Nata per tutelare i diritti degli orsi della luna e per abolire le fabbriche della bile, la Animals Asia Foundation nell'ultimo decennio ha abbracciato numerose altre campagne a tutela degli animali: dalla 'Friends or Foods', per porre fine al commercio di carne di cane e gatto, al 'Professor Paw', per l’educazione al rispetto degli animali. L'ultima battaglia intrapresa è stata quella per abolire gli spettacoli con animali all'interno degli zoo cinesi.
"Avevano il corpo pieno di piaghe e un catetere conficcato nell'addome: alcuni, resi pazzi dal dolore, sbattevano il cranio contro le gabbie fino a procurarsi orribili ferite; altri si erano spaccati i denti mordendo il ferro. Dalle sbarre vidi spuntare una zampa gigantesca e, inconsapevole dei rischi che correvo, volli toccarla. Allungai la mano, l'orso me la strinse dolcemente. Allora gli promisi che sarei tornata e che l'avrei salvato!"
Ho volutamente aperto questo articolo con delle parole che mi toccano ancora profondamente, nonostante le abbia lette innumerevoli volte. Sono di Jill Robinson, la fondatrice di Animals Asia Foundation (AAF). Una promessa pronunciata ad un orso da una persona che sa usare e pesare le parole; una promessa mantenuta nel 1995 quando ottenne il rilascio degli orsi incontrati e mai dimenticati.
Dal 1995 ad oggi numerose sono state le battaglie intraprese da questa organizzazione internazionale non governativa presente in tutto il mondo (anche in Italia, a Genova) che nasce per diffondere, promuovere e tutelare i diritti degli animali e in particolar modo gli orsi della luna (così chiamati per la macchia sul petto a forma di mezza luna che li contraddistingue), raggiungendo storici successi.
Dopo l'intervento compiuto nel mese di marzo 2010 nella provincia di Shandong, altri 10 orsi sono stati liberati; ad oggi solo 13 su 31 province cinesi ancora posseggono fattorie della bile.
Nel 2000 la AAF stipulò un accordo storico con la Child Wildlife Conservation Association e il Dipartimento Forestale del Sichuan: l'accordo prevedeva la chiusura progressiva degli allevamenti con il ritiro delle licenze riscattate dall'associazione, l’abolizione delle fattorie, la liberazione di 500 orsi, la costruzione di centri di salvataggio, la possibilità di pubblicizzare alternative erboristiche e sintetiche alla bile d'orso.
AAF lavora da numerosi anni a fianco dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità con lo scopo di sensibilizzare i medici (ancora legati alla medicina tradizionale cinese), collaborare con le autorità locali per monitorare che questa aberrante attività dell'estrazione della bile non venga praticata in luoghi dove oramai è illegale (ad esempio in Vietnam è vietata dal 1992) e sensibilizzare i consumatori sulle conseguenze negative che comporta il consumo di bile di orso.
Pochi sanno che il principale componente della bile è l'ursodeoxicolico, un acido utilizzato in molti campi, dall'industria farmaceutica per curare disturbi quali febbre, spasmi, infiammazioni agli occhi, patologie al fegato, all'industria cosmetica e alimentare per produrre beni di largo consumo quali tè, lozioni, shampoo, vino, bevande energetiche e unguenti. Le società produttrici omettono però di dire che i beni sono contaminati in quanto la bile estratta dagli orsi gravemente malati non subisce nessun procedimento di raffinamento e quindi, se analizzata, vi si trovano sicuramente tracce di sangue, pus, urine e feci che inevitabilmente finiscono nei prodotti utilizzati e smerciati tutti i giorni nei soli paesi asiatici. Fortunatamente in Europa non vengono distribuiti.
Le alternative alla bile d'orso ci sarebbero. L'Associazione Cinese di Medicina, Filosofia e Ambiente ha reso noto che esistono almeno 54 alternative erboristiche, tra cui il rabarbaro, il tarassaco, il crisantemo, la salvia, l'edera e che questo acido può essere sintetizzato in laboratorio, senza alcun effetto collaterale, con una maggiore garanzia per i consumatori e con costi di produzione notevolmente inferiori.
Nel 2009 AAF ha finanziato il 'Convegno Internazionale per la Conservazione delle Specie in via di estinzione e la Medicina Tradizionale' organizzato dall'American College of Traditional Chinese Medicine, insieme alla World Federation of Chinese Medicine Societies; l'importante convegno si è tenuto a Pechino e ha visto la partecipazione di 250 esperti che si sono confrontati sulle alternative cruelty-free.
Ma, nonostante la consapevolezza, l'assiduo impegno e la crescente battaglia dell'associazione, le fattorie della bile sono ancora attive.
Sono luoghi sporchi nei quali migliaia di orsi vengono 'munti' e torturati giornalmente. All'interno vi troviamo minuscole gabbie di contenzione che non permettono all'orso nessun movimento; gli arti nel giro di pochi anni si atrofizzano, si paralizzano e si deformano. Gli animali reclusi non possono liberamente accedere ad acqua e cibo, perché fame e sete provocano loro forte stress e di conseguenza un notevole aumento della bile.
