"Chi ha compagni non morirà", in ricordo di Ivan Bernardini

"Risulta impossibile racchiudere in poche righe la biografia di un uomo che ha trovato nella politica, nella sua più alta accezione, il perno di un agire sociale e di un pensiero critico mai accomodante, che lo hanno fatto tanto apprezzare". A un anno dalla sua scomparsa, ricordiamo Ivan Bernardini con un articolo che fu pubblicato nel 2010 dal collettivo di Archivi della Resistenza - Circolo Edoardo Bassignani.

Domenica sera Ivan Bernardini ci ha lasciato. Una morte tanto più dolorosa perché giunge inaspettata, quando il brutto ictus di metà aprile sembrava ormai arginato e Ivan era apparso a chi era andato a trovarlo sulla via del recupero. Tutti noi avevamo la convinzione che la sua voglia di vivere lo avesse messo al riparo da ogni ricaduta. Invece tutto è successo poco prima dell’orario di visita, e i familiari e i compagni – che erano passati a salutarlo in vista del suo trasferimento per la riabilitazione a Fontanellato, previsto per il giorno seguente – hanno appreso la notizia con incredulità e sgomento. Ivan Bernardini era Vice-sindaco e Assessore ad Ambiente, Agricoltura ed Attività Produttive del Comune di Fosdinovo e Segretario del Circolo del Partito della Rifondazione Comunista “Nello Masetti” di Fosdinovo. Dall’anno della sua fondazione (2004) era Presidente del Comitato Sentieri della Resistenza. Ma risulta impossibile racchiudere in poche righe la biografia di un uomo che ha trovato nella politica, nella sua più alta accezione, il perno di un agire sociale e di un pensiero critico mai accomodante, che lo hanno fatto tanto apprezzare. Ivan era anche la memoria storica di tante esperienze della sinistra sul nostro territorio, dagli anni della contestazione fino agli avvenimenti più recenti. L’incontro tra Ivan e la nostra associazione è avvenuto nei primi anni Duemila e il suo apporto era sempre intelligente, documentato e pieno di un entusiasmo contagioso. Oltre al già ricordato ruolo di Presidente del Comitato Sentieri della Resistenza, era un animatore di tutte le nostre attività sulla Resistenza, una presenza fissa al festival Fino al cuore della rivolta, nella doppia veste di militante (era ovviamente anche un iscritto ANPI) e di rappresentante istituzionale. Molti di coloro che leggono questo testo, ricorderanno i suoi interventi durante le manifestazioni, sempre animati da lucidità critica e una carica ideale che sapevano infondere coraggio: nei discorsi di Ivan l’indignazione per il presente del nostro paese, che pure era marcata, non inibiva mai un senso di fiducia riposta; in lui era forte il sentimento della partecipazione e dell’impegno a rilanciare sempre la lotta per un mondo migliore (e Ivan è stato uno dei più convinti altermondisti che abbiamo conosciuto)... La sua casa a Poggio Aurora è stata un punto di riferimento per tanti compagni, anche per i più giovani delle ANPI e di Archivi: lì si tenevano le riunioni del Comitato Sentieri della Resistenza. Un luogo davvero speciale, che sembrava metterci in contatto con un passato contadino, che Ivan aveva potuto vivere direttamente attraverso la sua famiglia di origine e che rivendicava con ammirazione vera (spesso avevamo ascoltato i suoi racconti sull’infanzia nei campi , ma anche il bambino che aveva frequentato le colonie estive dei partigiani nel dopoguerra, proprio dove ora c'è il Museo Audiovisivo della Resistenza). Un passato che per lui era la ragione di un futuro migliore (amava ripetere che la rivoluzione o era contadina o non era!) e che ti dava subito la misura di una adesione mai conformistica ad un patrimonio di idee che in lui si declinavano nelle diverse, eppure convergenti, anime: comunista, pacifista ed ecologista. Ivan lo avevamo visto un’ultima volta, prima che stesse male, domenica 14 marzo, giorno del suo compleanno, perché insieme all’ANPI di Sarzana eravamo andati a ripulire il sentiero per la camminata Percorsi della Resistenza, con la quale si ricorda ogni anno la Liberazione di Sarzana. Avevamo scherzato insieme sui suoi 63 anni e lui ci rispondeva con il suo solito entusiasmo, con una forza d’animo e una passione esemplari. Era stata una giornata felice, avevamo chiacchierato abbondantemente, come sempre finiva tra di noi, ma non immaginavamo minimamente quello che stava per accadere. In queste ore la nebbia del dolore non ci impedisce di intravvedere ciò che Ivan avrebbe voluto da noi: sappiamo tutti che il lavoro sulla memoria di questi anni dovrà, adesso, essere portato avanti con ancora più tenacia, perché come dice una canzone che Ivan amava molto citare: “Chi ha compagni non morirà”. E Ivan sarà con noi in tutto quello che faremo. Caro Ivan, che la terra ti sia lieve Comunicato stampa del collettivo di Archivi della Resistenza - Circolo Edoardo Bassignani diffuso il 2 maggio 2010

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