di
Daniela Sciarra
07-02-2011
Tra i prodotti provenienti dall’acquacoltura e quelli ottenuti con la pesca di cattura, il consumo di pesce raggiunge la cifra record di 17 kg a persona. Un dato non troppo positivo per la salute dei nostri mari e degli stock ittici che, a livello mondiale, continuano ad essere eccessivamente sfruttati.
Il consumo di pesce a livello mondiale ha raggiunto in media la cifra record di circa 17 kg a persona in un anno e fornisce più del 15% dell'apporto di proteine animali a più di 3 miliardi di persone.
Secondo il rapporto della Fao Lo stato della pesca e dell'acquacoltura nel mondo, questo incremento è dovuto soprattutto alla crescita del settore della pesca di allevamento che a breve è destinata a superare la pesca di cattura.
Secondo il rapporto, inoltre, la pesca e l'acquacoltura nel complesso danno occupazione a circa 540 milioni di persone, vale a dire l’8% della popolazione mondiale. Prima di oggi non si erano mai raggiunte queste cifre, e in questo panorama non mancano le note dolenti che ci ricordano come rispetto al passato non è migliorato lo stato degli stock ittici mondiali.
Se infatti i prodotti ittici continuano ad essere le derrate più scambiate sui mercati, raggiungendo nel 2008 l'ammontare record di 102 miliardi di dollari e segnando un +9% rispetto all’anno precedente, la percentuale complessiva di stock ittici oceanici sfruttati in eccesso, esauriti o in fase di ricostituzione non è diminuita, anzi si stima sia ancora più alta rispetto al 2006. Praticamente il 32% degli stock ittici mondiali sono sfruttati in eccesso o esauriti e secondo la Fao necessitano di ricostituirsi al più presto.
“È davvero motivo di grande preoccupazione che non vi sia stato alcun miglioramento nello status degli stock” ha dichiarato in una nota l'esperto FAO Richard Grainger, uno dei curatori del rapporto. “È necessario che la percentuale di sovrasfruttamento cali, sebbene almeno sembra si sia raggiunta una certa stabilità”.
Il rapporto prende in considerazione anche il fatto di aumentare i controlli per limitare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.
Secondo gli ultimi dati di Italia a Tavola, il rapporto più completo sulla sicurezza alimentare che viene pubblicato annualmente dal Movimento di Difesa del Cittadino (MdC) e Legambiente, nel 2009 la Guardia Costiera italiana ha scoperto una vera e propria filiera di distribuzione nazionale di specie ittiche provenienti dell’area est asiatica. Durante quest’operazione sono stati sequestrati altri particolari prodotti ittici, come le meduse in salamoia e lo squalo secco, oltre a 71 tonnellate di pesce di generi minori vendute come specie pregiate.
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