Alga tossica sulle coste liguri, nuovi controlli e monitoraggi

Nota come 'Ostreopsis ovata', la microalga tossica originariamente apparsa dieci anni fa sulle coste liguri è oggi oggetto di monitoraggi costanti da parte delle Agenzie ambientali. Temperatura e condizioni meteo-marine sono decisive per la fioritura di questa specie che attacca le vie respiratorie e si diffonde soprattutto nelle acque poco profonde, ancorata alle macroalghe.

Alga tossica sulle coste liguri, nuovi controlli e monitoraggi
Risale a poche settimane fa l’allarme relativo alla presenza di un’alga tossica, nota come Ostreopsis ovata, nei mari italiani, soprattutto lungo le coste liguri. Si tratta di una microalga, invisibile ad occhio nudo, di probabile origine tropicale, individuata in diverse zone del Mediterraneo a partire dagli anni Novanta. L'Ostreopsis ovata attacca le vie respiratorie e vive nei primi metri vicini alla riva, in acque poco profonde, ancorata alle macroalghe che popolano comunemente le scogliere; non si trova su sabbia e su fondali che degradano rapidamente. Benché il traffico marittimo ne abbia probabilmente facilitato la diffusione (le acque di zavorra e le chiglie delle navi hanno portato questa ed altre specie di alghe in tutto il mondo), specifiche condizioni climatiche hanno consentito a questa microalga di svilupparsi alle nostre latitudini. L’alga tossica predilige, infatti, alte temperature ed una forte illuminazione. Già nell’estate del 2001 alcuni bagnanti in Liguria manifestarono improvvisi sintomi di malessere, come l’irritazione delle vie respiratorie, congiuntivite e febbre. Allora l’episodio fu archiviato come una sindrome simil-influenzale di origine virale, salvo ripresentarsi in Sicilia e poi ancora nel 2005, permettendo così di identificare una fonte comune di epidemia. Dal 2005 sono perciò in corso azioni di ricerca e di monitoraggio al fine di garantire la corretta informazione e prevenzione per la balneazione ancor prima che si manifestino stati di emergenza. Nel 2010 si sono registrati diversi casi di superamento della soglia di allerta: 12 casi in provincia di Genova nel solo mese di Luglio e 2 casi a La Spezia nel mese di Agosto (Fonte: Arpal). Ciò ha determinato l’intensificazione dei controlli secondo nuovi criteri di monitoraggio basati sulla previsione del rischio della fioritura delle alghe, piuttosto che sul tradizionale controllo basato su prelievi e controlli delle aree interessate. Secondo i dati raccolti da Arpal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure) e dall’Università di Genova sono, anzitutto, la temperatura e la stabilità delle condizioni meteo-marine ad influenzare la fioritura dell’Ostreopsis. In questa maniera si è in grado di stimare la probabilità d’insorgenza e permanenza di una fioritura algale dalla previsione meteo (temperatura-pressione-direzione vento). Di conseguenza, secondo l’Arpal, la presenza dell’alga tossica non è da attribuire all’inquinamento microbiologico ed è riscontrata in quasi tutto il Mediterraneo. L’Agenzia monitora le coste liguri emettendo regolarmente dei bollettini che ne registrano le condizioni di balneabilità, liberamente consultabili sul Portale Acque. Il sistema previsionale prevede per ogni area un punto di monitoraggio nel quale eseguire ogni quindici giorni rilievi visivi, misure in situ, prelievo di campioni di acqua e macroalghe. La classe di rischio è definita da un codice colore che, nel caso peggiore, presenta evidenze sanitarie; al raggiungimento della terza classe di rischio si procede con verifiche puntuali ed approfondimenti. All’inizio di Luglio di quest’anno l’Arpal ha segnalato la presenza dell'Ostreopsis Ovata in due zone: una che comprende Genova, Bogliasco, Pieve, Sori, Recco, Camogli e a Levante è delimitata da Punta Chiappa, ed un’altra tra Punta Chiappa e Punta Manara, comprendente tutto il litorale tra Chiavari e Sestri Levante. Al momento non sono stati imposti divieti di balneazione, ma si suggerisce ai sindaci l'installazione di appositi cartelli con le seguenti misure di prevenzione: "prestare attenzione a soggiornare e bagnarsi in tratti di mare con acqua ferma, piccole insenature chiuse o con barriera a mare affiorante o sommersa".

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