Abbiamo incontrato Giovanni Leoni, imprenditore agricolo parmigiano che ci ha raccontato del suo progetto: l'Agrivillaggio. Un’idea nata circa quindici anni fa, che mira ad unire stili di vita sostenibili, convivialità e progressi tecnologici all’interno di un unico insediamento umano. Non una piccola fortezza separata dal mondo, ma il primo nodo di una rete che, si spera, potrebbe presto nascere.
Agrivillaggio® è una visione nata dal pensiero lungimirante di Giovanni Leoni, imprenditore agricolo parmense che, nonostante l’attaccamento alla sua terra ed alle sue radici, ha avuto modo di viaggiare in ogni angolo del globo.
Il progetto, da lui ideato, consiste nella creazione di un villaggio immerso in un parco agricolo. I 250.000 mq dell’Azienda Agricola Leoni Igino del signor Leoni, situati nella località Vicofertile del Comune di Parma, saranno “riordinati funzionalmente al sostentamento alimentare, energetico e sociale degli abitanti delle sessanta unità immobiliari unifamiliari che vi verranno costruite”.
Le abitazioni saranno progettate seguendo la tecnologia della casa passiva domotica, il fabbisogno energetico del villaggio sarà soddisfatto dalle energie rinnovabili, mentre la maggior parte delle necessità alimentari degli abitanti potranno essere coperte da prodotti ottenuti dalla coltivazione del terreno circostante, destinato appunto all’agricoltura. Previste anche molte attività sociali e servizi agli abitanti.
Quella di Leoni e dell’Agrivillaggio è una visione di vita in comunità basata sulla condivisione, sulla sostenibilità e sull’autosufficienza energetica ed alimentare. Che, a differenza degli altri ecovillaggi, presenta una novità: l’integrazione di agricoltura ed urbanistica, portando l’alimento al centro di tutto.
“Nessuno di essi (gli ecovillaggi, ndr) parte dall’alimentazione”, afferma Leoni: “Tutti improntano la loro ricerca sulla socialità e la spiritualità dei rapporti. In parole povere mettono al centro di tutto l’uomo. Questo perché la maggior parte di essi è nata negli anni ’70/’80: anni di grande fermento politico e sociale. Le difficoltà di quel ventennio erano differenti da quelle odierne, oggi è il problema alimentare ad aver guadagnato l’attenzione generale. Tutti ci siamo accorti che le risorse naturali da cui attingiamo indiscriminatamente non sono infinite, e continuando di questo passo presto si esauriranno.”
Quella dell’Agrivillaggio è un’idea nata circa quindici anni fa, quando Leoni, durante uno dei suoi viaggi, incontrò a Chicago le opere di Frank Lloyd Wright, architetto noto soprattutto per le sue teorie innovative. L’architetto americano, infatti, già negli anni ’50 affermava che: “Il disordine sociale ed economico del nostro tempo è strettamente legato all'eccesso di accentramento delle masse”. Uno stile di vita improntato sul benessere, quello promosso da Wright, al quale si devono unire, per Giovanni Leoni, i progressi oggi raggiunti sia nella produzione di cibo che di energia pulita.
Il progetto nasce dalla passione di Giovanni per la saggistica. Infatti, oltre alle teorie urbanistiche di Frank Lloyd Wright (espresse soprattutto nel libro del 1958 La città Vivente), i pilastri teorici su cui si poggia questa inusuale scelta imprenditoriale sono le teorie economico-sociali di autori come Jeremy Rifkin e Maurizio Pallante, ma non solo. “Sono stato ispirato dal modello industriale della Kawasaki Town”, afferma l’agricoltore emiliano: un sistema “rivolto allo sfruttamento delle economie di scala e atto a evitare qualsiasi spreco, considerando l’operatore successivo della catena di produzione come un cliente a tutti gli effetti”. Un modello industriale che, l’imprenditore di Vicofertile vuole rendere urbanistico, ora che la pianificazione dell’Agrivillaggio è stata avviata.
