Una tassa per gli speculatori: 1000 economisti scrivono al G20

"È tempo di una Robin Hood Tax per far pagare la crisi anche agli speculatori". Mille economisti scrivono una lettera ai ministri finanziari del G20 e a Bill Gates per chiedere l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF).

Una tassa per gli speculatori: 1000 economisti scrivono al G20
Mille economisti provenienti da 53 Paesi hanno scritto una lettera ai ministri finanziari del G20 e a Bill Gates per chiedere loro di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) il cui gettito possa finanziare le politiche di lotta alla povertà globale, il contrasto ai cambiamenti climatici e il supporto alle persone che stanno subendo gli effetti della crisi economica innescata dalla finanza speculativa. La lettera è stata consegnata ai ministri delle Finanze del G20 in occasione del meeting dei ministri stessi che si svolge a Washington. Il testo è stato consegnato anche a Bill Gates, fondatore della Microsoft che, attraverso la sua Fondazione, si è impegnato in prima persona per proporre al G20 opzioni innovative per trovare risorse economiche per finanziarie le politiche di sviluppo e di contrasto ai cambiamenti climatici. La lettera dei mille economisti è l’ultimo segnale in ordine di tempo che testimonia la crescente mobilitazione internazionale a sostegno dell’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, richiesta a gran voce anche dai Governi francese e tedesco e dal Parlamento Europeo. Professori provenienti da molte delle principali università di tutto il mondo – tra cui Harvard, Oxford, Cambridge, La Sorbonne, Berkeley, Kyoto - hanno firmato la lettera. Tra i firmatari appaiono: Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute, Colombia University e consigliere di Ban Ki Moon, segretario generale delle Nazioni Unite; Tony Atiknson, ricercatore senior al Nuffield College, Università di Oxford; Dani Rodrik, Professore di Economia Politica ad Harvard; Ha Joon Chang di Cambridge e Christian Fauliau, ex economista senior della Banca Mondiale. 99 sono gli economisti italiani che hanno sottoscritto la lettera (il testo della lettera e la lista dei firmatari è pubblicata su www.zerozerocinque.it) Questi mille economisti uniscono così la loro voce a quella di altri economisti di fama mondiale che già da tempo hanno lanciato appelli e proposte a favore dell’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, tra cui i premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz. Nella lettera si legge: “È tempo di applicare una tassazione sulle transazioni finanziarie. La crisi economica creata dalla finanza speculativa ha mostrato in modo evidente i pericoli connessi a una finanza senza regole e il patto tra il settore finanziario e la società reale è stato rotto. È ora di riannodare questo patto e di chiedere al settore finanziario che in questi anni si è arricchito a dismisura di dare qualche cosa indietro alla società”. “Anche con un livello di imposizione molto contenuta, pari per esempio allo 0.05%, questa tassa potrebbe generare un gettito di centinaia di milioni di dollari l’anno e frenare gli eccessi della speculazione. La Gran Bretagna già applica una tassa dello 0,5% sulle transazioni azionarie senza che questo abbia avuto effetti negativi sulla competitività della City di Londra”. Leonardo Becchetti, Professore Ordinario di Economia Politica presso l’Università di Roma Tor Vergata, tra i firmatari italiani della lettera, dice: “La tassa sulle transazioni finanziarie è il metro sul quale la storia giudicherà l’umanità della nostra civiltà. È arrivato il momento di capire se la nostra scala di priorità è così distorta da rifiutare il principio che chi ha risorse per operare sui mercati finanziari deve contribuire almeno in minima parte al finanziamento di quei beni e servizi pubblici gravemente eroso dalle conseguenze della crisi finanziaria. Risponde ad un criterio elementare di giustizia per il quale non si vede perché i più deboli debbano pagare le conseguenze di una crisi che non hanno in alcun modo provocato. Si tratta di un segnale importante di cui potrebbero giovare non solo i cittadini, le istituzioni e il settore produttivo non finanziario ma anche il sistema bancario, che rischia di essere penalizzato da risposte regolamentari alla crisi che invece di colpire in modo selettivo le operazioni finanziarie più rischiose penalizzano l’erogazione del credito al settore produttivo”. La raccolta delle firme in calce alla lettera, che include firmatari da 18 paesi del G20, è stata promossa da una coalizione internazionale di organizzazioni umanitarie, religiose, ambientaliste e sindacali mobilitate da mesi per chiedere l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Andrea Baranes, portavoce della coalizione Italiana ZeroZeroCinque, dice: “Alla voce della società civile, che da mesi chiede al G20 di approvare una tassa sulle transazioni finanziarie, si somma adesso quella di oltre 1.000 esperti di economia di tutto il mondo. Ci auguriamo che l'autorevolezza e la competenza di un numero così grande di economisti possano finalmente convincere i decisori politici della validità e dell'urgenza di questa misura”. Un recente sondaggio svolto in sei Paesi europei da YouGov per conto di Oxfam ha rilevato che la maggioranza dei cittadini europei è a favore della tassa. Gran Bretagna: 51% favorevoli, 19% contrari Germania: 53% favorevoli, 24% contrari Francia: 51% favorevoli, 22% contrari Spagna: 67% favorevoli, 15% contrari Italia: 59% favorevoli, 18% contrari Paesi Bassi: 38% favorevoli, 25% contrari
(Fonte: sondaggio realizzato da You Gov per conto di Oxfam)

Commenti

Fino ad ora Non ho ancora visto una tassa risolvere un problema , ma non ho dubbi che le vie del signore siano infinite.
l'Ignorante, 22-07-2011 06:22

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