di
Matteo Marini
22-10-2013
Il World Food Prize 2013 è stato assegnato al vicepresidente esecutivo della Monsanto e sviluppatore del primo seme di soia geneticamente modificato. Robert Fraley condividerà il premio con due colleghi biotecnologi.
Un Nobel per il cibo assegnato alle multinazionali OGM. Quel che all’apparenza sembrerebbe un paradosso, corrisponde alla più bieca e triste realtà. Il World Food Prize 2013 (premio istituito dall'agronomo statunitense Norman Borlaug, vincitore a sua volta del Nobel per la pace nel 1970), infatti, è andato al biotecnologo Robert Fraley, vicepresidente esecutivo della Monsanto e sviluppatore (nel 1996) del primo seme di soia geneticamente modificato. La premiazione si è svolta il 16 ottobre scorso, durante la Giornata Mondiale per l’Alimentazione.
Il premio di 250 mila dollari, Fraley lo condividerà con due colleghi biotecnologi: Mary-Dell Chilton, che lavora per la società biotech Syngenta e Marc Van Montagu, presidente dell'Institute of Plant Biotechnology Outreach.
Amaro il commento di Paolo d’Arpini, della Rete Bioregionale Italiana: “così facendo si legittima la Monsanto quale azienda pioniera nella modifica genetica degli organismi e favorendo la validazione del modello di business (quello perseguito dalla Monsanto) che impoverisce le aziende agricole e monopolizza il nostro cibo. Come se non bastasse anche il manipolatore di Sygenta vince il premio, Sygenta è il gigante biotech che insieme a Bayer sta facendo pressione sull’Europa per mantenere sul mercato pesticidi che uccidono gli insetti impollinatori”.
Altra polemica è nata negli Stati Uniti, dove si è creato un vero movimento (“Occupy the World Food Prize”) che sta organizzando su tutto il territorio americano manifestazioni ideate per far conoscere ai cittadini il problema degli Ogm e soprattutto le colture adoperate dalla Monsanto, oltre che ai rischi che comportano per il nostro organismo e per il nostro pianeta.
Nei giorni precedenti la premiazione, il movimento si era organizzato anche con una raccolta firme per bloccare la consegna: “In segno di protesta, 81 consiglieri del World Future Council hanno scritto una dichiarazione criticando con asprezza il World Food Prize Foundation per aver tradito il suo scopo. Nelle parole degli autori: “i semi OGM rafforzano un modello di agricoltura che mina la sostenibilità degli agricoltori con scarsa disponibilità di liquidi, che rappresentano gran parte delle persone affamate nel mondo… L’impatto più drammatico di tale dipendenza è in India, dove 270.000 agricoltori, molti intrappolati in debito per l’acquisto di sementi e prodotti chimici, si sono suicidati tra il 1995 e il 2012”.
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