Il suo no a “Bella Ciao” nel giorno del 25 aprile è diventato un caso italiano. Il prefetto di Pordenone Pierfrancesco Galante in un primo momento aveva vietato di cantare la canzone emblema della lotta di Resistenza “per motivi di ordine pubblico”, ma poi ha cambiato idea e ha affermato che erano caduti i “motivi ostativi”. La decisione iniziale era motivata dalla possibile presenza in piazza di gruppi anarchici. Poi l’ok è arrivato, ma solo perché la canzone fosse eseguita dalla banda unicamente durante il corteo cittadino.
Forse a smuovere le cose è stato l’intervento del senatore Pd Lodovico Sonego, che ha sollecitato il viceministro Bubbico. Il Pd aveva presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano.
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