di
Virginia Greco
02-11-2010
Si diffonde lentamente anche in Italia la pratica virtuosa del 'Piedibus'. Gruppi di bambini riscoprono il piacere di andare a scuola a piedi accompagnati da due adulti che a turno gestiscono la fila di piccoli pedoni. Fermate fisse e orari ben precisi, questi i dictat di un Piedibus che si rispetti. A guadagnarci sono bambini e genitori. I primi in termini di salute e buon umore, gli ultimi per quanto riguarda i tempi e l'organizzazione della giornata.
Alla riapertura delle scuole anche quest’anno hanno ripreso 'le corse', qui e là sul territorio italiano, i Piedibus, con qualche nuova entrata nella lista dei 'mezzi' attivi. In verità sono ancora troppo poche le realtà in cui questa singolare 'corriera a piedi' si mette in marcia, ma l’esperienza sta portando buoni risultati e crescenti adesioni, lasciando quindi sperare nella possibilità di una ben più larga diffusione.
Cos’è il Piedibus? Si tratta di un ecologico, sicuro e divertente modo di far andare i bambini a scuola.
Quando i nostri genitori erano piccoli, si recavano tutti a lezione a piedi, zaino in spalla, in gruppo, tenendo per mano i fratellini più piccoli. Poi l’aumento dei pericoli (violenza, automobili, inquinamento) ha man mano indotto i genitori a prediligere l’accompagnamento diretto dei figli presso l’istituto, aggravando così la congestione delle strade, rendendo ancora più complessa l’organizzazione degli orari e condannando fin dalla tenera età i ragazzi ad un’indolente inattività fisica. Del resto l’obesità è una patologia sempre più diffusa tra i bambini, spesso a sua volta causa di altre gravi malattie.
È così che nasce l’idea di sperimentare il bus a piedi. Due adulti, che fanno rispettivamente da 'conducente' e 'controllore', si occupano di passare dai punti di incontro prestabiliti (le fermate, appunto) a raccogliere i bambini, i quali indossano una pettorina catarifrangente e si dispongono uno dietro l’altro, tra i due adulti, che aprono e chiudono la fila sempre. Il controllore compila un 'diario di viaggio', ossia un registro in cui segna i bambini presi ad ogni fermata.
Ovviamente la carovana umana si muove a piedi, con qualunque condizione di tempo, tutti i giorni secondo il calendario scolastico. Le fermate sono prefissate e non variano di giorno in giorno. Si stabilisce anche una tabella oraria, ossia si giunge ad ogni punto di raccolta ad un orario dato e si riparte dopo un numero preciso di minuti: ciò per garantire ordine, affidabilità e puntualità d’arrivo a scuola.
I genitori devono così occuparsi soltanto di condurre i propri figli alla 'fermata' del Piedibus più vicina alla propria abitazione. Ovviamente i due adulti prendono su di sé la responsabilità dei bambini e, in generale, questi due ruoli sono rivestiti a turno da vari genitori, secondo le disponibilità di tempo e flessibilità di orari.
Quali i vantaggi del Piedibus?
In primo luogo i bambini hanno l’opportunità di svolgere una salutare leggera attività fisica quotidiana: i pediatri affermano che mezz’ora di camminata (non troppo lenta) al giorno garantisce il mantenimento di un buon ritmo metabolico e un sufficiente stimolo muscolare.
I bambini imparano ad acquisire autonomia, indipendenza e fiducia in se stessi, attraverso l’esperienza in un ambiente 'esterno', che non è quello protetto della famiglia o della scuola, inoltre sono portati a responsabilizzarsi maggiormente. Camminando per strada sotto la guida di adulti, imparano le basilari regole del codice della strada e familiarizzano con il contesto ambientale della città o del paese in cui vivono: possono riscoprire così la strada, una dimensione oggi giorno spesso assente nella pratica quotidiana di vita dei giovani che vivono in città o grossi agglomerati urbani.
Lo spostamento a piedi verso gli istituti di istruzione favorisce il decongestionamento delle strade, soprattutto vicino le scuole, riducendo di conseguenza i pericoli stradali stessi, nonché l’inquinamento. I bambini possono così muoversi in un ambiente più sicuro e pulito. In più, durante il tragitto, gli studenti hanno occasione di parlare tra loro, conoscere nuovi bambini e sviluppare quindi la propria socialità: ciò contribuisce anche a farli arrivare all’apertura delle lezioni di buon umore e già attivi. Naturalmente il 'mezzo' viaggia anche al ritorno, dunque il rientro a casa è altrettanto garantito.
Infine, l’organizzazione di una carovana che si sposta a piedi semplifica la vita ai genitori, che possono gestire meglio gli spostamenti e gli orari, non dovendosi più occupare (salvo l’eventuale periodo di turno in qualità di gestori del Piedibus) di accompagnare e andare a riprendere fino a scuola i figli, che magari per differenza di età frequentato anche istituti differenti.
L’idea del Piedibus non è nata in Italia, bensì si è affermata nel corso dell’ultimo decennio in vari paesi europei. Man mano sta però trovando diffusione anche da noi. Nel 2003 a Padova è stata fondata un’associazione, chiamata per l’appunto Piedibus, la quale ha creato un sito internet che intende porsi come punto di riferimento per la comunità di genitori e alunni che vogliano mettere in atto, o che già lo fanno, questa pratica virtuosa.
Costituire una rete di persone che condividono un’esperienza infatti, come noto, permette ai membri di confrontarsi e di fornire preziosi consigli e indicazioni agli altri. Del resto, coloro che hanno già fatto partire dei Piedibus sanno bene quali siano le difficoltà da affrontare e le tappe da seguire, pertanto possono velocizzare notevolmente il lavoro di quanti decidano di realizzare un’analoga impresa. Il sito presenta anche una sezione 'news' nella quale vengono rese note iniziative speciali e l’eventuale costituzione di nuove carovane di bambini.
A proposito di novità, secondo quanto annunciato dall’ANEA (Agenzia Napoletana Energia Ambiente) parte in questi giorni a Napoli un progetto pilota di Piedibus che coinvolge bambini e genitori di alcune scuole della provincia.
Tra l’8 e il 12 novembre, invece, in occasione della Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2010, alcune carovane di studenti a piedi si muoveranno a Monteveglio (provincia di Bologna) ed altre zone limitrofe. Si tratta di un esperimento, che sarà praticato solo per cinque giorni, ma che – in base alle adesioni e all’esito - potrebbe trasformarsi in una pratica permanente.
Speriamo che le scuole si contagino l’una con l’altra e che queste iniziative virtuose si diffondano a macchia di leopardo. Chissà se fra qualche anno non saranno proprio i nostri figli a farci la predica e darci il buon esempio, così che anche noi riprendiamo a muoverci pedibus calcantibus.
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