di
Alessandra Profilio
19-11-2012
Basta morti in strada. Questo il messaggio lanciato dalla manifestazione del 16 novembre organizzata dal movimento #salvaiciclisti dopo l'ennesimo incidente mortale, quello di una 17enne lodigiana travolta da un Suv ad altissima velocità mentre era in bici.
Basta morti in strada. Questo il messaggio lanciato dalla manifestazione del 16 novembre organizzata dal movimento #salvaiciclisti “per rompere il silenzio, per chiedere che le politiche per la prevenzione siano attuate oggi e non attraverso roboanti proclami vuoti di significato”, come si legge sul sito del movimento.
La manifestazione è stata indetta in seguito all'ennesima morte sulla strada, quella di una diciassettenne lodigiana travolta da un Suv ad altissima velocità mentre era in gita in bici con il suo gruppo scout.
“L’assassinio di A.T. domenica scorsa – si legge su Salva I Ciclisti - ha scosso la coscienza di molte persone, i giornali hanno dedicato ampio spazio alla vicenda della sua morte e hanno sollevato molti interrogativi che però rischiano di rimanere senza risposta.
La classe politica che ci amministra e che si candida a governarci per i prossimi anni, invece, continua a fare finta di niente rifiutandosi non solo di ammettere le proprie responsabilità per le condizioni di totale insicurezza in cui vertono le nostre strade, ma anche di prendere in considerazione l’ipotesi di un benché minimo cambiamento futuro. Il loro silenzio è immorale e complice e non può più essere tollerato ulteriormente”.
Dopo l’ultimo incidente mortale sono saliti a 217 i ciclisti e a 619 i pedoni uccisi in Italia dall’inizio dell’anno.
Alla manifestazione di venerdì scorso, che si è tenuta in oltre venti città italiane, ha partecipato anche Legambiente. “Saremo in piazza per chiedere l’introduzione dei 30kmh in tutti i centri abitati con esclusione delle principali arterie di scorrimento – ha spiegato Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane dell’associazione –. Questa misura, senza incidere più di tanto sui tempi di percorrenza del traffico veicolare, può immediatamente ridurre gli incidenti mortali sulle strade urbane del 60/70%. Parliamo quindi di circa 1.200 decessi in meno ogni anno”.
La pedalata collettiva per chiedere la sicurezza sulle strade ha assunto forme diverse nelle varie città italiane in cui si è svolta la manifestazione.
A Roma circa un migliaio di cittadini in bici hanno raggiunto il Quirinale, dove una delegazione composta da tre attivisti è stata ricevuta dal consigliere per gli Affari interni della presidenza della Repubblica, Giulio Cazzella, per discutere del tema dell'incidentalità stradale. I cicloattivisti hanno anche consegnato il Libro Rosso sulla ciclabilità e la mobilità nuova, nato dalla due giorni degli Stati Generali della bicicletta, il 5 e 6 ottobre scorso.
Tra i 3 attivisti ricevuti al Quirinale anche Valeria Pulieri, autrice della lettera aperta al capo dello Stato Giorgio Napolitano contro la strage di ciclisti e pedoni sulle nostre strade.
Nella lettera, scritta in seguito alla tragedia della 17enne lodigiana, l'autrice scrive: “La verità è che le strade sono progettate per assicurare l’incolumità di una sola categoria di utenti: gli automobilisti. La verità è che le regole del Codice della Strada non vengono rispettate e fatte osservare, né su strade urbane né su strade extraurbane. La verità è che la categorie di utenti leggeri della strada, ossia ciclisti e pedoni, non viene contemplata nella pianificazione per la sicurezza stradale e nello sforzo di progettazione e applicazione di sistemi di sicurezza avanzati. La verità è che la folle corsa impostaci dalla motorizzazione non contempla il rispetto per la vita”.
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