Quando si inizia un progetto assieme agli altri, normalmente si pensa che il maggior problema da affrontare è quello relativo ai soldi, cioè come procurarseli per realizzare ciò che si pianifica. Pare invece che ci sia un problema maggiore che è causa di molti fallimenti. Per chi si occupa di progetti assieme ad altri sa bene che una delle cause maggiori di conflittualità sono i rapporti relazionali e spesso ci si divide o si interrompono attività collettive molto interessanti e dalle grandi potenzialità, perché le persone non vanno d’accordo. E non può che essere così, se mettiamo assieme una serie di fattori: un sistema come quello attuale ci spinge ad un individualismo esasperato, quindi le persone non sono abituate nel cercare di trovare collettivamente delle soluzioni; la tecnologia e la virtualizzazione ci fanno pensare che tanto risolveremo tutto facilmente, magari con un click o attraverso qualche sito dedicato, quando poi accade esattamente il contrario e siamo sempre più deboli e incapaci di affrontare anche problemi semplici. In Italia, poi, siamo esasperatamente campanilistici fino ad arrivare ad esserlo individualmente nel senso che spesso si pensa di avere ragione assoluta e difficilmente si mette in discussione ciò che si ritiene assodato. Infine, si ascolta sempre meno l’altro.
Con questi presupposti è assai facile che ci si organizzi con fatica e si impieghi molto tempo ed energia per tentare di risolvere problemi relazionali e che lo si faccia con modalità sbagliate o poco efficaci. Ma basterebbe impostare una metodologia efficace sia nella programmazione dei lavori, sia nella facilitazione del dialogo per diminuire sensibilmente le conflittualità, impostando sistemi decisionali che coinvolgano realmente le persone, dove tutti si sentano ascoltati e importanti.
Basta con le riunioni disorganizzate, senza capo né coda dove ci si parla addosso, non ci si ascolta e alla fine ci si sente sfiniti senza avere raggiunto particolari risultati. Basta con i capi e capetti o i soliti che parlano e gli altri ad eseguire. E’ possibile un altro modo di comunicare, di decidere, di risolvere le conflittualità. Attraverso le metodologie della facilitazione, di una efficace organizzazione e con metodi decisionali quanto più condivisi, si possono ottenere dei risultati molto importanti e affrontare molto meglio le problematiche relazionali.
Come Associazione Paea riteniamo che lavorare con queste metodologie sia di fondamentale importanza e per questo motivo assieme al PER (Parco delle Energie Rinnovabili) e all’Ecovillaggio Torri Superiore abbiamo invitato nuovamente in Italia Beatrice Briggs, che è una delle massime esponenti della facilitazione a livello internazionale.
Con lei organizzeremo due corsi di formazione a costi accessibili: dal 13 al 19 ottobre al PER e dal 22 al 26 ottobre a Torri Superiore. Si tratteranno le tematiche di cui sopra e ci si renderà conto di quante soluzioni semplici ed efficaci ci sono per poter risolvere problemi e conflittualità apparentemente insanabili . Anche per chi vuole intraprendere un qualsiasi progetto collettivo è una grande occasione per partire con il piede giusto.
Ecovillaggi, cohousing, comunità, ecovicinato: come affrontare la conflittualità con successo
di
Paolo Ermani
05-10-2014
Commenti