Viaggio Orbetello - Grosseto sud. Un pendolare, costretto a recarsi da Orbetello a Grosseto 6 giorni a settimana, spenderebbe ben € 443,50 al mese (ridotti a 263,70 qualora la SAT accogliesse le richieste di sgravi ai residenti avanzate dal Presidente Rossi) e non avrebbe strade alternative, dal momento che per il tratto Orbetello - Albinia, al momento, non è prevista alcuna complanare.
Viaggio all'interno di un'azienda agricola in zona Tarquinia. Terzo ed ultimo esempio è quello paradossale ed emblematico di un agricoltore laziale che conduce un' azienda agricola divisa in due dall'Aurelia (ed ora ricorrente al TAR insieme ad Italia Nostra). Il progetto SAT, in quel tratto, non prevede alcun cavalcavia e l'agricoltore si vedrà costretto a percorrere oltre 30 km con i suoi trattori, tra complanari e svincoli, per raggiungere l'altra metà della sua azienda. Il Progetto SAT nuoce alla Maremma ed ai suoi cittadini, ai quali limita gravemente il diritto alla mobilità e viene avviato in una condizione di dubbia legalità: - sprovvisto di una VIA che lo prenda in esame nella sua interezza (l'ultima richiesta, riguardava il progetto collinare del 2006, del tutto difforme dall'attuale) - senza chiarezza sugli aspetti economico-finanziari né sulla durata della concessione - senza un progetto definitivo in tutto il suo tracciato - senza impegni sulle indispensabili complanari, che resterebbero quasi certamente a carico della cittadinanza. L'unica certezza è l'alienazione programmata del Bene Comune Aurelia, per la quale è previsto un misero canone di concessione all'ANAS di 4,8 milioni di euro annui e che la SAT ritiene invece esoso. Il patron della SAT Bargone infatti lo giudica un super canone, “intorno al 4% del valore della Variante quando per le altre strade l’Anas chiede solitamente il 2%”. Quindi, a suo dire, la variante Aurelia a nord di Grosseto, non vale, nel suo insieme, nemmeno 120 milioni di euro, con i suoi 104 km, quasi interamente realizzati su viadotto e in galleria. Questo sciagurato progetto, che viene a sostituire il ben più ragionevole ed economico progetto ANAS di Adeguamento dell'Aurelia, varato ed interamente finanziato dal governo Amato nel 2001 (e che ricordiamo, fu giudicato perfettamente compatibile con la richiesta europea di continuità viaria continentale) semplicemente “non s'ha da fare”. I cittadini maremmani, stanchi di vedersi sottrarre ricchezza e bellezza da amministratori incapaci e da imprenditori rapaci, si ribelleranno e ricorreranno in tutte le sedi legali, come ha già cominciato a fare Italia Nostra nel Lazio, insieme ai Comitati locali, contro il costruendo lotto A6. Tutte le irregolarità formali e sostanziali del progetto saranno stanate ed utilizzate in tribunale, come già fatto con l'inceneritore di Scarlino e tutta l'insensata filiera della termo-distruzione dei rifiuti, insalubre, antieconomica ed 'antilavorativa'.
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