Anni fa, la lettura di Adesso Basta di Simone Perotti mi colpì in modo particolare, sottolineai praticamente tutto il libro. C’erano una quantità di affermazioni assolutamente condivisibili e corrette condensate in meno di duecento pagine, più che in intere enciclopedie di sociologia. Soprattutto c’era una lucida analisi della situazione, tipica di chi non ha ideologie, partiti o preconcetti da difendere.
Un brillante ex manager in carriera, con una notevole capacità di analisi, aveva capito molte cose della società odierna e di come uscire dalla prigionia senza sbarre che viene offerta a chi accetta di farne parte. Simone lascia la Milano da bere in cui non si può che affogare e salpa verso lidi di libertà inseguendo i suoi sogni e passioni.
La particolarità è che Simone non scrive solo il libro e poi continua a puntellare il sistema, così come fanno tanti che lo criticano servendosi poi però di ciò che lui dice; lui cerca di uscirne, cerca di costruirsi una reale alternativa. Realizza il suo sogno di libertà e allo stesso tempo diventa testimone di una possibilità di vita diversa da quella da cui proveniva, dimostrando che è possibile fare ma soprattutto essere diversamente. Utilizza le sue competenze comunicative per allargare il suo messaggio e farlo diffondere il più possibile. Gli scrivono in migliaia per dirgli che ha maledettamente ragione anche se poi pensano che fare il passo (spesso dandosi degli alibi) sia troppo difficile. Alcuni lo criticano pesantemente, gli dicono che lui se lo poteva permettere, che è un fighetto che se ne va in barca a vela. Puntualmente e pazientemente, Simone smonta tutti questi luoghi comuni e attacchi, tipici di chi vede il compagno di cella fuggire e lui, che non ne ha la forza, il coraggio, forse nemmeno veramente la voglia, inizia a inveire contro il fuggiasco. Simone aveva tutto da perdere: carriera, soldi, onori e li ha persi ma guadagnandoci la vita. Molto difficile decidere di cambiare quando hai tutto da perdere piuttosto che quando non hai niente da perdere, anche per questo le balle sui soldi, sul radical chic, nel suo caso reggono poco.
Adesso Basta ha intercettato un disagio diffuso che non accenna a diminuire, se è arrivato a vendere circa 100 mila copie ed è giunto alla 19ima edizione, cosa che per un saggio, in un paese di teledipendenti che non leggono, è un fatto assolutamente clamoroso.
La società si sta sgretolando e una bella picconata l’ha data Simone, uno degli ex costruttori di quella stessa società che conosce bene e da vicino, anche per questo la sua testimonianza ha un grande valore.
Parafrasando un'affermazione del libro, farci credere che lavorare come pazzi per spendere soldi, per comprare cose che non ci servono davvero, per impressionare persone che non si amano, sia lo scopo della nostra esistenza, è il più grande incantesimo in cui siamo caduti ed è allo stesso tempo il totale fallimento della società dei consumi ormai alla deriva senza più alcun senso e valori.
Adesso basta è un tassello fondamentale per un reale e profondo cammino di cambiamento perché è vero, puntuale e prezioso, oltre che scritto magistralmente da un eccezionale narratore come pochi.