Le infrastrutture energetiche italiane non riescono a sostenere l'energia prodotta dalle fonti rinnovabili e a gestirne la non programmabilità. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas lancia l'allarme sullo sviluppo di un settore che, soprattutto al Sud, non può contare su una rete adeguata.
In occasione della sua ultima relazione al Parlamento, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG) ha sollevato il problema dell'inadeguatezza della rete energetica nazionale a gestire l'intermittenza delle fonti rinnovabili e il sovraccarico di energia prodotta.
Con oltre 11 GW installati, il trend di crescita delle energie rinnovabili in Italia sta infatti superando velocemente le aspettative. Lo sviluppo del settore si sta concentrando in un numero limitato di aree, prevalentemente Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Isole maggiori, ormai quasi in grado di coprire con le sole fonti alternative la propria domanda energetica, ma particolarmente deboli sul piano infrastrutturale.
Questa debolezza - afferma l'Authority - insieme alla non programmabilità della produzione di energia da rinnovabili, legata alla natura stessa delle fonti, si traduce nella congestione delle reti che non riescono a distribuire la potenza generata. Uno spreco di energia preziosa, tra l'altro cofinanziata attraverso il sistema degli incentivi a prescindere dal suo effettivo utilizzo.
Su questo tema è intervenuta anche Terna, principale proprietario e gestore della rete di trasmissione nazionale ad alta tensione. In un recente documento, la società si è fatta avanti per costruire dei sistemi di accumulo, che consentirebbero di conservare l'energia prodotta dagli impianti non programmabili e di dispacciarla nei momenti in cui il fabbisogno è più elevato. In particolare, si tratterebbe di realizzare batterie amovibili, da collocare all'interno o nei pressi delle stazioni elettriche.
La proposta è già oggetto di un braccio di ferro con i produttori, che chiedono, piuttosto, di sfruttare gli impianti a gas al momento non utilizzati e di potenziare le reti energetiche.
Di fatto l'Authority non si sbilancia su quale sia la soluzione ottimale per riportare il sistema in equilibrio e chiede al nuovo governo di individuare la strada più vantaggiosa, tra accumuli, ricorso alle centrali, ampliamento della rete.
In ogni caso, in assenza di interventi, avverte l'AEEG, il problema tenderà ad aggravarsi man mano che lo sviluppo tecnologico consentirà di ricavare maggiori quantitativi di energia dal vento e dal sole che non potranno però essere immessi nel sistema.
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