La potenza del settore automobilistico e di conseguenza di quello petrolifero è sconfinata.
Sono stati fra i primi a sapere che proseguendo nell’estrazione e consumo dei combustibili fossili si sarebbe portato il mondo al collasso ma non hanno fatto e non fanno nulla per impedirlo. La loro forza economica e pubblicitaria e quindi persuasiva, è in grado di piegare ai loro interessi chiunque.
Nemmeno il gigantesco scandalo della falsificazione dei dati delle emissioni dei veicoli diesel che ha coinvolto la Volkswagen ha avuto particolari ripercussioni, hanno proseguito come se nulla fosse. Questo dà l’idea della forza di questi potentati. E’ evidente quindi che qualsiasi minimo attentato ai loro business trova grandi resistenze. Sarà per i cambiamenti climatici e per il conseguente odore sempre più forte di catastrofe, ma nelle città si è iniziato a capire che il peggiore e più costoso modo per muoversi è l’automobile. E quindi aumentano le persone che vanno in bicicletta o mezzi più agili, più comodi e soprattutto assai meno costosi delle automobili. Noi aggiungeremo meno inquinanti ma si sa che l’ambiente in Italia è purtroppo sempre l’ultima preoccupazione.
Comunque sia, sono nati vari mezzi alternativi all’automobile, come ad esempio i monopattini elettrici che hanno suscitato grande interesse. Tra l’altro hanno il non trascurabile vantaggio di poter essere ricaricati direttamente da sistemi di fonti rinnovabili, cosa che una automobile alimentata da combustibili fossili (il 99,5% del parco di autoveicoli circolante in Italia) non può certo fare. Insomma se non si usa l’automobile si mette in crisi un sistema di guadagno enorme. Poteva essere lasciato fare? Ovviamente no. E infatti, alla prima diffusione dei monopattini elettrici ecco spuntare mille impedimenti: targhe, assicurazioni, balzelli, divieti, limiti di velocità, ecc. Che ci sia puzza di marcio dietro si sente lontano mille miglia. Ma ammettiamo che tutti questi ostacoli burocratici e legati alla sicurezza siano opportuni; se tanto mi dà tanto allora come la mettiamo con automobili e motociclette che fanno migliaia di morti e feriti ogni anno? Dovrebbero essere dichiarate illegali oggi stesso? Del resto come fanno a essere legali dei mezzi che arrivano a velocità pazzesche fino e oltre i 200 chilometri orari e che superano di molto i limiti di velocità che in Italia sono al massimo di 130 chilometri orari? E la velocità che raggiungono questi mezzi è la causa maggiore degli incidenti.
Giustissimo seguire una logica puntigliosa e assai fiscale per proteggere l’incolumità ma allora facciamolo per tutto, in primis per motociclette e automobili. E se veramente ci si tiene alle persone, allora quanto meno questi mezzi dovrebbero essere costruiti già a monte che vadano al massimo a 130 chilometri orari, che comunque è già una velocità notevolissima.
Visto che con i “terribili” monopattini elettrici si è così fiscali e sembrerebbe che si tenga all’incolumità, allora forse sarebbe il caso di diminuire ulteriormente la velocità anche di automobili e motociclette, quindi che siano fabbricate con un massimo possibile di velocità di 80/90 chilometri all’ora ed è ancora tanto. Per non parlare poi della pericolosissima guida al cellulare, per cui le sanzioni dovrebbero essere spietate e invece centinaia di migliaia di persone guidano allegramente e quotidianamente con il cellulare in mano e chissenefrega…..
Ma non scherziamo per favore, non siamo mica il paese dei sogni! Siamo il paese della tragica realtà dove migliaia di morti per inquinamento e incidenti sono la normalità ma un monopattino elettrico e i suoi simili sono un nemico da ostacolare in tutti i modi. E le multinazionali del petrolio e automobilistiche, come sempre, ringraziano.