di
Andrea Degl'Innocenti
12-03-2012
Alberto Perino, uno degli esponenti storici del movimento No Tav, risponde alla segretaria della Cigl, Susanna Camusso, che in un'intervista al Corriere della Sera ha definito la Torino-Lione un'opera fondamentale per rilanciare l'occupazione. Lo abbiamo intervistato.
La segretaria della Cigl Susanna Camusso aveva provato a spostare la questione sul fronte dell'occupazione. “C'è un disperato bisogno di investimenti” aveva dichiarato nello spiegare la sua posizione favorevole alla Tav, altrimenti “anche una buona riforma, non creerà occupazione”. Abbiamo contattato Alberto Perino, leader storico No Tav, la cui replica non si è fatta attendere: “dalle piccole opere pubbliche utili si creerebbe un'occupazione ben otto volte superiore”.
Una risposta secca, che mette a nudo i giochi politici della sindacalista. Intervistata dal Corriere della Sera, la Camusso aveva risposto così alla giornalista che le domandava cosa ne pensasse della partecipazione No Tav al corteo della Fiom di sabato scorso: “Penso che la Cgil debba avere un giudizio netto. Del resto la nostra posizione favorevole alla Tav l'abbiamo espressa al congresso: il Paese ha un disperato bisogno di investimenti”.
“Dopodiché – aveva aggiunto come a smorzare l'impatto sociale delle proprie dichiarazioni - sarebbe meglio avere regole su come si decide. E comunque va ricostruito il dialogo: è impensabile fare i lavori per anni con la valle contro”.
Parafrasando, il significato che la segretaria Cigl attribuisce al termine dialogo si riduce a qualcosa come convincere i valsusini che la Tav si deve fare. La presa di posizione della leader sindacale è letta, con toni abbastanza entusiastici in buona parte della stampa, come un allineamento al fronte Pd: la coesione di una sinistra riformista in un momento delicato. “La Cgil – scrive il Sole24Ore – non lascia solo il Pd in questo passaggio che potrebbe essere cruciale per le prospettive della sinistra italiana”.
Anche il premier Monti, ieri, aveva tenuto a precisare che “la Tav si deve fare perché genera lavoro e occupazione direttamente sul territorio e non solo, perché garantisce benefici economici rilevanti e perché dimezza i tempi di percorrenza”.
Ma a sconfessare le velleità sociali del duo Monti-Camusso ci ha pensato lo storico leader No Tav Alberto Perino, che abbiamo contattato telefonicamente. “Il fatto è che c'è uno studio francese (che siamo in attesa di ricevere, ndr) che afferma che le grandi opere occupano un ottavo delle maestranze che si occupano nell'industria e edilizia civile”, ci ha anticipato.
“Dunque quando noi diciamo no alle grandi opere inutili e sì alle piccole opere utili, come la messa in sicurezza degli edifici pubblici, le scuole, gli ospedali, per non parlare delle energie rinnovabili, c'è un motivo che va oltre la maggiore utilità sociale: anche l'occupazione sarebbe 8 volte superiore a quella creata dalle grandi opere inutili”.
E saranno proprio quelle che Perino chiama le “piccole opere utili” a risentire maggiormente del progetto per la Torino-Lione. “La delibera del Cipe per il tunnel geognostico della Maddalena prevede che i fondi siano stornati da quelli per la messa in sicurezza delle scuole e per la sicurezza carceraria. Sì, proprio quella delibera del Cipe che sventolano sempre, ma non allegano mai”.
Noi ve la alleghiamo qua. La parte cui Perino fa riferimento è quella a pagina 2, in cui si sostiene che alcuni finanziamenti pubblici per l'opera saranno presi dal “Fondo aree sottoutilizzate [...] per la messa in sicurezza delle scuole, per le opere di risanamento ambientale, per l’edilizia carceraria, per le infrastrutture museali ed archeologiche, per l’innovazione tecnologica e le infrastrutture strategiche per la mobilità”.
Insomma la tanto amata Tav, che dovrebbe portare lavoro, benessere e progresso, non solo offrirebbe meno occupazione di un serio programma di piccole opere utili, ma toglierebbe a queste – decisamente più urgenti - i fondi necessari per essere messe in pratica.
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