Questo trattamento disumano li accompagna per tutto il loro ciclo vitale, che è di circa 25/30 anni, ma difficilmente vivono così a lungo all'interno di una fabbrica. Il trattamento della bile, sia esso eseguito con la tecnica della mungitura attraverso cateteri di metallo conficcati nell'addome fino alla cistifellea, attraverso la tecnica dello sgocciolamento libero detta free dripping (unica tecnica ancora legale in Cina) o tramite la falsa tecnica del free dripping (che consiste nell'inserire in maniera permanente un catetere di plexiglass dentro la fistola e impossibile da vedere se l'addome dell'orso non sia perfettamente rasato o se non sia esaminato da vicino), è decisamente doloroso per l'orso che, se non muore prima per il servizio e le torture subite, diventa pazzo a tal punto da tentare il suicidio. Per evitare che questo avvenga, gli allevatori gli strappano i denti e gli amputano le falangi.
Gli orsi liberati vengono ricoverati al Moon Bear Rescue Centre in condizioni di forte stress, con delle enormi ferite fisiche (disidratazione, malnutrizione, profonde lacerazioni e piaghe che gli causano peritoniti, tumori, ulcere e il danneggiamento della cistifellea che verrà necessariamente asportata una volta arrivati al santuario) e psicologiche.
La cattiva notizia è che nessun animale potrà essere rimesso in libertà nel proprio habitat naturale perché, essendo nato in cattività o strappato dalla madre troppo piccolo o invalido a causa delle torture subite, avrebbe scarse possibilità di sopravvivenza.
La buona notizia è che gli esemplari che superano il lungo trattamento riabilitativo, un mix di interventi chirurgici, cure a base di antibiotici, coccole e fisioterapia riabilitativa per rafforzare la muscolatura atrofizzata, dimenticano la cattiveria dell'uomo e tornano a vivere anche se all'interno di una riserva. Imparano a camminare, nuotare, arrampicarsi, correre, a interagire con i propri simili, a familiarizzare con l’ambiente circostante.
Come già sottolineato, questa organizzazione non si muove esclusivamente per salvare gli orsi della luna e negli ultimi anni sta abbracciando svariate campagne.
Nel 2009 AAF decide di avviare un'operazione chiamata Friends or Foods appoggiata anche da numerose associazioni animaliste cinesi per porre fine al commercio di carne di cane e gatto in tutta l'Asia.
Solamente in Cina ogni anno milioni di cani e gatti, affrontano estenuanti viaggi stipati su camion, senza acqua e cibo, per essere trasportati nei mercati dove troveranno una brutale morte. I cani saranno colpiti sul muso con un randello, accoltellati, uccisi con scosse elettriche e fatti dissanguare perché le carni degli animali torturati, si dice siano più tenere. Stessa sorte, se non peggiore, spetta ai gatti, i quali, nella maggior parte dei casi, vengono immersi nell'acqua bollente ancora vivi.
Il fine dell'operazione dell’AAF è quindi quello di educare e sensibilizzare i consumatori e il suo successo è rafforzato da altre due campagne: Dr Dog, un programma di pet-therapy (più di 100 cani hanno offerto la loro assistenza medica a 28 tra ospedali, ospizi e orfanotrofi) e la campagna chiamata Professor Paw, un programma incentrato sull'educazione al rispetto degli animali, nelle scuole e nelle università. Grazie alla sinergia di queste tre battaglie, cresce in modo esponenziale il numero di proprietari di animali e grazie a questo seme piantato dall'associazione forse un giorno sparirà il commercio e il consumo della carne di cane e gatto in tutta l'Asia.
Sicuramente, AAF ha avuto una delle più grandi soddisfazioni proprio in questi giorni. Dal 28 Ottobre è ufficiale che il Ministero per lo Sviluppo Urbano e Rurale cinese ha abolito gli spettacoli con gli animali all'interno degli zoo, grazie anche alle numerose pressioni esercitate dall'associazione stessa al governo cinese. E con questo provvedimento, per la prima volta, la Cina prende una posizione storica nei confronti degli animali. Tutte le strutture pubbliche e private dovranno adeguarsi pena la chiusura delle strutture stesse entro 3 mesi e saranno costrette a sciogliere i contratti stipulati con terzi ossia con le organizzazioni circensi che prendevano in affitto alcuni spazi situati all'interno degli zoo per mettere in scena orribili spettacoli.
Per tutto il 2009 il team di AAF ha investigato su zoo e parchi safari in tutta la Cina e verso la fine dell'anno le diverse indagini hanno documentato le numerose atrocità perpetrate ai danni degli animali: orsi presi a pugni per eseguire tristi numeri da circo, leoni e tigri ai quali erano stati rimossi i denti per farli esibire in performance assurde, animali vivi utilizzati e lanciati nelle gabbie per sfamare i grandi predatori.
Il documentario presentato da AAF ha smosso l'opinione pubblica che ha manifestato la volontà di non voler assistere più a queste visioni crudeli e atroci.
David Neale, di Animal Welfare Director di Animals Asia si è congratulato con il Governo Cinese per l'importante e forte decisione: "Mi complimento con il Ministero per l’azione intrapresa nei confronti degli zoo. In particolare, siamo felici che le performance circensi, causa della sofferenza di molti animali, siano state messe per la prima volta in discussione. Ci auguriamo che la direttiva possa in futuro portare ad un perfezionamento del sistema normativo. Il nodo cruciale per la Cina è l’assenza di un sistema di leggi a tutela dei diritti animali.
In quest'ottica, la direttiva del Ministero per lo Sviluppo Urbano e Rurale rappresenta uno straordinario successo. Le esibizioni mostrano un’immagine distorta degli animali, che non permette l’affermazione di un generale sentimento di rispetto ed empatia nei loro confronti. Gli spettacoli sono il risultato di una violenza continuata e sistematica che comincia con la cattura, prosegue con l’addestramento e si esplica davanti agli occhi divertiti del pubblico".
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