Francesca Piro ha realizzato un salotto letterario all’interno della sua casa a Roma, dove periodicamente invita autori a presentare i loro libri e a dialogare con i lettori. Libri intensi e profondi così come l’organizzatrice di questa preziosa iniziativa.
Da dove e quando nasce l'idea de "La linea d'ombra" e perché questo nome?
L’idea nasce da una necessità, da un bisogno interiore di riappropriarmi delle parole, del senso e dei significati, della letteratura e dell’ascolto. E’ stata una naturale conseguenza derivante dall’attività nel Progetto Mediterranea, la spedizione nautica culturale e scientifica, ideata dallo scrittore Simone Perotti e che sto conducendo insieme a lui e ad altre 56 persone nel mar Mediterraneo da ormai cinque anni. Da quell’esperienza è derivata la percezione che tornare ad ascoltare chi ne sa più di me, di noi, della nostra anima intesa come senso dell’ascolto, della verbalizzazione dei sentimenti e del pensiero, della lettura, avrebbe potuto essere una modalità per continuare a leggere libri non soltanto come piacere della lettura fine a se stesso, ma come modello comunicativo e di coinvolgimento di altri nella condivisione. Per farlo, avevo bisogno degli scrittori e ho iniziato a cercarli e a proporre loro di venire “a raccontare” nel salotto di casa mia. Il nome del salotto è il titolo di un romanzo di Joseph Conrad, un romanzo di formazione, nel quale si racconta di un giovane uomo che per caso si ritrova a bordo di una nave mercantile ad affrontare non soltanto il mare, ma anche un equipaggio che gli si oppone. Scenderà da quella nave ormai uomo di esperienza. Aveva, con quel viaggio, passato la sua linea d’ombra. Ed anche per me è stato così: ho aperto le porte della mia casa consentendo al mondo di entrare e di scoprire quanta Bellezza c’è nell’incontro con gli altri, nella conoscenza del pensiero, nello scambio vicendevole delle idee e delle opinioni.
Qual è lo scopo di un progetto come questo e chi lo finanzia?
La Linea d’Ombra in realtà non è un progetto, perché un progetto ha un inizio e una fine, mentre il mio salotto letterario è qualcosa che potrebbe concludersi domani, ma anche continuare per moltissimo tempo. Ogni volta è come se invitassi amici a cena e questo non può definirsi progetto, associazione, fondazione o altro. E’ una modalità d’incontro e lo scopo è proprio quello di favorire l’incontro tra le persone, il convivio, condividere il tempo in uno spazio riservato nel quale il mondo – nella parte di orrifico che può rappresentare – resta fuori. Per questo motivo tutti i costi sono sostenuti interamente da me. Certo, se trovassi uno sponsor/mecenate sarebbe più semplice, ma dovrebbe lasciarmi tutta la libertà di scelta che ho oggi... quindi, non so, forse per ora va bene così.
Chi partecipa alle iniziative e che riscontro di pubblico hai avuto fino ad ora?
Il riscontro di pubblico è stato eccezionale fin dall’inizio. Ci sono stati incontri con oltre sessanta persone. Chi arriva a La Linea d'ombra lo fa perché ha ricevuto il mio invito o perché ne ha sentito parlare da amici o perché è un lettore o un amico dell’ospite di turno. E il bello sta proprio in questo: non c’è un obbligo a partecipare, non si viene qui perché “ho pagato la tessera associativa e allora devo partecipare agli incontri”. Chi vuole, chi è davvero interessato, viene. L’importante è che me lo faccia sapere scrivendo all’indirizzo mail del salotto.
Cosa ti dà più soddisfazione di quanto hai realizzato?
La gioia che vedo in chi partecipa. Gli occhi che brillano. L’emozione che traspare sui volti. Le parole di ringraziamento nei giorni successivi ad ogni evento. L’interesse che suscitano certi argomenti. La vivacità della partecipazione e del dibattito che si sviluppa. Ma soprattutto mi piace quell’atmosfera che si crea nel momento in cui tutto inizia: l’attimo prima le stanze della mia casa sono vuote, un attimo dopo amici e persone sconosciute siedono ovunque e chiacchierano fra loro. E’ bellissimo.
In un mondo e in un paese come l'Italia in cui si leggono sempre meno libri, perché ogni anno rinnovi la proposta?
Perché fin da piccola ho sempre cercato di andare “in direzione ostinata e contraria”, come diceva De André. E questo non significa “essere contro, andare contro, avere un nemico da abbattere”. Significa semplicemente aver scelto un’altra strada, che non è quella principale, del pensiero dominante, e che qualche volta va nel senso inverso. Ostinatamente.
Quali sono i temi che appassionano di più i lettori?
Non so dire con certezza. In queste quattro edizioni di rassegne, i temi hanno spaziato dalla bellezza, al viaggio, all’amore, ai diritti umani. Abbiamo affrontato tante questioni, su alcune ci siamo anche “accapigliati”, ma sempre con tanta coscienza e percezione esatta di quello che si stava ascoltando.
Sei una persona perfetta per i temi dello scollocamento che prevede di non fossilizzarsi su quello che si è studiato o sulla propria professione; infatti sei un medico che però si occupa attivamente di letteratura e in più sei una colonna portante del Progetto Mediterranea assieme a Simone Perotti. Come concili tutti questi aspetti?
Dormo poco. Per quello che considero un dono di natura, mi sveglio molto presto e molto del lavoro extra-professionale lo organizzo in quelle due ore e mezzo prima di uscire di casa. Poi un ritocco la sera prima di andare a dormire. Però devo dire che è proprio nel vedere il realizzarsi di un incontro, un evento, un equipaggio che sale a bordo, un appuntamento in un porto che traggo tutte le energie per non perdere la costanza e la continuità in quello che faccio.
Quali sono le prossime date di incontri con gli autori e puoi anticiparci qualcosa sui temi che si tratteranno?
Il prossimo incontro è vicinissimo. L’11 dicembre presenterò Manuela Diliberto con il suo romanzo “L’oscura allegrezza” (La Lepre edizioni), uno splendido spaccato sull’Italia del primo Novecento, vista dagli occhi di due giovani innamorati, tra le lotte sociali, una coscienza civile ancora imberbe e una guerra incombente. Scritto benissimo! Poi a gennaio, gli scrittori Luigi Guarnieri e Roberto Cotroneo. E ancora febbraio, il grandissimo Alberto Luca Recchi, fotografo subacqueo ed esperto di biologia marina, consulente di Piero Angela. E ancora, il dr. Pietro Bartolo, medico a Lampedusa. Quella sarà una lezione di umanità. E poi tanti altri fino a maggio. Per conoscere il calendario completo, con tutte le date e gli orari, si può scrivere a lalineadombra.roma@gmail.com
Visto il successo, La linea d'ombra avrà un futuro più ampio oltre le mura della tua casa?
Forse. Ma non è detto. Se accadrà, sarà un evento OFF, di quelli che si fanno una volta ogni tanto. La Linea d’Ombra è il salotto della mia casa, quella dove vivo, e mi rappresenta. Fuori da quelle mura, sarebbe altro.
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