di
Laura Pavesi
12-09-2012
È entrato in vigore dal 1° settembre 2012 in tutta Europa il divieto di vendita delle lampadine ad incandescenza, anche per le ultime lampadine rimaste in circolazione sul mercato. Da oggi in poi, nelle case dei cittadini europei le lampadine tradizionali devono lasciare il posto a quelle alogene, ai led e a tutte le lampadine a basso consumo energetico.
Dal 1° settembre 2012 è entrato in vigore, in tutta Europa, il divieto di vendita delle lampadine ad incandescenza, anche per le ultime lampadine rimaste in circolazione sul mercato. Con l'uscita di scena dei modelli ad incandescenza con una potenza compresa tra i 25 e i 40 watt, infatti, si chiude il processo di eliminazione delle vecchie lampadine iniziato già dal 2009.
La scomparsa dal mercato delle lampadine ad incandescenza, infatti, è l’applicazione di una Direttiva europea del 2009, che aveva messo al bando i modelli tradizionali al fine di ridurre consumi elettrici e rifiuti. In quell’anno, la Commissione europea aveva avviato un piano di incremento dell'efficienza luminosa suddiviso in varie tappe.
Le prime lampadine ad incandescenza a scomparire dal mercato sono state quelle da 100 watt (già dal settembre 2009), seguite da quelle da 75 watt e da 60 watt, sino ad arrivare alle lampadine da 25 a 40 watt, le ultime rimaste in commercio.
L'obiettivo di questa direttiva non è solo limitare le emissioni di CO2, ma anche ridurre i rifiuti generati da questo tipo di lampadine. Le lampadine a basso consumo, infatti, oltre a favorire il risparmio energetico, hanno una durata maggiore di quelle ad incandescenza riducendo, di conseguenza, la produzione di questa tipologia di rifiuti: si consuma meno elettricità e si producono meno rifiuti.
Da oggi in poi, nelle case degli italiani (e di altri 450 milioni di cittadini europei) le lampadine tradizionali devono lasciare il posto a quelle alogene, ai led e a tutte le lampadine a basso consumo energetico. L’applicazione definitiva della Direttiva europea dovrebbe portare, entro il 2020, ad un risparmio energetico equivalente al consumo di 11 milioni di famiglie all'anno, e ad una riduzione annua delle emissioni di CO2 di 15 milioni di tonnellate, secondo i dati forniti dalla stessa Commissione Europea.
Rispetto alle lampadine ad incandescenza, i nuovi modelli sono molto più efficienti, consumano fino all’80% in meno e, a parità di consumi, producono molta più luce. Si calcola che l’eliminazione delle lampadine ad incandescenza abbasserà i consumi elettrici per l’illuminazione delle case italiane da 7 miliardi di kWh/all’anno a circa 2,1 miliardi di kWh/anno.
L'unico vantaggio delle lampadine incandescenti tradizionali era il loro prezzo ridotto, ma, afferma Altroconsumo, il fattore-prezzi è ormai superato da tempo. L’associazione, infatti, sottolinea come la differenza che esisteva tra il prezzo delle lampadine ad incandescenza e quelle a basso consumo, è ampiamente compensato dalla salvaguardia ambientale e dalla riduzione dei rifiuti.
In commercio, continua Altroconsumo, esistono diverse alternative alle lampadine ad incandescenza e tutte hanno un buon rapporto qualità-prezzo:
- le lampadine alogene, che forniscono più luce delle vecchie lampadine e durano tra le 2.000 e le 4.000 ore;
- le lampadine fluorescenti compatte [1], che producono una luce equiparabile a quella delle lampadine ad incandescenza, ma consumano fino a 5 volte meno e la loro durata oscilla tra le 6.000 e le 10.000 ore;
- i led, che riducono di 8 volte le emissioni di CO2 e diminuiscono la produzione di sostanze tossiche. La loro durata è di circa 50.000 ore.
Anche se i prezzi sono ancora piuttosto alti, tutte le lampadine a basso consumo hanno raggiunto una buona 'maturità tecnologica' e in bolletta il risparmio c’è, come comprovano i test di Altroconsumo. Secondo l’associazione, nel giro di qualche mese, il costo è ampiamente ammortizzato.
Nel medio e lungo periodo, quindi, è una scelta che sicuramente paga a livello globale, sia grazie alla minore emissione di CO2 in atmosfera, sia grazie alla minore produzione di rifiuti.
Note
1. Va ricordato che le lampadine fluorescenti compatte, quelle conosciute come "a risparmio energetico", contengono una minima quantità di mercurio (circa 5 milligrammi), elemento tossico per le persone e per l'ambiente. Perciò, se una lampadina dovesse rompersi, è importante adottare alcuni accorgimenti: aerare la stanza per almeno 5-10 minuti, riporre i frammenti in contenitori ermetici (ad es. un vaso di vetro col coperchio) e portarli alle piazzole ecologiche del proprio Comune, affinché vengano smaltiti correttamente, oppure - se previsto dal negoziante - riportarle al punto vendita in cui sono state acquistate.
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