di
Dario Lo Scalzo
06-04-2012
Al fine di avviare un dialogo trasparente sul Tav, a Torino è stata lanciata l'azione collettiva nonviolenta Ascoltateli!, partita da un digiuno condiviso in piazza. Per saperne di più, abbiamo intervistato Edoardo Acotto, uno degli ideatori dell'iniziativa.
Dal 17 Marzo a Torino è stata lanciata un’iniziativa sui generis da parte di un gruppo di persone facenti parte della società civile, con l’obiettivo di dar vita ad un'azione collettiva per avviare un dialogo trasparente sul Tav. Il Cambiamento ha incontrato Edoardo Acotto, insegnante di filosofia e storia ed ideatore insieme a Nanni Salio e ad altri amici dell’azione collettiva nonviolenta Ascoltateli!, per capire le ragioni e le motivazioni di questo nuovo impegno civile che ha scelto di esprimersi attraverso una particolare modalità di protesta.
Intorno alla questione Tav continuano senza sosta contestazioni, dibattiti pro e contro, manifestazioni, proteste. Tra i diversi intervenenti ci sono movimenti, comitati, associazioni, partiti, parti sociali e di recente anche Ascoltateli!. Come e perché nasce?
Nasce da un'idea mia e di Nanni Salio: ne avevamo già parlato l'anno scorso, in prossimità della manifestazione di Chiomonte del 3 luglio, nella quale ho per la prima volta inalato i gas lacrimogeni. All'epoca non fu possibile avviare un'azione con queste caratteristiche, e ora ne abbiamo riparlato dopo gli arresti degli attivisti del Movimento NoTav e dopo la manifestazione torinese cui sono seguite polemiche a mio avviso assurde sulla 'violenza' delle scritte sui muri. A quel punto mi sono detto che la discussione era diventata surreale e che bisognava tentare con tutte le forze di far sentire chiara e netta la voce della nonviolenza teorica e pratica.
Dallo scorso 17 Marzo avete iniziato un digiuno. Perché scegliere questa forma di protesta per portare avanti le vostre ragioni?
Il digiuno (non 'sciopero della fame') è una tradizionale tecnica di lotta nonviolenta. Gandhi, e con lui anche l'importante gandhiano italiano Aldo Capitini (allievo di Gentile, pedagogo e filosofo, ideatore tra l'altro della famosa marcia della pace Perugia-Assisi, 1961), considerano il digiuno anche come uno strumento di 'autopurificazione', necessario per il personale cammino verso la nonviolenza e per fare una sorta di passo indietro spirituale e cognitivo.
Quasi a dire: pur convinti delle nostre ragioni, ci fermiamo un momento per considerare anche la realtà di quelle altrui, e soprattutto il fatto che dall'altra parte non c'è una pura oggettività, ma esseri umani come noi, pur se nostri avversari. Sempre con Gandhi, i nonviolenti dicono spesso che si combattono le idee, non le persone: digiunare per noi vuol dire anche questo, cercare di spostare l'accento della nostra lotta dalle persone alle azioni.
Il digiuno è solitamente una scelta individuale, in questo caso auspicate che diventi una vera e propria iniziativa, ci spieghi?
Digiuni a staffetta se ne sono fatti tanti e se ne fanno ancora: la specificità della nostra azione è quella della pubblicità, stiamo in piazza, abbiamo montato la tenda prestataci dal Movimento NoTav e proveniente dalla Maddalena di Chiomonte, dormiamo lì, è diventata la nostra seconda casa, un luogo di passaggio ma anche di aggregazione, si conoscono persone, si scambiano esperienze, si incontrano anche tipi di attivismo che finora possono essere rimasti non espressi.
Pensiamo insomma che il digiuno collettivo abbia un valore tutto suo: si conservano le caratteristiche d’impegno e anche sacrificio individuale, e si raccoglie l'impegno e l'azione di gruppo. Il digiuno diventa iniziativa e si espande, ci sono altri digiunanti nel comune di Villar Focchiardo, in alcuni comuni liguri, a Trieste, a Livorno e più recentemente anche a Roma.
