Tra i protagonisti indiscussi della giornata di elezioni amministrative di ieri e di tutte le cronache di oggi c’è senza dubbio Virginia Raggi, candidato sindaco dei 5 Stelle per Roma che ha avuto un vero e proprio exploit che la porterà al ballottaggio con il candidato del Pd, Roberto Giachetti (QUI i risultati).
“I romani hanno lanciato un messaggio: è solo il primo momento, ma è un momento storico. Potrei diventare primo sindaco donna di Roma. Sono pronta a governare, ci siamo: il vento sta cambiando”, ha detto la candidata Virginia Raggi in nottata commentando il risultato.
Fra due settimane (il 19 giugno) i duelli: Raggi-Giachetti nella Capitale, Magistris-Lettieri a Napoli, a Torino Fassino-Appendino, Merola-Bergonzoni a Bologna.
Una curiosità: a Trieste lo spoglio è iniziato solo nella mattinata di oggi.
Il risultato, come raccontano le cronache, non è piaciuto ovviamente al Pd, partito di governo che auspicava di fare man bassa di Comuni (chissà se la fiducia che traspariva prima del voto era sincera o di facciata...), soprattutto dei Comuni che contano. Ma non è andata così. Il Pd soffre, ma non è da meno il centrodestra, che è stato accusato (alla luce dei risultati deludenti) di avere fatto scelte suicide nella scelta dei candidati proposti. I romani soprattutto (e con loro buona parte degli italiani) guardano con curiosità al prossimo 19 giugno per capire se alla prova del 9 nella capitale d’Italia potrà spuntarla la candidata del Movimento che tanto ha fatto parlare di sé, con attacchi spesso provenienti oltre che dai partiti avversari anche dai media, la proprietà dei quali è oggi concentrata nelle mani di pochi grandi gruppi.
Il passo successivo? Arrivare alle agognate elezioni politiche per avere finalmente un governo eletto (non dimentichiamo che è un pezzo che in Italia si succedono governi non eletti). Ma... ci sono di mezzo la riforma elettorale e la riforma costituzionale...
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