Un accordo internazionale per aggiornare il Protocollo di Göteborg

Unione europea, Norvegia, Svizzera e Stati Uniti d'America rivedono al rialzo gli obiettivi del Protocollo di Göteborg, l'accordo siglato nel 1999 per la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Oltre a zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca, per la prima volta i vincoli riguardano anche le polveri sottili.

Un accordo internazionale per aggiornare il Protocollo di  Göteborg
Nel 1979, a Ginevra, vedeva la luce la Convenzione sull'inquinamento atmosferico attraverso le frontiere a lunga distanza, cui oggi aderiscono 46 paesi. Nel 1999, seguiva la ratifica del protocollo di Göteborg, relativo alla riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico, con l'obiettivo di muovere un primo passo per tutelare ecosistemi minacciati da concentrazioni eccessive di sostanze inquinanti. Nel mirino del documento c'erano, in particolare, biossido di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca e composti organici volatili, con target di riduzione delle emissioni diversificate in base all'impatto sulla salute e sull'ambiente sperimentato dai diversi paesi firmatari e una serie di misure di abbattimento da realizzare entro il 2010. Target e misure che l'Ue ha deciso di rendere più ambiziosi, in vista del 2020, traguardo di una serie di politiche in tema di ambiente - dall'energia alla biodiversità, passando per il cambiamento climatico – che l'Europa punta a realizzare nel decennio in corso. Insieme all'Unione, a rivedere le decisioni del '99, anche Norvegia, Svizzera e Stati Uniti, che hanno affidato ad un accordo internazionale l'aggiornamento degli obiettivi del protocollo: una riduzione di circa il 60% rispetto ai livelli del 2005 per lo zolfo, un taglio del 40% e del 30%, rispettivamente, per gli ossidi di azoto e per i composti organici volatili, meno 6% per l'ammoniaca. In più, questa volta le parti hanno concordato di intervenire anche sul particolato, con una riduzione del livello di polveri sottili del 20% rispetto al 2005. Nei negoziati si è fatta strada infine un'altra proposta, su cui l'Europa è stata finora restia ad intervenire: la regolazione del 'carbon black', o nerofumo, considerato tra i contribuenti al cambiamento climatico e responsabile, secondo le stime della Ong Practical Action, di circa un milione e 600mila decessi ogni anno. Un passaggio importante, ha sottolineato il commissario europeo per l'Ambiente Janez Potočnik, che ha aggiunto: “Per la prima volta, abbiamo un accordo internazionale che riconosce il nesso tra inquinamento atmosferico e cambiamento climatico”. Ma l'aggiornamento di Göteborg potrebbe condurre anche ad altri progressi: secondo il ministro danese per l'ambiente Ida Auken (la Danimarca detiene fino a giugno la presidenza di turno dell'Ue, ndr), con l'accordo si è aperta la strada per un'ulteriore riduzione delle emissioni anche al di fuori degli stati firmatari. Ai negoziati hanno infatti partecipato anche altri paesi della commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (UNECE), tra cui la Federazione Russa, il Canada, l'Ucraina, la Georgia, che potranno ratificare l'intesa nei prossimi anni. Già nella formazione attuale, comunque, si avrebbero buoni risultati: secondo le stime dell'Ue, se pienamente attuato, il protocollo porterebbe la dimensione dell'area con livelli eccessivi di acidificazione dai 93 milioni di ettari registrati nel 1990 a 15 milioni di ettari.

Commenti

Regolamentare le "polveri" emesse in atmosfera? A sentire quelli delle "scie chimiche" ma anche semplicemente guardando un po' in su mi sembra che l'andazzo sia del tutto differente.
spartan3000it, 10-05-2012 02:10

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