di
Andrea Degl'Innocenti
09-03-2012
Il movimento dei Forconi siciliani torna ad occupare le raffinerie, per protestare contro l'impennata dei prezzi della benzina, che ha raggiunto quasi la soglia record di 1,856 €/l toccata nel 1977, con prezzi attualizzati. I manifestanti hanno bloccato gli stabilimenti di Priolo e Gelo, anche se per ora non sono stati bloccati gli automezzi. Continuano le trattative in Regione.
Con i prezzi della benzina che continuano a salire – sono ormai ad un passo dal record storico fatto segnare nel 1977 - il movimento dei Forconi torna a far parlare di sé e decide di occupare le raffinerie di Priolo e Gela, in Sicilia, bloccando i tir che trasportano il petrolio raffinato in tutto il paese.
“Abbiamo deciso di occupare le raffinerie di Priolo e Gela - ha annunciato Mariano Ferro, leader del movimento, durante una conferenza stampa convocata nel piazzale antistante Palazzo dei Normanni, sede del parlamento siciliano - e già lo abbiamo comunicato a tutte le Questure”.
“Gli stabilimenti di Priolo sono già presidiati, poi sarà la volta di Gela. Vogliamo bloccare ogni cosa che parte per il Nord, il petrolio raffinato per primo. Prima fermeremo i tir che vanno nel resto d'Italia, poi valuteremo la possibilità di bloccare anche quelli che vanno in Sicilia. Abbiamo bisogno di risposte immediate”.
Così da ieri mattina i manifestanti hanno abbandonato il presidio di palazzo dei Normanni per iniziare i blocchi e i presidi alla raffineria di Priolo. Cui oggi si è aggiunta quella di Gelo. Fino ad ora gli automezzi degli stabilimenti sono stati fatti circolare e i manifestanti si sono limitati a consegnare dei volantini che spiegavano le motivazioni della protesta.
Ma i toni potrebbero alzarsi da un momento all'altro. “Dobbiamo dare un segnale forte – ha proseguito Ferro - e i livelli della protesta resteranno alti. Non è possibile che i siciliani paghino prezzi della benzina così alti pur avendo qui le raffinerie”.
Intanto proseguono le trattative fra forconi e Assemblea regionale siciliana (Ars). Lo scorso 7 marzo c'è stato un incontro con il presidente dell'Ars Francesco Cascio ed altri rappresentanti dei gruppi parlamentari e del governo regionale, che ha dato esiti “non del tutto soddisfacenti”.
“Chiediamo interventi strutturali e vogliamo risposte – ha dichiarato Ferro a riguardo -. Alcuni risultati li abbiamo ottenuti e riguardano sei punti dell'intesa raggiunta sulla questione della Serit, della legge antitaroccamento dei prodotti, l'utilizzo di 335 milioni di euro del programma di sviluppo rurale, l'attuazione dello statuto e il federalismo fiscale. Abbiamo dato al parlamento regionale la possibilità di darci risposte entro una settimana”. Mercoledì prossimo, poi è in programma un incontro con il governatore Raffaele Lombardo.
Nel frattempo, nonostante il prezzo del petrolio al barile sia sceso, quello della benzina continua a salire. Oggi, per il secondo giorno consecutivo, Eni ha aumentato di un centesimo il prezzo di vendita consigliato, seguito a ruota da TotalErg e Q8. Le punte massime sfiorano i 2 euro al litro, mentre la media di 1,85 è ormai vicinissima alla soglia record raggiunta nel 1977 di 1,856 euro/litro (con i prezzi attualizzati).
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