Alta rapacità. L'assalto ai treni superveloci

"Montezemolo, Della Valle e Punzo. I tre moschettieri all'assalto dei treni superveloci". Questo il sottotitolo di “Alta rapacità”, libro che analizza il lancio del nuovo treno Italo, i rapporti di potere ed i conflitti di interesse dietro questa impresa. Per saperne di più abbiamo intervistato l'autore, il giornalista Gianni Dragoni.

Alta rapacità. L'assalto ai treni superveloci
Scenderà in campo? Si butterà nell’agone politico? Lascerà la Ferrari per contendersi la premiership con gli altri sfidanti? Sono questi gli interrogativi che già da tempo avvolgono Luca Cordero Montezemolo. Lui dice e non dice, organizza liste pro Monti, parla a kermesse di tutti i tipi ma non si sbottona mai del tutto. Di certo è che la politica è l’ennesima reincarnazione dell’ex Presidente di Confindustria. Il lato di Montezemolo però che non è stato ancora analizzato, nel turbinio di nuove liste che si creano in vista delle elezioni di febbraio, è l’impresa in cui - insieme a Diego Della Valle e Gianni Punzo - si è lanciato diversi mesi fa: il nuovo treno Italo, che darà sempre più battaglia a Trenitalia nel traffico passeggeri. Una delle poche persone che ha voluto analizzare la nascita di quest’impresa dal nulla, è Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 Ore ed autore di questo interessante ebook (edito da Chiarelettere) dal titolo piuttosto esplicito: “Alta rapacità”. Il sottotitolo, poi ("Montezemolo, Della Valle e Punzo. I tre moschettieri all'assalto dei treni superveloci") già ci dà l’idea di quello che sarà un libro inchiesta pronto a fare, come affermato dal suo autore, “un po’ d’ordine” in una vicenda che merita di essere sviscerata in lungo e in largo. Il Cambiamento ha provato a tracciarne i contorni in una bella chiacchierata telefonica, un paio di settimane fa, con l’autore. Ad aprile 2012, parte la nuova avventura di Montezemolo, Della Valle e Punzo: il treno Italo. Com’è stato il lancio? Il lancio, è stato un lancio pubblicitario in pompa magna, con una grande indolenza da parte dei mezzi d’informazione, come se si passasse quasi dalla preistoria all’era contemporanea. Volevano farci credere che, prima dell’uscita di Italo, il treno veloce non fosse mai esistito! (ride). Tutto ciò forse sarà accaduto perché due dei tre soci che hanno promosso la società Ntv (Montezemolo e Della Valle), sono considerati un po’ degli imprenditori “super star”. Di fatto, questo è il primo caso in Europa in cui vediamo soggetti privati che entrano nel trasporto ferroviario, nell’alta velocità in Europa ed è quindi il primo caso in cui ad una società statale (Ferrovie dello Stato, del gruppo Trenitalia), si affianca una concorrenza di un operatore privato. Anche questo è uno degli aspetti originali, “curiosi” (se così si possono definire) di questa vicenda che analizzo nel mio libro “Alta Rapacità”. Un altro aspetto per così dire 'curioso', è che questi tre imprenditori si sono praticamente già rifatti dei costi di avvio di quest’impresa, no? Già. L’aspetto sorprendente è che, per un‘iniziativa che ha richiesto - a sentire le parole di Montezemolo – è costata un investimento di circa un miliardo di euro, uno pensa che i tre imprenditori in questione abbiano investito ben poco. Andando a vedere il capitale speso per creare la società, a fine 2006, possiamo notare che ammonta solo ad un milione di euro. Nel primo bilancio della società (2007), possiamo leggere che il 6 febbraio 2007 «il ministero dei Trasporti ha rilasciato alla società la licenza di impresa ferroviaria per l'espletamento di servizi internazionali di passeggeri per ferrovia, secondo le modalità e alle condizioni previste dal decreto legislativo 8 luglio 2003, numero 188». Cinque mesi dopo, il 28 luglio 2007, «il ministro dei Trasporti ha rilasciato alla società il titolo autorizzatorio per l'accesso all'infrastruttura nazionale per l'espletamento dei servizi nazionali di passeggeri per ferrovia, ai sensi della legge 388 del 2000, articolo 131». I provvedimenti legislativi richiamati sono due. La legge numero 388 del 2000 è la Finanziaria 2001, approvata dal Parlamento durante il secondo governo Amato, in cui il ministro dei Trasporti è Pier Luigi Bersani. Il decreto legislativo 188 del 2003 viene approvato dal governo Berlusconi, quando il ministro dei Trasporti è Pietro Lunardi Dicevamo quindi che - oltre questo milione di euro iniziale – Montezemolo, Della Valle e Gianni Punzo (ex mercante di stoffe di Napoli, molto attento a come investe i suoi soldi) non tirano fuori un euro di più per far partire il progetto ma, attraverso aumenti di capitale, riescono a far