Abbiamo accettato di mangiare cibo avvelenato
Abbiamo accettato di bere acqua avvelenata.
Abbiamo accettato di respirare aria avvelenata.
Abbiamo accettato di lavorare in luoghi artificiali facendo sempre le stesse inutili, noiose, insensate attività.
Abbiamo accettato di spendere la nostra esistenza di fronte a degli schermi piuttosto che di fronte a esseri vivi.
Abbiamo accettato di vivere in città orrende di asfalto e cemento, inquinate, stressanti, in cui il concetto stesso di vita è un lontano ricordo.
Abbiamo accettato di indebitarci e spendere cifre ingenti per poter comprare quello che comprano gli altri.
Abbiamo accettato di credere che se non compravamo quello che ci diceva la pubblicità eravamo poveri.
Abbiamo accettato di chiuderci in casa a tripla mandata perché la fuori c’è solo pericolo.
Abbiamo accettato di cancellare il concetto di comunità e rimanere da soli contro tutti.
Abbiamo accettato di dare il termine amicizia a emeriti sconosciuti virtuali.
Abbiamo accettato di essere solo merce nelle mani degli esperti di algoritmi.
Abbiamo accettato di dare qualsiasi nostra immagine in pasto al mondo senza alcuna vergogna.
Abbiamo accettato di inquinare mezzo pianeta per passare qualche giorno di vacanza in paesi esotici.
Abbiamo accettato di fare lavori dannosi per noi, gli altri e l’ambiente.
Abbiamo accettato di perdere tutti i diritti in cambio di un'auto nuova, una vacanza di lusso, un televisore grande come una parete.
Abbiamo accettato di dare ai soldi il primo e unico posto nella nostra vita.
Abbiamo accettato di far definire la nostra personalità da un vestito, un orologio, un profumo.
Abbiamo accettato di essere educati e far educare i nostri figli dalla televisione prima e dalla televisione e il cellulare poi.
Abbiamo accettato di non chiederci perché i nostri figli dovessero stare chiusi e immobili in quattro mura a imparare nozioni dalla dubbia utilità per i più vivaci anni della loro vita.
Abbiamo accettato di delegare qualsiasi scelta fondamentale della nostra vita a esperti prezzolati.
Abbiamo accettato di non preoccuparci affatto delle conseguenze delle nostre scelte .
Abbiamo accettato di non pensare mai, se non raramente e solo per beneficenza, al grido di dolore della gran parte dell’umanità che anche grazie a quello che abbiamo accettato si dibatte tra disperazione, miseria, guerra e fame.
Abbiamo accettato di mettere i nostri soldi in banche, assicurazioni, fondi di investimento che li usano in tutti i modi possibili per rendere il mondo un luogo pessimo e invivibile.
Abbiamo accettato che la natura, gli animali, gli habitat venissero distrutti irreparabilmente senza che questo ci interessasse.
Abbiamo accettato di fare dei nostri paesi delle discariche a cielo aperto.
Abbiamo accettato di fare del mare ovunque un tappeto di rifiuti .
Abbiamo accettato di non vedere, non sentire, non parlare.
Abbiamo accettato che la libertà fosse scegliere fra un'automobile blu e una rossa.
Abbiamo accettato di credere alle pubblicità quindi di essere trattati da persone incapaci di intendere e di volere.
Abbiamo accettato di eleggere persone che palesemente, pervicacemente e costantemente ci danneggiano e ci prendono in giro.
Se ora il sistema che ci ha offerto tutto questo, e che noi abbiamo accettato, ci offre una roulette russa con tanto di firma del consenso, per quale motivo dovremmo indignarci?
Se della libertà, dei diritti, della coscienza, della conoscenza, della tutela del nostro ambiente, quindi della nostra casa e della nostra salute, non ci è mai interessato granchè, per quale motivo ora dovremmo stupirci di chi, forte del nostro coma profondo, passa all’incasso completo?
Non è il naturale, ovvio, assolutamente prevedibile epilogo di tutte le nostre scelte?
In fondo si tratta solo di aver accettato troppe volte la drammatica banalità del male.
Iniziare a non accettare più è la strada verso un mondo e una vita che abbia un futuro degno di questo nome.