di
Paolo Ermani
14-01-2013
La scorsa settimana Silvio Berlusconi è stato il super ospite della decima puntata di Servizio Pubblico, trasmissione in prima serata condotta da Michele Santoro. Il risultato? Presentandosi nell'arena del suo 'peggior nemico', l'ex premier ha riacquistato visibilità e la sua immagine, in qualche modo, è stata addirittura riabilitata.
Era veramente difficile riuscire a riesumare un personaggio come Berlusconi il quale non avrebbe credibilità nemmeno come organizzatore di tornei di briscola, eppure sinistra e televisione sono riusciti ancora nel miracolo di dargli spazio e credito.
Ci sono tante persone che in buona fede credono che la televisione in qualche modo possa dare messaggi positivi e quando dicono ciò prendono ad esempio sempre le solite trasmissioni che si contano sulle dita di una mano su centinaia di canali e migliaia di trasmissioni. Una di quelle citate in questo micro pool di candidate è la trasmissione di Santoro Servizio Pubblico.
Qualsiasi giornalista sa che Berlusconi ha fondato tutto il suo potere sulla televisione e sul detto di Oscar Wilde per cui non importa parlarne bene o male, basta che se ne parli. Nel mondo della politica dove conta se sei amico di qualcuno o se sei conosciuto, l’importante è che di te si parli, non è un caso che per le elezioni i partiti si contendono nomi altisonanti, personaggi televisivi, sportivi affermati, donne di bell’aspetto e così via. Che poi siano capaci o persone di valore, non ha nessuna importanza anzi questi potrebbero essere pure considerati aspetti negativi.
Per l’improponibile e patetica macchietta Berlusconi che fa ridere tutta Europa e oltre, la cosa migliore sarebbe ignorarlo. In una situazione in cui la sua figura è finalmente in declino, di certo non lo si invita ad una trasmissione in prima serata, sapendo bene di dargli in questo modo risalto e importanza.
Infatti Berlusconi era molto contento di andare da Santoro. Assai strano tutto ciò, va nella fossa dei leoni ed è contento di andarci? E già questo fatto doveva far venire qualche sospetto a Santoro. Quando era al potere, Berlusconi non ci sarebbe andato nemmeno sotto la minaccia delle armi, adesso che cerca disperatamente di nuovo la scena e la ribalta, ci va di corsa. E incredibile a dirsi, la scena e la ribalta gliela fornisce su di un piatto d’argento proprio un suo - in teoria - acerrimo nemico, in pratica un suo alleato.
Berlusconi da Santoro ha vinto anche solo perché c’è andato, infatti si è presentato come lottatore, come coraggioso che ha sfidato da solo gli "odiati comunisti". In base all’assunto berlusconiano per cui la maggioranza di chi vede la televisione è persona poco critica, dimentica in fretta, facilmente manipolabile, quello che conta è che lui ha sfidato il fuoco, il nemico peggiore, quindi si è in qualche modo riabilitato e ha acquistato punti e gradimento nonostante i suoi Tir di scheletri nell’armadio. E tutto ciò era ben più forte e importante delle critiche o accuse, tra l’altro largamente attese e scontate, che avrebbero potuto fargli durante la trasmissione.
Non si tratta certo come ha detto Santoro, che lui invitava Berlusconi in nome dell’informazione, perché sapeva perfettamente che di fronte aveva una persona che l’informazione non sa nemmeno cosa sia e ha disprezzo per ogni tipo di libertà di pensiero che non sia il suo. La trasmissione sarebbe stata vista da milioni di persone e conoscendo la solita strategia di Berlusconi, tutto si doveva fare fuorché invitarlo se non si voleva comunque fare da megafono alle sue panzane colossali che in quanto ad audience sono molto più efficaci della impeccabilità ed intelligenza di Travaglio ad esempio.
A questo punto viene spontanea la domanda: Santoro ci è o ci fa? Si ricordi che lo stesso Santoro ha lavorato per Berlusconi e qui già qualche dubbio sorge, infatti se si vuole fare vera informazione e cultura di certo non si va a lavorare per le reti Mediaset. Ma forse a Santoro nell’invitare Berlusconi interessava solo l’audience, non importa a quale prezzo e favorendo chi. Se quindi l’audience e il sistema pubblicitario che c’è dietro sono il reale obiettivo, allora tutto torna e siamo di fronte al vero scopo per cui la televisione è nata e sopravvive: vendere prodotti.
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