sottoscrivere altri soci. Tra questi, ricordiamo Banca Intesa San Paolo (retta fino a poco tempo fa dal Ministro Passera) e le Ferrovie dello Stato francesi, i quali acquisiscono un 20% della Ntv ciascuno ma a prezzi crescenti. Nella società, siedono anche le Assicurazioni Generali e qualche altro socio. Tutti questi pagano un biglietto sempre più alto per salire a bordo della Ntv e in questo modo i tre “capitani coraggiosi” riducono sensibilmente la loro quota che passa, dalla quasi totalità del capitale, al 33,5% (possiedono un terzo della società) e sono praticamente rientrati di quanto hanno investito globalmente. Il loro investimento complessivo, infatti, risulta dai bilanci delle loro società aggirarsi intorno ai 25 milioni di euro e tale cifra è rientrata nelle casse delle loro società, attraverso quello che pagano i nuovi soci (che pagano a loro, non che versano nelle casse dell’Ntv). Potremmo riassumerla così: prima che il capotreno fischi la partenza di Italo, loro hanno già riguadagnato i soldi che avevano speso, come se avessero venduto un pezzo della licenza, dell’autorizzazione. Hanno avuto dei guadagni strutturati a tavolino. Anche in questo caso, come in molti altri in Italia, ho letto che non manca il conflitto d’interesse. Ci vuoi spiegare dove si palesa? Il conflitto d’interesse non manca mai. In questo caso, i conflitti d’interesse sono molteplici. Ce ne sono, per esempio, nella fase di creazione e di lancio della società (cresce nel 2007, fa gli aumenti di capitale nel 2008 e 2009). Quando la società viene autorizzata dal governo, Montezemolo è Presidente della Ferrari (carica che ricopre tuttora) ma anche Presidente di Confindustria e di Fiat, quindi esercita una forte pressione lobbistica, in virtù anche delle relazioni e delle conoscenze che intreccia da diverso tempo e che gli sono riconosciute da sempre. Altro conflitto d’interesse: Diego Della Valle è consigliere d’amministrazione delle Assicurazioni Generali e quest’ultime entrano come soci di Ntv. Il conflitto d’interesse più forte però, è quello che si crea con l’arrivo di Banca Intesa San Paolo. Oltre ai capitali che mettono i nuovi soci (più di 250 milioni di euro), la società del treno Italo riesce ad avere anche un prestito dalla banca, retta allora da Corrado Passera, di circa 700 milioni per far costruire dalla società francese Alstom, 25 treni. E il conflitto d’interessi dov’è? E’ palese! Banca Intesa stila il piano finanziario, diventa azionista al 20%, finanzia la società Ntv (in effetti, l’istituto finanziario ha in garanzia, insieme ad altre banche, una grossa percentuale del capitale azionario della società). Come ciliegina sulla torta, lo abbiamo ripetuto più volte, l’ad di Banca Intesa , Corrado Passera – a fine 2011 – entra nel governo di Mario Monti come super ministro allo Sviluppo, Infrastrutture e Trasporti. Quindi oggi deve vigilare anche su un settore, quello dei trasporti ferroviari, nel quale lui – fino a poco tempo fa – ha dato un grosso contributo. Ha fatto nascere una società di treni, praticamente! Non è finita qui. Passera, una volta arrivato al ministero di via Vittorio Veneto, chiama come viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia, suo stretto collaboratore quando era banchiere ed ex capo di Biis (Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo), sezione di Banca Intesa che si occupa proprio dei finanziamenti alle imprese, alle società. Perché bisognerebbe leggere “Alta Rapacità”? Perché è un libro che, partendo da quanto ci siamo detti oggi, tenta di fare una cosa che – oggi più che mai – serve molto: tenta di mettere un po’ di ordine. Oltre a tracciare i profili di Montezemolo, Passera e Punzo, nel libro parlo anche delle mille poltrone che il patron della Ferrari ricopre nei più svariati consigli d’amministrazione, dei rapporti tra Della Valle e il mondo dell’editoria, della fondazione montezemoliana Italia Futura. Parlo di come tre personaggi, diversissimi tra loro, siano andati all’assalto dei treni ad alta velocità.

Commenti

Per carità, sarò certamente tutto regolare. Però, di fronte a un evento tanto particolare da essere unico in Europa, è umano farsi venire in mente che nelle classifiche per ASSENZA di corruzione, stilate negli ultimi 11 anni da Transparency International, su 183 Paesi l'Italia si è piazzata così: 2002, 31^ - 2003, 35^ - 2004, 42^ - 2005, 40^ - 2006, 45^ - 2007, 41^ - 2008, 55^ - 2009, 63^ - 2010, 67^ - 2011, 69^ %u2013 2012, 72^(a pari "merito" con Bosnia e Sao Tome) http://www.transparency.it/upload_doc/EMBARGO_CPI2012_CZ.xls
Leonardo LIBERO, 03-01-2013 07:03

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