Rifocalizzandoci sulla problematica che sta alla base dell’iniziativa di Ascoltateli, quindi la questione TAV, a cosa mirate concretamente con la vostra forma di protesta? Che azioni concrete ed impattanti contate di mettere in piedi?
L'obiettivo concreto è ovviamente un punto importantissimo, ma non l'unico: chiedendo l'ascolto ci siamo concentrati, in questa prima parte di azione, sull'organizzazione di una situazione che rendesse credibile la richiesta. Ora che questo risultato è stato raggiunto stiamo stringendo meglio l'obiettivo concreto. Abbiamo chiesto fin dall'inizio un confronto tecnico, tra i tecnici NoTav e i tecnici SìTav, e ora che è stato formulato un documento di risposta ai 14 punti del presidente Monti, consideriamo questo documento come la soglia inferiore di ascolto da noi richiesto.
Per chi non lo ricordasse, i 14 punti costituiscono la presa di posizione ufficiale del governo Monti a proposito della questione TAV Torino-Lione: i tecnici NoTav hanno poi risposto a questi punti nel documento sopra citato, dichiarando sostanzialmente che la posizione del governo non poggia su ragionevoli basi scientifiche. Da parte nostra a questo punto intendiamo indirizzare la richiesta di risposte precise ai rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali: auspichiamo che le forze politiche che ci sostengono rivolgano interpellanze presso Comune, Provincia e Regione e che le istituzioni vi risponderanno in maniera non elusiva.
Alcuni giorni fa il Premier Monti ha dichiarato seccamente che la TAV deve fare un passo avanti lasciando intendere che i lavori proseguiranno. Quali sono le vostre intenzioni in tal caso? E quali le vostre speranze?
Speriamo ovviamente che le parole di Monti contengano una buona dose di retorica decisionista, volte più a mantenere alto il livello del consenso che a risolvere la spinosa situazione creatasi in Valle. Noi proseguiremo nella nostra azione fino a quando le forze ce lo consentiranno: attualmente la nostra data obiettivo per il mantenimento del presidio è il 25 aprile-1 maggio.
Le modalità di riunione di Ascoltateli!, circolari, che prediligono la comunicazione orizzontale ricordano il linguaggio ed il codice di movimenti degli indignati...
Sì e anche Occupy Wall Street, che è presente a molti di noi come nuova interessantissima modalità di azione politica: ci sono dei politici che ci aiutano (SEL, Movimento 5 Stelle, Movimento Umanista), ma noi non siamo politici, siamo cittadini, società civile, e chiediamo qualcosa che va – o dovrebbe andare - al di là degli schieramenti.
Siamo coscienti di rappresentare più che altro noi stessi (siamo al servizio delle ragioni del movimento NoTav, ma non ne siamo espressione diretta, posto che la distinzione abbia qualche senso) ma sappiamo che ci sono forze in campo che si stanno muovendo in questa direzione, come il movimento per i Beni Comuni e il recente, connesso, appello per un soggetto politico nuovo.
Nel nostro tempo probabilmente i guai sono cominciati quando si è persa la capacità di conoscere ed ascoltare. Conoscere implica accogliere mentre l’ascolto si nutre di comunicazione. Che stato d’animo e che aspettative ha un’azione come la vostra che mira a farsi ascoltare?
Come ha detto bene Nanni Salio (presidente del Centro Studi Sereno Regis) all'inizio della nostra azione, nessuno può sapere che risultati saranno conseguibili. Quando si inizia un'azione nonviolenta collettiva come questa, non si può sapere che cosa succederà. Il successo non è mai garantito, e bisogna essere preparati anche all'insuccesso. Per questo bisogna cercare di proporre modalità nonviolente di lotta che in qualche modo siano un premio in se stesse: partecipare alla vita della tenda dei digiunanti in Piazza Castello è un'esperienza molto bella che per noi rimarrà per sempre a testimonianza del fatto che non siamo ridotti all'impotenza, come talvolta si afferma da parte di una certa cultura politica apocalittica.
Commenti