16 morti in tre giorni: gli insostituibili schiavi immigrati che piacciono ai consumatori

In tre giorni nel Foggiano sono morti sedici braccianti extracomunitari perché coinvolti in incidenti con camioncini che li trasportavano. Ora, proviamo per un momento a immaginare che nei campi ci siano solo italiani...

16 morti in tre giorni: gli insostituibili schiavi immigrati che piacciono ai consumatori

Immaginiamo per un momento che nei campi sotto il sole a lavorare per qualche euro trattati come bestie non ci vadano gli immigrati schiavi ma solo gli italiani ariani. Ammesso di trovare dei bianchi italici disposti a fare quel lavoro, difficilmente lavorerebbero per pochi spiccioli e da schiavi.

Si rivolgerebbe ai sindacati, inizierebbero delle lotte, chiederebbero un miglioramento delle condizioni di lavoro, i media farebbero grandi servizi, trattandosi di nostri compatrioti e in breve tempo probabilmente otterrebbero  paghe più alte e condizioni di lavoro migliori. Su cosa peserebbe alla fine tutto questo? Sul costo dei prodotti che la stragrande maggioranza delle persone compra nei supermercati. Ma cosa vuole la stragrande maggioranza delle persone quando va al supermercato? Spendere il meno possibile. Quindi cosa succederebbe? Le persone si arrabbierebbero molto vedendo salire i prezzi di tanti prodotti dato che la cornucopia di alimenti che straborda dai supermercati è in grandissima parte prodotta da schiavi e da imprese strangolate dalla grande distribuzione che fa il bello e il cattivo tempo.  E dato che i soldi, per tante persone, sono la cosa più importante della vita, ci sarebbero rivolte e pesanti proteste della gente che non può più comprare a pochissimo quello che comprava prima in grande quantità (per poi buttarne una parte, ma questa è un'altra storia).

Si potrebbe provare a spiegare a queste persone che, se vogliono che il cibo sia pagato il giusto ai lavoratori, non può costare quasi niente. Ma la gente se ne fregherebbe, è abituata a spendere poco per comprare da mangiare (e anche per tanti altri prodotti) e per nessuna ragione al mondo vorrebbe tornare indietro.

Tra l’altro in quella situazione il cibo biologico (già oggi se comprato direttamente dal produttore è competitivo) e i prodotti pagati il giusto ai lavoratori diventerebbero immediatamente competitivi. Quindi i primi a sapere che migliorare la situazione degli schiavi comporterebbe scelte impopolari, sono proprio i politici, in prima fila quelli che fanno del razzismo il loro obiettivo principale. Gli schiavi quindi servono eccome e servono proprio come vengono trattati adesso, anche perché intervenire significherebbe smontare la mafia del caporalato che da nord a sud lucra sugli schiavi. E tanti lavorano per quella mafia che altrettanti voti veicola. Cambiare una situazione drammatica come quella degli schiavi che lavorano per noi e riempiono i supermercati di prodotti, non è politicamente vantaggioso, anzi sarebbe un boomerang come descritto sopra.

I politici di fronte ai morti si indigneranno, diranno che bisogna fare questo e quello, che bisogna applicare le leggi, le tutele e bla, bla, bla ma si guarderanno bene dal cambiare veramente la situazione perché cambiarla vorrebbe dire mettere in discussione il sistema di feroce sfruttamento su cui tutta la nostra società è basata.

Possiamo comprarci tanti prodotti a basso costo solo perché qualche schiavo li produce lontano dagli occhi e lontano dal cuore. Ma queste cose non ve le diranno, nessuna politica verrà mai veramente fatta in questa direzione, significherebbe costruire una società veramente giusta, sana e rispettosa dell’ambiente e degli inalienabili diritti delle persone a prescindere dalla loro nazionalità. Una politica del genere non fa andare al potere nessuno, quindi non si agirà in questo senso. Non cambierà nulla, tutto continuerà come prima, gli schiavi resteranno tali e oltre a morire nei campi e nelle strade, saranno anche oggetto dell’odio della gente, visto che con qualcuno bisogna pur sfogare le frustrazioni della propria vita da criceti che corrono dentro la ruota. E se quelli con cui prendersela sono l’ultima ruota del carro, meglio così, si picchia ancora più forte.

Per cambiare realmente la situazione, si possono fare due cose. Comprare il più possibile prodotti dove è provato che ai lavoratori viene dato un giusto compenso, sono tutelati i loro diritti e tutelato l’ambiente. Quindi non comprare tutti gli altri prodotti dove questa certezza non c’è. Agendo in questo modo si orienteranno sempre più ditte a dare diritti ai lavoratori e paghe eque in tutta la filiera, perché è quello che chiedono le persone che acquistano quei prodotti. Inoltre, per rendervi conto di cosa significa, provate poi a lavorare anche solo un giorno in estate sotto il sole raccogliendo frutta o ortaggi e forse avrete una percezione più chiara di chi fa lavori simili. E mentre fate quel lavoro pensate che vi verranno dati pochi euro, vivrete in baracche in condizioni disumane, dove si  soffre il caldo o il freddo a seconda delle stagioni, dove se cercate delle lamiere per ripararvi, vi fanno il tiro a segno e vi ammazzano come cani, dove per portarvi al lavoro vi ammassano in furgoncini fatiscenti e senza nessuna sicurezza, dove i caporali vi fanno pagare un panino e una bottiglietta d’acqua come se li compraste a bordo del Frecciarossa.  E tutto questo dopo aver rischiato la vita nel vostro paese, nel deserto, nei centri di tortura libici e in mare. Alla fine sarà un miracolo se non odierete il genere umano per il resto della vostra esistenza.

 

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