di
Paolo Merlini
14-02-2011
Continua il nostro viaggio a puntate alla scoperta di un'altra Italia. Questa volta Paolo Merlini, il nostro esperto di vie traverse, ci guida alla scoperta dell'Alta Valtellina. Malgrado la scarsa pubblicità, moderni ed efficienti autobus permettono di raggiungere posti magnifici come il Passo dello Stelvio, uno dei capolinea più alti d’Europa.
La tecnologia può mettere la bellezza alla portata degli uomini, ma non semplifica affatto il processo che ci porta ad apprezzarla e possederla. (Alain de Botton)
Come diceva Francesco De Gregori in Tutti salvi, canzone contenuta nell’album Scacchi e Tarocchi del 1985: “Scusate ma del Titanic ancora vi debbo parlare…”.
Ma guarda che vado a ricacciare per raccontarvi che ancora una volta sono salito al Passo dello Stelvio 2.758 m.s.l.m.
Anche questa volta sono partito da Spondigna (BZ), con l’autobus della SAD che risale la valle del Trafoi.
Il viaggio è durato circa 100 minuti ed il biglietto è costato solo 3.50 euro. Ho preso il bus delle 8.33, cioè la seconda corsa giornaliera delle cinque previste dall’orario. Anche se è piena estate, in quota fa un po’ freddo ed indosso tutto quello che ho nello zaino. Arrivato al passo, l’unica è camminare fino al Rifugio Tibet a poche centinaia di metri dalla fermata del bus.
Dalle finestre del rifugio, appollaiato su uno sperone di roccia, la vista toglie il fiato.
Mangio un panino e scambio 2 parole con Cristian, uno degli eredi del fondatore del rifugio costruito circa cinquant’anni fa. Mi dice che il nonno era amico di Heirich Harrer (l’autore del libro Sette anni in Tibet) che gli suggerì il nome. Non so se è vero e non posso verificare, quindi la do per buona.
Intanto fuori rischiara ed il sole addolcisce l’aria di alta montagna. Faccio un giro e subito localizzo il piazzale che funge da capolinea per le 3 autolinee che servono la zona: SAD, Automobilistica Perego e L’Autopostale Svizzero. Il Passo dello Stelvio deve essere di certo uno dei capolinea più alti d’Europa. Mentre mi lagno tra me e me perché è poca la pubblicità sul fatto che questi magnifici posti siano raggiungibili con moderni ed efficienti autobus, corro con la mente a tutte le escursioni che si potrebbero fare partendo da qui.
Il Passo dello Stelvio, è un nido d'aquile dove ci sono venditori di souvenirs, uno sportello bancario con tanto di bancomat, alcuni alberghi e la base della funivia che sale al ghiacciaio a quota 3.450 m.s.l.m.
Non ci crederete ma impera l’odore (o puzza) dei wurstel con crauti, arrostiti sulla strada da 2 pittoreschi ristoratori ambulanti con 'sudicia' griglia in bella mostra…
Poi ciclisti, motociclisti, automobilisti, sciatori estivi e patiti delle escursioni in alta montagna.
Un altro rifugio estremamente suggestivo è il Rifugio Garibaldi che svetta 50 metri più in alto ed è raggiungibile solo con una mulattiera proibitiva per quelli che come me soffrono di vertigini.
Non lasceresti mai il Passo dello Stelvio ma il mio bus per Bormio è già arrivato. È un bus dell’Automobilistica Perego.
Leggete la storia di questa gloriosa autolinea dell’Alta Valtellina fondata nel 1914 da Carlo Perego. Il sito è 'pulito' e gli orari sono di facile consultazione.
Il mio autista mi riconosce subito come uno strano tipo di vagabondo delle montagne ed è prodigo di informazioni sulla sua ditta e sulla strada che, discendendo la valle del Braulio, porta a Bormio.
Sono 2 le corse giornaliere, andata e ritorno da Bormio al Passo dello Stelvio ed il biglietto costa 5 euro. È un po’ più caro di quello della SAD per il fatto che la provincia di Sondrio non finanzia questa corsa. Però il comprensorio turistico dell’Alta Valtellina propone a tutti i turisti la Welcome Card che è un biglietto prepagato che permette di viaggiare sui mezzi della Bus Perego nell’area di Livigno, Valdidentro, Bormio, Valfurva, Valdisotto e Sondalo. La Welcome Card per 8 giorni costa 15 euro.
Unica pecca: la Welcome Card è acquistabile solo negli uffici dell’APT di Bormio o Livigno oltre che presso alcune proloco e consorzi turistici. Non c’è alcun esercizio convenzionato al Passo dello Stelvio dove acquistarla, pertanto, se uno è di passaggio, dovrà scendere a Bormio, pagando 5 euro, per poi comprarla. Suggerisco all’amministrazione erogante di mettere in vendita il biglietto anche al Passo.
La discesa della valle del Braulio è, forse, più bella della salita della valle del Trafoi. Anche questa strada è frutto dell’arte ingegneristica di Carlo Donegani e la bellezza del paesaggio alpino fanno del passaggio a queste latitudini un evento indimenticabile. Cinquanta bellissimi minuti dura la corsa. All’inizio la vista spazia su alpeggi lambiti da cime aguzze. Il viaggiatore, fino alla 3° casa cantoniera, dove si stacca la strada per la frontiera con la Svizzera, viene ingannato dall’apparente dolcezza della discesa ma dopo una curva, la strada inizia a scendere decisa e tornano i provvidenziali tornanti.
“Mamma mia che impressione!” avrebbe gridato Alberto Sordi se fosse stato a bordo del mio autobus. Questa è una strada strappata alla montagna a suon di dinamite... ma che opera grandiosa, forse la più bella strada alpina che io abbia mai percorso in autobus. La magnificenza delle montagne fa il resto e ti vien voglia di scendere e continuare a piedi per far durare di più la gioia di questo momento. Il mio bus scende lento e sicuro e mi dà modo di gustare ogni attimo.
Ecco, siamo a valle. Prima il bivio per Livigno e poi i Bagni Vecchi che distano 3 chilometri dal centro.
Il bus entra nell’autostazione in pieno centro storico. Come ricorda il mosaico incastonato sul pavimento del marciapiede di fronte all’entrata, è un’Autorimessa della Perego. La biglietteria e la sala d’aspetto sono un gioiello di arredamento fine anni sessanta dove i monitor dei computer stonano un po’.
Bormio mi rapisce. Mi viene voglia di restare in Alta Valtellina per un po’, tanto con i bus della Perego posso andare quando mi pare a Tirano che è il capolinea di Trenitalia e della Ferrovia Retica che sale fino a St. Moritz. Se mi gira, me ne vado a Livigno da dove un’altra magica autolinea alpina, la Autoservizi Silvestri, ha 7 corse di andata e ritorno per Zernez in Svizzera… Ma questa è un’altra storia.
Parafrasando Nicolas Bouvier: “Voi credete di andare a fare un viaggio, ma è sempre il viaggio che vi fa o vi disfa...”.
Comunque, viaggiate!