di
Lucia Russo
27-02-2012
La Onlus Avvocato di strada diffonde l’assistenza legale gratuita ai cittadini senza fissa dimora. Con gli ultimi 3 Centri aperti in Sicilia a fine gennaio, sale a 26 il numero degli sportelli in Italia per un disagio in aumento. L’importanza dell’abitazione fissa e della residenza ai fini dei diritti di cittadinanza è spesso sottovalutata o addirittura ignorata.
Le persone senza fissa dimora non s’identificano solo nei barboni e nei popoli nomadi che la tradizione o la suggestione letteraria legano spesso ad un atto volontaristico di rottura col conformismo. L’appellativo oggi comprende tutti quelli che perdono la casa e che, non avendo abbastanza soldi da pagare un affitto, cadono in uno stato di povertà materiale e immateriale; in una condizione di disagio multiforme dove la libertà più che affermata a un livello ideale, è invece smarrita, perché dinanzi alle istituzioni statali cade per le persone coinvolte il riconoscimento di fondamentali diritti legati alla vita quotidiana.
I diritti persi dalle persone 'senza fissa dimora'
Il principale problema delle persone senza casa è la mancanza della residenza. L’assenza dal registro anagrafico della popolazione comporta il fatto di non poter godere di alcuni diritti inalienabili per la stessa Costituzione, e cioè il diritto al voto, all’assistenza sanitaria di base (medico di famiglia) al lavoro in regola e all’abitazione stessa (si pensi alle graduatorie per la casa popolare). Queste persone sono sottoposte anche a un forte disagio psicofisico e a frequenti malanni, ai quali si aggiungono i soprusi e le prevaricazioni di vario genere che subiscono ogni giorno senza potersi difendere.
Dall’idea di fornire un qualificato e organizzato sostegno per la loro difesa, nel 2000 è nato a Bologna il progetto Avvocato di Strada, pensato e realizzato all'interno dell’associazione Amici di Piazza Grande – Onlus, sorta e affermatasi come esperimento di sistema integrato d’interventi in ambito sociale. Il Progetto ha fin da subito ottenuto il consenso di singoli cittadini e l’adesione di altre associazioni, prima tra tutte l’associazione bolognese Nuovamente e dal 2001 a oggi sono di seimila le pratiche aperte e oltre duemila le persone, tra italiani e stranieri, seguite dall’associazione. Abbiamo rivolto alcune domande all'Avvocato Giuseppe Rapisarda, coordinatore dello sportello di Catania.
Quanti sono i senza fissa dimora in Italia?
Con una buona approssimazione, ce lo dirà a breve un apposito censimento. Difficile da misurare, il fenomeno è di per sé poco indagato ma l’Istat è attualmente impegnato insieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, alla Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora) e alla Caritas italiana, a delineare un quadro approfondito del fenomeno e del sistema di servizi formali e informali ad essi destinati in Italia.
Dalla prima fase dell’indagine è tuttavia trapelato il numero approssimativo di 50-60 mila persone senza fissa dimora (contro i 17.000 del 2001). Per quanto il dato non sia ufficiale, anche l’ultimo rapporto edito lo scorso novembre dalla Caritas (XI Rapporto su povertà ed esclusione sociale) rileva in Italia una forte crescita della condizione di povertà, con nuove forme, quali genitori separati che non riescono a mantenere due famiglie. Tra tutti coloro che si rivolgono alle Caritas, uno su quattro ha gravi problemi abitativi, che negli ultimi 4 anni risultano aumentati del 23,6%.
Da quando nel 2001 i volontari dell’Associazione Avvocati di Strada si sono messi al lavoro sono stati perfezionati due strumenti d’intervento principali. Il primo consiste nell’attribuire una residenza, tramite un domicilio virtuale degli interessati, ripristinando il possesso dei requisiti per l’assistenza sanitaria, il lavoro e il diritto al patrocinio gratuito, che è appunto il secondo mezzo di tutela, perché consente l’assistenza legale gratuita alle persone impossibilitate a sostenerne i costi e le spese.
Gli ultimi tre sportelli dell’associazione onlus sono stati inaugurati il mese scorso in Sicilia (Palermo, Siracusa e Catania). Sale così a 26 il numero dei punti della rete in funzione sul territorio nazionale. Le diverse sedi di Avvocato di strada costituiscono una dislocazione territoriale di un unico grande sportello sociale. La cosiddetta “residenza virtuale” è fissata presso una certa strada – nel nostro caso la sede che accoglie lo sportello – tramite la presentazione all’Ufficio dei Servizi Demografici del comune, di una istanza in cui si dice che la persona si è presentata al centro e vi stabilisce la propria residenza.
Il centro di Catania ha avviato dal 28 gennaio la propria attività. Tutti i martedì dalle 17.00 alle 19.00, senza bisogno d’appuntamento, un gruppo di 9 legali catanesi offrirà consulenza e assistenza gratuita ai senza fissa dimora, in via Sangiuliano 60/a, Sede dell’Ordine dei Cavalieri della Mercede.
Dall’inaugurazione abbiamo avuto un grande riscontro di attenzione da altri colleghi e dai media. Sono già affluite persone bisognose, segno che la sede messaci a disposizione, ha una buona collocazione perché la marginalità esiste anche in centro, e che la notizia del servizio comincia a diffondersi.
Avete una stima del numero di persone che in questa città vive senza fissa dimora?
No. Questa è un’operazione molto difficile. Quello che sappiamo, è che anche in Sicilia il fenomeno è in crescita, pur con delle differenze sostanziali rispetto al Nord. Molte di queste persone non dormono per strada, perché ricevono alloggio, pur temporaneo, da amici e familiari. Diciamo che la famiglia e la cerchia amicale fa ancora da rete, da ammortizzatore sociale. Questa circostanza è molto importante perché se la città ha vari punti di accoglienza per la somministrazione dei pasti, del vestiario e di altri generi di necessità, (ivi compresa qui la presenza di un medico volontario che fa visite mediche gratuite), è carente di dormitori pubblici o privati, e in alcuni periodi sappiamo che anche qui le notti sono molto fredde.
C’è qualcosa che trapela dall’avvio del Centro sulla perdita dell’abitazione?
Sì. Una scarsa consapevolezza dei propri diritti fondamentali. Giusto il nostro primo caso ha riguardato una signora che ha lasciato la casa per le pressioni del proprietario, pur senza ricevere uno sfratto. La mancanza di lavoro e l’abbandono del figlio hanno fatto il resto. La Signora non sapeva che in queste circostanze le sue ragioni perdevano possibilità di tutela.
Nota
L’associazione è aperta al contributo di altri professionisti e operatori volontari. Chi vuole partecipare all’iniziativa, può rivolgersi alla sede principale Avvocato di Strada, Associazione Amici di Piazza Grande O.N.L.U.S., Bologna. Tel. 051 397971 – Fax 051 3370670 - e-mail: avvocatodistrada@piazzagrande.it