Recupero di borgate abbandonate per cambiare vita.
L'Italia è ricca da nord a sud, isole comprese, di borghi e villaggi abbandonati, realtà che attendono semplicemente l'attenzione di volenterosi affinché siano strappate all'oblio e riportate a nuova vita. Mi chiedo come sia possibile che a fronte della miriade di annunci e manifestazioni di volontà di cambiare vita spesso non si sia giunti a concretizzare alcunché. Sono anni che mi guardo attorno, cerco contatti e segnali di voglia e volontà di darsi da fare ma mi pare che al di là di annunciare le proprie intenzioni bucoliche non si vada. Qual'è la ragione? I soldi sono forse il requisito che i più ritengono sia imprescindibile, addirittura più della motivazione. Una convinzione che mi pare assurda se guardo alcuni casi esemplari di recupero nei quali il più importante strumento di valore utilizzato non sono i soldi ma la forza interiore del gruppo che si traduce in atti materiali. Un caso recente che mi ha colpito è quello di Laturo, piccolo villaggio abbandonato nei monti della Laga (Abruzzo) nel quale un gruppo di coraggiosi ha dato il via ad un progetto di recupero riuscendo a restaurare 2 case (per ora). Il fatto eccezionale è che il restauro, effettuato dagli stessi coraggiosi, è stata un'impresa titanica in quanto il borgo è isolato da resto del mondo essendo privo di strade percorribili con mezzi convenzionali ed è raggiungibile unicamente a piedi o con fuoristrada attrezzati. E' evidente che quando si desidera fortemente qualcosa tutto è possibile, non esistono ostacoli che possano frapporsi al raggiungimento dell'obbiettivo. Forza di volontà e condivisione di intenti da parte del gruppo: non sono richiesti altri requisiti. Ma allora se questa affermazione può essere considerata valida, quali sono gli impedimenti che ostacolano l'aggregazione, l'individuazione e la condivisione di un progetto, la sua messa in opera? Cosa impedisce il passaggio dalla teoria di un ideale alla sua concretizzazione?
Sicuramente non c'è un'unica risposta, mi viene da pensare che fra le tante motivazioni ci sia l'idea che nonostante il malessere nel vivere quotidiano si pensa di avere delle certezze che potrebbero venire meno facendo il "salto" (vedi il detto "chi lascia la strada vecchia per la nuova.....").
Chiedo a chiunque legga la presente di farsi avanti e proporre il proprio progetto oppure manifestare il proprio interesse anche solo al fine di avere uno scambio di opinioni a riguardo, o per raccontare la propria esperienza.
Per quanto mi riguarda posso dire che da tempo mi sono indirizzato a ricercare situazioni ottimali in contesti ambientali di particolare fascino (non intendo i classici paesaggi da cartolina delle noiose località turistiche) per realizzare un'attività di ospitalità turistica unitamente ad attività agricola, culturale ecc. Un progetto che vede il recupero genuino dell'antico secondo i principi dell'edilizia sostenibile (ristrutturazione con i materiali originali per quanto possibile e impiego di soluzioni ecocompatibili); un progetto volto ad andare oltre i consueti schemi propri del turismo mordi e fuggi; un progetto finalizzato in ogni caso e prima di tutto a riappropriasi del proprio tempo e della propria vita: tempo per se stessi e vita vera, valori che mi accorgo vanno a sgretolarsi lentamente giorno dopo giorno.
Non sarebbe una cattiva idea realizzare uno spazio di incontro virtuale su web, una piazza dove far convergere idee per un confronto costruttivo, con materiale, documentazione, foto ecc, al fine di giungere alla realizzazione degli intenti. Attualmente mi pare che regni solo dispersione, confusione e.... pubblicità a più non posso; non è facile andare alla ricerca di fonti, notizie, materiale, progetti e idee, si finisce spesso per concludere la ricerca con una deludente rinuncia.
Ringrazio per l'attenzione e mi scuso per questo che più che un annuncio sembra essere uno sfogo!
Sandro
SANDRO, sandero_73@libero.it
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di SANDRO02-06-2016
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