Tra qualche giorno si celebrerà la Pasqua cristiana e, con questa, la strage di tantissimi agnellini strappati alle loro madri per poi essere brutalmente uccisi e finire sulle nostre tavole. L'appello di Tamara Mastroiaco, rivolto in particolare alle donne affinché non siano complici indifferenti di questa crudeltà: possiamo permettere che ad una madre, anche se di un'altra specie, venga negato il piacere della maternità?
La cartolina che vedete qui accanto, l'ho trovata in un bar qualche sera fa, quando mi stavo recando alla serata Diritti animali in biblioteca.
È la pubblicità di Quando la mia bimba sogna, un libro di immagini create dalla fantasia di una mamma che si è divertita a pensare “quali fiabeschi universi cullino il sonno della piccola sognatrice”. Secondo l'autrice, in uno dei suoi sogni, la bimba accarezza un agnellino.
Non me ne voglia l'autrice (magari è anche vegetariana o vegana, chissà) ma la cartolina pubblicitaria ha scaturito dentro di me una serie di emozioni, purtroppo tutte negative; vedere di nuovo la figura e la parola agnellino inserite in un contesto di dolcezza e amore, mi hanno suscitato rabbia e vergogna.
Ho i miei buoni motivi: tra qualche giorno sarà Pasqua! Ho pensato alla paura, alla solitudine, al terrore che provano questi teneressimi animali quando vengono separati dalle mamme, quando stipati in freddi camion, vengono trasportati dopo lunghi ed estenuanti viaggi in quei luoghi anch'essi freddi, chiamati macelli, in cui appesi ad un doloroso gancio di ferro, attendono che la morte per dissanguamento prenda il sopravvento sulla loro breve e 'insignificante' vita.
Quale giustificazione a tutta questa crudeltà? La religione? Non credo, se non sbaglio, anche gli atei mangiano l'agnello a Pasqua! La tradizione? Non siamo mica degli stolti! Ci sono tradizioni che non rispettiamo anche se radicate nella nostra cultura!
Ah sì, certo, siamo ospiti, non ci avevo pensato! Potremmo sembrare dei veri e propri maleducati! Come si può fare? Semplicemente comunicare alla persona che ci ha invitato che non mangiamo l'agnello, come faremmo nel caso fossimo allergici o intolleranti ad un determinato alimento; eviteremo così l'imbarazzo a tavola e non saremmo scortesi con la 'padrona' di casa che avrà cucinato anche per noi. Di scuse, anche meno banali, potremmo trovarne diverse!
Spesso, ci sentiremo dire: “Ma dai, in fondo è solo un animale e gli animali sono fatti per essere mangiati!”. Ma cosa e quanto sappiamo degli animali? Cosa ha provato la mamma quando gli hanno tolto il piccolo agnellino? Quello che potremmo provare noi mamme 'umane' e voi papà 'umani'! Provate ad immaginare se qualcuno provasse a strapparvi vostro figlio appena nato o di qualche settimana o anche adulto!
Siate onesti: sareste disposti ad uccidere pur di salvarlo, pur di non farvelo portare via, pur di evitargli qualsiasi sofferenza o tortura! Il dolore di un essere umano non è paragonabile al dolore di un animale, penserete voi... falso! Forse siamo noi che non riusciamo (o non vogliamo) leggere un sentimento d'amore nella pecora o negli altri animali.
Se gli altri animali potessero parlare ci comunicherebbero le loro emozioni.
Attribuire loro dei sentimenti umani non è una congettura. A dichiararlo sono scienziati, zoologi, antropologi, etologi, neurobiologici, neutoetologi, i quali sono sempre più convinti che tutti gli animali provano emozioni, ma è difficile provarlo scientificamente.
A differenziare l'uomo dagli altri animali è la comunicazione, il linguaggio, poiché solo gli umani sono dotati di organi adatti e necessari per articolare le parole; ma questo non significa che essi non provano emozioni, semplicemente indica che le comunicano in altri modi.
L'insigne neuroscienziato Jaak Panksepp della Bowling Green State University scrive: “Esistono prove schiaccianti che altri mammiferi possiedono molti dei nostri circuiti emotivi di base [...] Questa evidenza è oramai indiscutibile: in sostanza, a livello emotivo tutti i mammiferi sono notevolmente simili” (Masson, J.M, Il maiale che cantava alla luna, Il Saggiatore, Milano 2009).
L'etologo Danilo Mainardi ha affermato: “Tanto più un animale è sociale - e le pecore lo sono - tanto più sarà sviluppato il suo sistema di comunicazione delle emozioni, soprattutto le più comuni: rabbia, paura, desiderio o gioia”. Sempre Mainardi ha dichiarato che lo scetticismo di chi non crede che gli animali possano provare sentimenti più o meno come noi esseri umani “è un atteggiamento filosofico-culturale più che scientifico. La tradizione che considera gli animali alla stregua di macchine ha fatto comodo a un certo tipo di antropocentrismo e ci sarebbe qualche imbarazzo ad ammettere che gli animali provano emozioni simili alle nostre e poi continuare a fare quello che si fa, o si è fatto fino a ieri, nei loro confronti. Un organismo superiore non funziona senza base emotiva”, ammette senza alcun dubbio l'etologo.
Siamo certi che la pecora non possa provare le nostre stesse emozioni? Mi rivolgo a voi, nonne, zie, mamme, donne che avete provato la magia della maternità, che avete sentito un essere meraviglioso crescere dentro la vostra pancia, che avete visto per la prima volta battere il cuore del vostro piccolo durante un'ecografia, che avete ascoltato il primo vagito in sala parto con cui vi ha annunciato il suo arrivo al mondo e attraverso il quale vi ha fatto capire che è andato tutto bene, che lo avete stretto infinite volte tra le vostre braccia, che avete affondato il vostro naso nella sua pelle morbida, che lo avete accarezzato tutte le notti per farlo addormentare, che avete provato il piacere di sentirvi cercare da manine insicure: come possiamo permettere che ad una mamma, anche se di un'altra specie, venga negata la maternità e gli venga ucciso il piccolo!
Siamo noi donne che possiamo fare la differenza e apportare il cambiamento nei nostri menù delle feste o nelle nostre tavole perché siamo quasi sempre noi a decidere cosa preparare per la nostra famiglia e per i nostri ospiti. Mi appello a voi donne onnivore che per abitudine o per tradizione mangiate la carne, non comprate e non cucinate i cuccioli di nessuna specie!
Non siate complici indifferenti, cercate anche lentamente di cambiare le vostre abitudini alimentari e quelle dei vostri familiari, cercate di mangiare sempre meno alimenti di origine animale, anche se siete cresciute con la cultura della carne e dei latticini!
Ne trarrà vantaggio la vostra salute e il nostro pianeta: numerose specie sono in via di estinzione per colpa dell'uomo, colpevole di vivere, pensando che tutte le risorse della terra siano inesauribili e create per soddisfare un'unica specie.
Propongo a voi, donne aperte e sensibili, diversi link con i menù di Pasqua, con l'augurio che possiate divenire protagoniste di un cambiamento antropologico, sociale e culturale.
Buona Pasqua Veg!
Ricette di Pasqua senza crudeltà
MeatOut – Menu di Pasqua 100% vegetale
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Menu di Pasqua 2012
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