i modelli frustranti imposti.
Ho ancora qualche mese da lavorare prima della pensione e non vedo l'ora. A 54 anni, credo di avere ancora abbastanza vigore fisico per realizzare almeno in parte i miei sogni agresti ma, ed è questo il punto per cui scrivo, vorrei fare ancora un passo avanti...e mi spiego.
Riflettevo su quanto mi ha detto un ottuagenario Pierin, che abita in una borgata vicino alla mia che, nonostante sia affetto da gravi patologie, forse un tumore ed altri più o meno gravi acciacchi, ha la buona abitudine, quando passa vicino al mio eremo (casa), di fermarsi e chiedermi se io ho bisogno di qualcosa!
Un giorno, mentre combattevo la mia personale guerra contro i rovi nel mio bosco di circa 14 mila metri, con la coda dell'occhio l'ho intravisto immobile sul ciglio della strada che mi guardava, o meglio, si vedeva che il suo sguardo era rivolto in un altro universo, un'altra dimensione spazio-temporale; mi sono avvicinato a lui, temendo per la sua salute e lui, ridestandosi, senza attendere la mia parola mi ha detto:
“...un tempo qui c'era la vigna e poco più giù il pascolo con tanti animali...laggiù seminavamo il grano...era tutto ordinato... non eravamo certo ricchi ma tutti mangiavamo....uno faceva il fieno per l'inverno, chi il pane, chi la carne e dallo scambio di questi beni tutti avevamo tutto e noi bambini avevamo la forza di andare, ogni giorno, a scuola a piedi, svegliandoci alle 5,30. Al nostro ritorno aiutavamo nei lavori di campagna...eravamo felici...”
Questa semplice narrazione mi ha aperto nuovi orizzonti, avrei voluto dire a Piero che se avessimo fatto anche oggi così così certo non avremmo incrementato il PIL, e che forse non erano veramente felici visto che faticavano così tanto. Non avevano connessioni a banda larga, né TV satellitare, non chattavano, non avevano auto o una luccicante moto. E lo spread, allora, com'era lo spread??
Eppure Piero mi ha detto che erano felici e ci credo dal suo sorriso che ancora oggi ha conservato nonostante tutto.
Perché non possiamo esserlo anche oggi?
Perché non posso valorizzare il mio bosco e riservarne una parte per produrre ortaggi o qualsiasi altra cosa che sostenga l'essere umano?
Perché non vedo persone che, come faccio io, raccolgono la legna abbandonata, di qualsiasi dimensione, per scaldarsi risparmiando portafoglio ed aiutando l'ambiente?
Insomma, mi piacerebbe che la terra ritornasse ad essere quello che era e che ancora oggi è, un valore?
Mi piacerebbe trovare persone alle quali piace questo stile di vita e con cui condividere il frutti della terra, valorizzare la forza della natura e provare la soddisfazione di donare un chilo di zucchine piuttosto che un'insalata o un cavolo, dopo che magari ne abbiamo mangiato sino a saziarci abbondantemente, ad una famiglia caduta nella disgrazia della cassa integrazione o disoccupazione o ad uno straniero in terra straniera privato anche del diritto di una sana alimentazione.
E' possibile.....credo proprio di si.....facciamoci avanti....se vi sono persone SERIE nei pressi di dove abito io, Piemonte, nel canavese....scrivetemi, dulcissimus@yahoo.it
LUIGI, dulcissimus@yahoo.it
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di LUIGI23-03-2015
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