Nella ridda di dati, informazioni e proclami di questi giorni, ci dicono che l’Italia è stata blindata per la paura che gli ospedali non potessero reggere l’urto di tante persone che avrebbero chiesto supporto circa il coronavirus. Quindi viene logico chiedersi: ma la sanità è stata messa in grado di fronteggiare adeguatamente questa crisi? Dai dati dell'Osservatorio Gimbe e da quello che sta succedendo sembrerebbe proprio di no, visto che in dieci anni sono stati tagliati ben 37 miliardi di euro e adesso ne paghiamo le conseguenze.
Forse abbiamo tagliato la sanità perché abbiamo investito in ambiente, in prevenzione, in cibo sano o simili? Figuriamoci, questi sono argomenti totalmente sconosciuti. Ma che la sanità fosse già in condizioni difficili prima del coronavirus ce lo dicono innumerevoli resoconti da ogni parte d’Italia. Ora tutti a dire che bisogna vincere la battaglia, che bisogna farcela e non possiamo che essere d’accordo; ma dov'era questa gente, in primis i politici, quando tagliavano le spese alla sanità? Perché nessuno ne chiede conto? Come se i pesantissimi disagi che subiamo siano solo frutto di una maledizione.
In Italia ci sono sprechi di soldi di tutti i tipi, pubblici e privati, la abbiamo sempre fatto presente. Oltre all'esistenza della corruzione, ci sono anche cifre enormi spese per cementificazioni, autostrade, opere faraoniche che diventano cattedrali nel deserto, oltre a scelte che riteniamo inconcepibili e assurde, come le spese per gli aerei militari F35 che ci costeranno vari miliardi di euro. O forse gli F35 si scaglieranno sul coronavirus bombardandolo? Può darsi che ci sentiremo dire anche questo da chi difende spese del genere. E che dire della TAV in Val Susa, dove si sono già buttate montagne di soldi? Nonostante sia stato certificato ufficialmente che è un costo enorme e senza nessun ritorno che giustifichi tale spesa, si prosegue lo stesso perché il paese deve crescere, non si deve fermare, in barba a qualsiasi numero, logica ed emergenza. Ma quei soldi adesso non sarebbero serviti molto più opportunamente per la battaglia che si dice la più terribile dai tempi della guerra? Quanti ospedali si sarebbero potuti finanziare, quanti operatori sanitari si sarebbero potuti assumere con i soldi degli armamenti, con i soldi della TAV e mille altre spese assurde? Quanto sarebbero stati utili gli oltre 18 miliardi che con incredibile ostinazione regaliamo ancora ai combustili fossili? Regalati ad aziende che hanno ricchezze stellari mentre i nostri ospedali sono al collasso. Ringraziamo quei partiti e quei politici che quando bisogna spendere per l’ambiente e la salute ripetono il solito mantra: non ci sono i soldi, quando non è assolutamente vero, i soldi ci sono per alcune cose e per altre no. E dire adesso che si investiranno miliardi di euro qui e lì, richiamare operatori sanitari in pensione, ingaggiare giovani medici, è la tipica politica in cui gli italiani sono campioni mondiali assoluti, cioè chiudere le stalle quando tutti i buoi sono ampiamente scappati.
Se si fosse agito con lungimiranza e saggezza ci saremmo molto probabilmente risparmiati una situazione pazzesca dove l’incapacità, l’ipocrisia, l’incompetenza non sono meno letali dello stesso coronavirus. Fondamentale che si dia assistenza a chiunque stia male, encomiabile è lo sforzo di chi supporta le persone malate e ovviamente ci auguriamo che si esca al più presto da questa situazione, ma se non si vuole ricadere nuovamente in disastri simili è necessario cambiare rotta e capire che le priorità sono quelle della tutela delle persone, non degli affari di questo o quel potentato economico o politico che sia.
Speriamo che una volta "passata la nottata" non si ricominci tutto come al solito sprecando soldi pubblici a palate, perché sarebbe veramente l’ennesimo trionfo dell’idiozia, laddove lo spirito di sacrifico, la generosità e capacità del popolo italiano devono supplire ancora una volta l’incoscienza di una politica inadeguata e senza scrupoli.