Duecentomila animali rischiano la morte
di
Andrea Romeo
14-02-2014
In Europa rischiano di essere condannati a morte fino a 200mila animali, secondo le stime dell’Enpa, che torna all’attacco dopo un fatto di cronaca che ha destato molto scalpore: l'uccisione pubblica di un cucciolo di giraffa in uno zoo.
In Europa rischiano di essere condannati a morte fino a 200mila animali, secondo le stime dell’Enpa, che torna all’attacco dopo un fatto di cronaca che ha destato molto scalpore. Qualche giorno fa infatti è stato ucciso in uno zoo di Copenaghen un cucciolo di giraffa di 18 mesi, scelta che ha destato polemiche feroci. Gli animalisti si erano anche mobilitati raccogliendo migliaia di firme ma il direttore della struttura ha spiegato di essere statio costretto ad applicare la normativa europea che vieta la riproduzione tra animali consanguinei, di cui il cucciolo era il frutto.
Ora «un altro zoo danese, lo Jyllands Park, vorrebbe seguire l'esempio della struttura di Copenhagen e mettere a morte un esemplare di giraffa di sette anni». Lo ha spiegato il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri, fornendo anche i dati di quella che potrebbe diventare una vera e propria strage.
«In Europa tra i 7.500 ed i 200mila animali potrebbero seguire lo stesso destino di Marius, il cucciolo di giraffa. Rinnoviamo quindi il nostro appello alla Commissione e al Parlamento Europeo affinché non solo intervengano con la dovuta urgenza per salvare la vita all'esemplare dello Jyllands Park, ma risolvano finalmente il problema degli zoo e delle strutture di detenzione, che, nel caso di quelle danesi hanno mostrato il loro vero volto. Altro che conservazione della specie ed educazione - prosegue Ferri - non c'è nulla di formativo nell'insegnare, soprattutto ai bambini, che sia ammissibile il dominio di una specie sulle altre e che essa arrogarsi il diritto di vita o di morte, esercitandolo con disarmante superficialità e noncuranza. Se l'Europa vuole essere portatrice di ideali di civiltà e comunione fra i popoli, non può e non deve assolutamente tollerare che altri esseri senzienti vengano condannati a vivere da reclusi o finiscano massacrati impunemente solo perché non generano profitto. D'altro canto - osserva ancora l'Enpa - il problema è solo di natura economica. Infatti, se ci fosse un solo un briciolo di rispetto per la vita animale, la giraffa di Copenaghen sarebbe stata affidata a un santuario dove avrebbe potuto vivere in modo dignitoso. E invece, per risparmiare qualche migliaio di euro, si è preferito trucidarla e dissezionarla pubblicamente. Un modo di procedere, questo, che ricorda pratiche medievali non certo del terzo millennio».
Ferri lancia poi un appello deciso: «Zoo e bioparchi, acquari, delfinari e le altre strutture di cattività devono essere chiusi tutti e subito: é ora di agire, non c'è più tempo da perdere». Tra l’altro quello che ha sconcertato ancor più l’opinione pubblica è stato il fatto che l’esecuzione del cucciolo sia stata, spettacolarizzata. Il cucciolo è stato infatti abbattuto su una sorta di palcoscenico allestito per l'occasione, dinanzi a tantissime persone in visita allo zoo, tra cui tante famiglie. Da più parti si è parlato di prospettiva antropocentrica.
Non si dimentichi, poi, che in Italia sono state documentate non raramente situazioni di parchi e zoo non adeguate, degradate; per non parlare degli animali che vengono immessi nelle riserve di caccia perchè vengano appunto cacciati o degli animali che vengono utilizzati nei circhi. A lasciare perplessi è anche il fatto che numerose famiglie hanno voluto assistere all’evento macabro, che, si può ben dire, va oltre persino le esigenze e le regole più bieche dello spettacolo.
Le associazioni animaliste si sono mobilitate e oltre agli appelli hanno messo in campo anche iniziative di altro genere, come la petizione EndEcocide lanciata con il mezzo dell'iniziativa europea oppure anche la raccolta di firme promossa dall'Agenda del Pianeta Terra che ha già raccolto oltre 18mila firme per fermare ecocidi, biocidi e genocidi.
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