In difesa dell'Amiata, per tutte le battaglie ambientali

Un amico scrittore, che ha maturato una notevole saggezza, anni fa mi aveva fatto pervenire un breve, sintomatico testo di Elsa Morante su Mussolini e sul carattere degli italiani. Lo scritto è datato 1945. Nel porgermelo, l’amico Tommaso Boni Menato, osservava che non era Berlusconi, o Mussolini (oggi Renzi) il vero rebus dell’Italia, il problema eravamo noi italiani.

In difesa dell'Amiata, per tutte le battaglie ambientali

“Mussolini si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto…..”.

I ben pensanti che affollavano la grande sala dell’albergo Colle degli Angeli, in Arcidosso, nel novembre di due (o tre?) anni fa, quando venne Don Gallo, nemmeno fecero caso, o semplicemente glissarono sulle sue parole conclusive (…coraggio, ogni battaglia in difesa dell’ambiente è assolutamente prioritaria…). Certamente don Gallo era stato invitato in qualità di fenomeno mediatico, non certo per mettersi contro Enel e la Casta locale; fummo noi che prima che iniziasse la serata gli facemmo presente le ragioni della nostra lotta. E il bravo prete partigiano afferrò al volo.

Dal 10 al 14 luglio di quell’anno si tenne ad Arcidosso un raduno che si annunciava molto partecipato: tende in prossimità della nuova centrale in costruzione (oggi pressoché terminata) Bagnore 4, dibattiti, musica. La difesa della nostra Montagna, l’Amiata, si era improvvisamente allargata dalla Sicilia al Piemonte. L’Amiata, la montagna incantata di padre Balducci, era assurta a simbolo, a emblema delle battaglie ambientali in Italia e anche nel mondo. Le autorità sanitarie regionali traccheggiavano ( e tutt’ora sorvolano) sul 13% di morti in più. Gli ‘studi’ ordinati a suon di centinaia di migliaia di euro dalla Regione Toscana hanno sempre assolto de facto le centrali geotermiche. Il destino di un acquifero tra i più importanti d’Italia continua a passare sotto silenzio.

Già con l’entrata in funzione di Bagnore 3 proprio in prossimità delle sorgenti del Fiora ( il 75% di tutta l’idropotabile amiatino) intorno al 2000 si è visto l’arsenico cominciare a salire a dei picchi mai visti prima. Nel contempo le riserve dell’acquifero si riducevano drasticamente al punto che si stimavano ridotte al 50%, poi la pioggia alluvionale, è il caso di dirlo, di questi ultimi anni ha raddrizzato il trend negativo. Ma il cocktail di fumi tossici che fuoriescono dai camini delle centrali amiatine ci regalano un triste primato mondiale, il campo geotermico amiatino è secondo al mondo per inquinanti ( vedi lo studio di Eros Bacci condotto per conto della Regione Toscana alla fine degli anni ’90). E che cosa succederà adesso che si affianca a Bagnore 3 di 20 MGW una Bagnore 4 di 40 MGW? Enel ha molta fretta dopo che le osservazioni dell’avvocato Faccon di 5 anni fa obbligarono la Regione a chiedere una revisione del progetto iniziale, il che comportò anni di ritardo sulla tabella di marcia di Montemaggi-Enel. I sindaci dei comuni geotermici dell’Amiata intanto hanno potuto mettere le mani sulle compensazioni ambientali che Enel elargisce . A questi soldi si aggiunge la manciatina di posti di lavoro per i quali i bandi sono stati già affissi nei vari Comuni. Ma come diceva la Morante, le nostre caratteristiche sono: insensibilità morale, astuzia, interesse e tornaconto personale…Preclare virtù italiche! Così si dà il caso che poche migliaia di persone, conniventi più che abbindolate dalla Casta locale, Enel e le massime autorità del governo regionale siano a tutti gli effetti padroni assoluti del destino di un acquifero che, almeno per ora, disseta 700.000 persone e di una Montagna vista come polmone verde e refrigerio estivo da qualche milione di boccheggianti italiani (Toscana meridionale, Umbria, Lazio settentrionale).
Significativo nonchè emblematico rimase il silenzio dei tecnici Enel dinnanzi al serrato argomentare dei Comitati nel faccia a faccia voluto (ma perché mai visto che l’esito era scontato?) dalla Regione Toscana. Un'altra geotermia era possibile, molto più rispettosa del territorio, dell’ambiente e di chi lo abita. Le giornate che si aprono sull’Amiata assurto a luogo simbolo di tutte le battaglie ambientali intendono ribadire questo.

E’ lapalissiano: Eni ed Enel sono i fornitori di energia e di fatto i programmatori, nella pressoché latitanza del governo, di quali fonti energetiche usare. Eni ed Enel sono perfettamente inseriti, in quanto multinazionali, nei giochi (perversi) della finanza mondiale la quale, in questa crisi protratta, non ha trovato di meglio che concentrare il denaro nel mercato (perverso) dell’energia verde, perversamente ‘virtuosa’. I ricavi di Enel dall’attività geotermica sono centrati sul triplice introito: KW, certificati verdi, diritto di riprodurre a carbone i KW prodotti virtuosamente con la geotermia. Più perversamente di così si muore. Gli emolumenti dei due AD di Enel ed Eni sono, manco a dirlo, stratosferici, alla stregua di un Marchionne qualsiasi.

 

Si, Santa Fiora è il cuore del Mostro. Lì ci sono le fonti d’acqua più importanti dell’Amiata gravemente compromesse dalla contigua Bagnore 3 e il cui destino finale lo deciderà Bagnore 4. Fu proprio grazie a un enorme ammanco delle casse comunali, ammanco che Enel si impegnò a ripianare in cambio della concessione di Bagnore 3. L’acqua già e tutti i marchingegni messi in atto per ribaltare e annullare la volontà popolare del Referendum. E padre Balducci, grande e indimenticabile il quale sconsolatamente aveva avvertito trent’anni fa il tradimento della sua terra da parte dei suoi concittadini convertiti e poi stravolti dal consumismo. C’erano di rimpiazzo i giovani venuti da tutta Italia: il pugliese allibito di quanto si stava compiendo sul territorio in puro stile mafioso e omertoso, il veneziano che confermava, mutatis mutandis, come quanto si compiva ai danni della città marinara col passaggio delle grandi navi era assolutamente analogo alla fine decretata della Montagna Incantata di padre Balducci. Non mancava infine lo strenuo difensore di questa terra martoriata dalle trivelle, dai fumi pestilenziali e dalla omertosa indifferenza dei più, il Santo Patrono dell’Amiata, il prof. Borgia.

 

Polveri & Veleni

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