«Continuano a crescere i veicoli diesel Euro 5 e 6 altamente dannosi per l’ambiente e la salute dei cittadini: secondo l’ultima stima di Transport&Enviroment sono attualmente 51 milioni le auto fuorilegge che circolano liberamente sulle strade di tutta Europa»: è la denuncia della onlus Cittadini per l'Aria, che stigmatizza l'attuale situazione.
«Un aumento del 12% rispetto al 2018, segno che si continuano a vendere veicoli per i quali è riconosciuto il mancato rispetto dei requisiti ambientali minimi previsti dalla normativa vigente. Prima per numero di auto fuorilegge la Germania con 9.9 milioni di unità - spiega l'associazione - Seguono la Francia (9.8), il Regno Unito (8.5) e l’Italia, che guadagna il 4° posto con 6 milioni e 600 mila diesel sporchi in circolazione. Il principale responsabile del perdurare di questa minaccia a salute e ambiente è ancora il Gruppo Volkswagen. Suo un quinto dei diesel sporchi attualmente circolanti in Europa: 11.6 milioni di automobili. Renault Nissan contribuisce con 8.1 milioni e PSA, con 7.2».
«Perché la situazione continua a peggiorare? Ai costruttori è stato permesso di continuare a vendere i veicoli che avevano ricevuto l’omologazione secondo i vecchi test di laboratorio - commenta ancora la onlus - Inoltre, i paesi membri dell’Unione Europea non hanno fatto quasi nulla per impedire la vendita dei modelli travolti dallo scandalo Dieselgate. Eppure, dalla Germania stanno arrivando nuove soluzioni. Con un costo medio di 3.000€ possono essere installati sui diesel più sporchi Euro 5 e 6 dei riduttori selettivi catalitici (SCR) in grado di abbattere le emissioni dal 60 al 95%. Al momento le case produttrici hanno scelto quasi esclusivamente la strada degli aggiornamenti sui software delle centraline. Una soluzione che ha dimostrato avere un impatto risibile nei test indipendenti quanto a riduzione dei fumi inquinanti».
«Per ripulire in modo definitivo le nostre città dall’inquinamento non si potrà prescindere dagli investimenti in nuovi modelli di mobilità urbanache puntino ad eliminare il bisogno delle automobili - prosegue la onlus - Un primo segnale positivo in questo senso arriva ancora dalla Germania, uno dei Paesi più colpiti dall’eredità del Dieselgate. Qui, diverse case automobilistiche hanno accettato di contribuire alla soluzione del problema creando un fondo di 250 milioni di euro a sostegno della mobilità urbana dolce per aiutare le città ad affrontare il problema dell’inquinamento. Questo stanziamento potrà essere usato per potenziare trasporti pubblici, planning urbano e magari ridurre i costi dei servizi di trasporto per i cittadini. Un modello replicabile in tutta Europa visto che i diesel euro 5 e Euro 6 sono stati venduti in tutti gli Stati membri grazie al mercato unico. I dati di Transport & Enviroment sono stati ottenuti aggiornando le stime degli anni precedenti con nuovi indici, così da aumentarne la precisione. Sono stati aggiunti: il database provvisorio dell’Agenzia europea dell’ambiente (2018), il programma di sorveglianza di mercato del governo britannico (luglio 2019), il programma di test sulle emissioni del gruppo di ricerca della Commissione Europea (dicembre 2017). Sono quindi stati considerati “altamente inquinanti” tutti i veicoli con emissioni di Nox doppie rispetto allo standard europeo NECD (emissioni su strada o in laboratorio), così come le auto con emissioni 3 volte superiori a quelle consentite nei Real Driving Emissions test o nelle campagne di rilevazione remota. All’interno dei 51 milioni di diesel sporchi sono finiti anche i veicoli ufficialmente richiamati ma “riparati” con i software che, come ampiamente documentato, non hanno un impatto significativo sulla riduzione delle emissioniı.
«L’Italia continua ad essere, di anno in anno, in testa alla classifica europea dell’impatto da biossido di azoto con una cifra spaventosa: 20.500 morti premature l’anno derivanti dall’esposizione della popolazione italiana all’NO2 (EEA Air quality in Europe — 2018 report, p, 64). È quindi indispensabile - continua Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria onlus - che il Governo ottenga un’assunzione di responsabilità da parte delle case automobilistiche, istituendo un fondo analogo a quello ottenuto dalla Germania a supporto delle città. I sindaci, da parte loro, devono attivare al più presto sistemi di divieto all’ingresso per i diesel nelle città, in modo da proteggere la salute dei cittadini dall’impatto terribile dei fumi emessi da questi veicoli velenosi».