di
Alessandra Profilio
20-04-2012
Negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell'intero territorio nazionale. È quanto emerge dall'ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (Infc) del Corpo forestale dello Stato presentato ieri a Roma.
Negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell'intero territorio nazionale.
È quanto emerge dall'ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (Infc) del Corpo forestale dello Stato presentato ieri a Roma alla presenza di Mario Catania, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Corrado Clini, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato, e Giuseppe Alonzo, presidente del Cra (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura). Insieme a tali dati, sono stati presentati anche i risultati dell'indagine sulla quantità di carbonio contenuto nei suoli forestali italiani.
L'indagine evidenzia come la quantità di carbonio trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste sia pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Il 58% di tutto il carbonio forestale (pari a 700 milioni di tonnellate) è contenuto nel suolo, il 38% nella vegetazione arborea e arbustiva ed il restante 4% nella cosiddetta 'lettiera', nei residui vegetali e nel legno morto.
Tali dati, ha sottolineato il Corpo forestale dello Stato, evidenziano l'importanza dei suoli forestali, non soltanto per la loro funzione di difesa idrogeologica, di conservazione e tutela della biodiversità e di base per la produzione di legname, ma anche per la mitigazione dei cambiamenti climatici in atto.
I risultati dell'ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio del Corpo forestale dello Stato sono stati commentati positivamente anche dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori: “le foreste – afferma la Cia - producono l'ossigeno che respiriamo, contribuiscono alla difesa della biodiversità, svolgono un ruolo primario nella salvaguardia del suolo e delle risorse idriche e funzionano come depositi di assorbimento del carbonio”.
Secondo la Confederazione italiana agricoltori è dunque fondamentale recuperare e rafforzare la gestione e la manutenzione delle foreste, anche perché queste costituiscono una delle principali risorse per lo sviluppo delle aree rurali e montane e sono fonti straordinarie non soltanto di ossigeno, ma di occupazione, reddito e materie prime rinnovabili.
Se è positivo l'aumento del patrimonio forestale italiano, permane comunque il grave problema del consumo di suolo. Come ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole e forestali Mario Catania, infatti, stiamo consumando suolo destinato all'agricoltura “con ritmi incompatibili per un paese che abbia cura di sé e delle generazioni future”.
Il ministro dell'Agricoltura ha ricordato che, oltre alla regressione della superficie agricola, pari a circa 12 milioni di ettari, un altro terzo del territorio italiano è sottratto alla natura e all'agricoltura dall'urbanizzazione e dalle infrastrutture.
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