Tonni: Animal Equality denuncia la mattanza a Carloforte

Un video girato sotto copertura da Animal Equality documenta quanto la mattanza dei tonni che si ripete ogni anno tra la fine di maggio e l'inizio di giugno a Carloforte, in Sardegna, sia una "tradizione crudele, che affonda le sue radici nella sofferenza e nell'agonia di migliaia di individui".

Tonni: Animal Equality denuncia la mattanza a Carloforte
Animal Equality è un'organizzazione internazionale anti-specista fondata a Madrid e attiva in diversi stati europei, Regno Unito, Spagna, Germania, Italia e in nazioni internazionali quali l'India e il Venezuela. Lo scopo principale dell'organizzazione è dimostrare che lo specismo è la causa dello sfruttamento degli animali e della loro conseguente sofferenza, pertanto l'organizzazione si batte affinché venga abolito, promuovendo anche la diffusione del veganismo. Quest'anno l'organizzazione italiana ha deciso di documentare, sotto copertura, la mattanza dei tonni a Carloforte (Sardegna), che si compie ogni anno tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, periodo in cui i tonni rossi, conosciuti anche come 'pinna blu', migrano per riprodursi. L'investigazione mostra cosa accade ai tonni nelle tre fasi dell'operazione: cattura, mattanza ed eviscerazione. Nella prima fase, quella della cattura, i tonni vengono intrappolati nella tonnara, un sistema fitto di grosse reti, in cui, una volta entrati, si dibattono, ferendosi gli uni con gli altri, alla ricerca di una strada di fuga; i tonni non trovano la libertà, ma un labirinto di reti senza fondo, dette 'camere', fino ad arrivare all'ultima, detta della 'morte' (l'unica chiusa nel basso). Inizia qui la seconda fase in cui, al grido “è mattanza” del Rais (il comandante dei pescatori), i tonni vengono forzatamente spinti verso l'alto dai tonnarotti (i pescatori che eseguono gli ordini del Rais) e, arrivati in superficie, sfiniti dai continui urti e dalla mancanza di ossigeno, vengono brutalmente arpionati con paranchi o uncini che lacerano la loro pelle. I tonnarotti, infine, trascinano a bordo delle barche i tonni che, mentre si dimenano, vengono lasciati morire per asfissia o dissanguamento. La terza e ultima fase, documentata da Animal Equality, mostra il momento dell'eviscerazione; i pesci vengono trasportati sulla terraferma, appesi a ganci, emendati delle loro interiora, privati delle loro uova (gli esemplari femmine). I tonni non uccisi durante la mattanza sono collocati in una gabbia galleggiante per farli ingrassare e sono destinati alla macellazione. Tutte e tre le fasi sono fonte di forte stress e dolore per i pesci. Diversi studi scientifici, già citati in un mio precedente articolo Pesci scuoiati vivi, lo svela un'indagine dell'MFA, dimostrano che anche i pesci “rispondono a stimoli dolorosi che vanno oltre i semplici riflessi”, come affermato dalla Dott.ssa Grandin, esperta in materia di benessere degli animali d'allevamento e consigliere statunitense del Dipartimento dell'agricoltura e dell'industria della carne o come sostiene il biologo marino Michael Fine, il quale afferma che i pesci gridano! Noi non siamo in grado di recepire i loro suoni di dolore e sofferenza quando vengono intrappolati, inseguiti, presi da un amo e uccisi. Per questo crediamo che nei pesci non vi sia sofferenza, perché non udiamo i loro suoni!

Commenti

Attendo con pazienza che l'umanità paghi per le sue neffandezze che continua a compiere. Namastè
giuseppe, 06-06-2012 07:06
Acci scusate la f in eccesso
giuseppe, 06-06-2012 07:06

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