Il progetto più importante dell’Agrivillaggio è sicuramente quello produttivo: “L’uomo consuma in nove mesi quello che la natura produce in dodici, accumulando ogni anno un debito spaventoso col Pianeta. Il paradosso è che una grossa percentuale delle risorse finisce inutilizzata nelle discariche. Non sfruttare più risorse di quelle che la natura produce ed eliminare gli sprechi sono le nuove sfide che dovrebbero coinvolgere ognuno di noi. Se si produce una mela, che si cominci a mangiare quella! Sarebbe già un bel traguardo”. L’obiettivo dell’imprenditore di Vicofertile è quello di produrre per l’autosostentamento di cinquecento persone. Il surplus di prodotti, invece, sarà destinato alla vendita nel negozio, aperto a tutti, che sarà situato all’interno dell’azienda agricola.
Sono 50 gli ettari di superficie coltivabile, ma Leoni prevede di coltivarne solamente 25, conservando il resto della superficie coltivabile per una futura produzione agricola. Una produzione che verrà organizzata in piccoli appezzamenti di terra, da cui si cercherà di ottenere prodotti di altissima qualità, sia per gli abitanti dell’Agrivillaggio che per chiunque possa esserne attratto dall’esterno. Prevista inoltre una serra di mille metri quadri, riscaldata a biogas agricolo. E molta importanza è data già ora (visti i tempi naturali necessari) all’impianto di frutteti che, secondo le previsioni, verrà completato con le risorse che deriveranno dalla vendita delle sessanta unità abitative previste.
Tutto ciò, unito all’integrazione produttiva degli orti che saranno ubicati tra un’abitazione e l’altra, potrebbe rendere autosufficiente l’insediamento per più del 70% dei prodotti freschi. Oltre ai vantaggi economici in termini di risparmio, si punta ovviamente alla creazione di un modello sociale in cui produttore ed acquirente, quando non saranno la stessa persona, vivranno fianco a fianco sullo stesso territorio: una garanzia in più per la qualità dei prodotti e la sicurezza alimentare. In aggiunta alla drastica diminuzione di pesticidi utilizzati e rifiuti prodotti che un tale sistema comporterà.
Un occhio di riguardo è riservato anche alla formazione dei più piccoli, già avviata da alcuni anni presso l’azienda agricola di Giovanni Leoni, che afferma: “se le verdure fanno bene alla salute e i bimbi non le mangiano è solo un problema culturale, non genetico. È la formazione che porta i bambini a preferire la cioccolata alle carote. In questi anni di attività di fattoria didattica, ogni volta che le scuole elementari sono venute a trovarci, ho portato le classi a raccogliere carote direttamente dal campo, poi tutti assieme le abbiamo pulite e mangiate. I bambini si sono divertiti e non le hanno rifiutate”.
Per la realizzazione dell’Agrivillaggio Leoni si è avvalso della consulenza di professionisti del settore e professori universitari. Della progettazione architettonica se ne occuperà la professoressa Agnese Ghini, docente della Facoltà di Architettura dell’Università di Parma; la programmazione della produzione agricola, che si baserà sulle esigenze nutrizionali degli abitanti del villaggio, sarà invece curata dalla professoressa Nicoletta Pellegrini, docente della Facoltà di Agraria dell’Università di Parma e responsabile della Società Italiana di Nutrizione Umana (S.I.N.U.) per la regione Emilia Romagna.
Al mosaico creato pazientemente da Leoni nel corso di questi quindici anni manca solo un tassello, ora che il piano strategico di espansione della città sulla zona di Vicofertile è già stato confermato: l’approvazione da parte del Comune di Parma. Si spera che la lungimiranza del progetto non sia eccessiva per gli enti locali odierni, troppo spesso concentrati sull’edificazione 'vecchio stampo', fatta da inefficienti villette a schiera, palazzi e capannoni, invece che sulla creazione di quartieri autosufficienti. E sostenibili sotto ogni punto di vista.
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