"Vi auguro, e mi auguro, in questo altro nuovo anno che arriva, di sbocciare in fretta, di venire allo scoperto senza temere troppe solitudini".
Ho due vasi di camelie in balcone, e stanno lì dalla scorsa estate. Hanno lo stesso impianto di irrigazione che le innaffia ogni giorno e lo stesso vento che le annoda, lo stesso sole. Tre settimane fa mi sono accorta che erano entrambe piene di boccioli. Ogni mattina sono andata a controllare quanto aumentasse la pressione all’interno delle foglie chiuse, che presto sarebbero esplose senza pudore. Ho perso la speranza di vederlo succedere per un po’, dopo qualche giorno. La situazione sembrava proprio sul punto di, ma ho capito che non era ancora il momento, nonostante la tensione dell’attesa. Che c’era un tempo per ogni cosa. Che c’era bisogno della giusta pazienza.
Ma ieri, chissà perché lei, chissà perché adesso, una di quelle palline verdi ha iniziato ad aprirsi, umida e rossa. Aveva l’incertezza dei neonati quando vengono fuori dal buio, catapultati nel rumore e nell’aria. Aveva quell’identico annoiato aspetto stropicciato. Oggi si era fatta coraggio e aveva cominciato a spingere i petali intorno e in alto. Familiarizzava con la strada, le macchine parcheggiate, il limone, il cancello automatico, la dirimpettaia che stende i panni, la voce della piccola Sofia al piano superiore, il cielo che cambia colore. La guardo ed è unica. Nessun altro bocciolo dà cenni di apertura, resistono tutti alla curiosità, rispettano il calendario. Così, almeno credono, appassiranno più tardi, prolungheranno la propria estate.
Vi auguro, e mi auguro, in questo altro nuovo anno che arriva, di sbocciare in fretta, di venire allo scoperto senza temere troppe solitudini. Perché girando attorno lo sguardo, troveremo sempre altri pezzi di vita a parlarci, a insegnarci diversi, misteriosi linguaggi. Vi auguro, e mi auguro, di arrivare in anticipo agli appuntamenti, perché anche aspettando si imparano un sacco di cose. Non so se questo ci farà sfiorire un po’ prima, ma forse la nostra precoce presenza sarà una gioia per chi pensava di sapere già tutto, di come vanno il mondo e le sue stagioni. Vi auguro e mi auguro di essere, dovunque ci troveremo, un segno di meraviglia e di contraddizione.