di
Alessandra Profilio
16-02-2011
Dopo che un gruppo di attivisti ha attaccato la nave ammiraglia, il Giappone ha deciso di interrompere l'annuale caccia alle balene nell'Antartico. Si tratta di un' importante vittoria per l'organizzazione Sea Sheperd, sebbene non si abbiano ancora conferme sul futuro. L'Agenzia della pesca giapponese riferisce infatti che sta ancora valutando l'ipotesi di un rientro anticipato della flotta.
“Il peschereccio Nisshin Maru, che è inseguito da unità di Sea Shepherd, ha sospeso l'attività da giovedì scorso per ragioni di sicurezza”. A renderlo noto è Tatsuya Nakaoku, un responsabile dell'Agenzia della pesca giapponese. Dopo che un gruppo di attivisti ha attaccato la nave ammiraglia, il Giappone ha dunque deciso di interrompere l'annuale caccia alle balene nell'Antartico.
Si tratta di un'importante vittoria per l'organizzazione Sea Sheperd, impegnata da anni contro la mattanza dei grandi mammiferi, sempre più minacciati e a rischio di estinzione. Dal 2003, infatti, alcuni Paesi tra cui il Giappone aggirano il bando mondiale della caccia alla balena per scopi commerciali adducendo come giustificazione del massacro una 'ricerca scientifica' ben poco credibile.
Dopo lo 'stop' della flotta nipponica, si attende ora di sapere quali saranno le prossime mosse del Sol Levante. “Garantire la sicurezza è una priorità e per il momento le navi hanno sospeso la caccia a fini scientifici. Ora stiamo valutando cosa fare”, ha affermato Tatsuya Nakaoku il quale ha comunicato che il rientro anticipato della flotta “è un'opzione”. Gli attivisti, in attesa di conferme circa le intenzioni del Giappone, dichiarano che la prematura sospensione delle operazioni di caccia dimostrerebbe che le tattiche e le strategie degli eco-pirati hanno avuto successo.
Composta da un equipaggio di 180 persone a bordo di quattro imbarcazioni, la flotta giapponese punta all'uccisione di circa 850 balene nelle acque dell'Antartico nella stagione che dovrebbe terminare a marzo. Nel 2010, nello stesso periodo, il Giappone ha ucciso 'solo' 506 cetacei a causa di difficoltà nelle attività dovute anche agli scontri diplomatici con Australia e Nuova Zelanda.
Lo scorso anno, l'Australia ha presentato una denuncia contro il Giappone al tribunale mondiale dell'Aia per fermare la caccia nell'Antartico. La decisione dovrebbe giungere nel 2013 o anche dopo.
Nel luglio 2010, un attivista neozelandese di Sea Shepherd è stato condannato al carcere con la sospensione di due anni della pena per un'azione di disturbo e “l'assalto” contro una delle baleniere. Peter Bethune è stato infatti dichiarato colpevole di essere salito illegalmente a bordo della nave Shonan Maru e di aver assalito i marinai lanciando loro una bottiglia contenente acido prodotto con il burro rancido.
L'obiettivo di Bethune, come egli stesso ha dichiarato alla Corte, era quello di arrestare il capitano, ma invece è stato l'equipaggio della nave a bloccarlo e portarlo in Giappone dove è stato incriminato. L'associazione ambientalista ha preso le distanze dall'operato di Bethune, sostenendo che l'uomo ha violato le regole del gruppo portando con sé armi, come archi e frecce, nella missione nell'Antartico.
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