Sabato 22 e domenica 23 ottobre si svolgerà Biodiversamente, il Festival dell’Ecoscienza: un’iniziativa voluta da WWF e l’Associazione Nazionale Musei Scientifici. Grazie a centinaia di appuntamenti organizzati in tutta Italia sarà possibile visitare musei scientifici, orti botanici, acquari, oasi del WWF e conoscere le storie e le numerosissime specie che popolano il nostro Pianeta.
Rinoceronte, tapiro, giraffa, lama, orango, elefante marino, lupo... i loro scheletri e quelli di molti altri animali hanno fatto da cornice mercoledì 19 aprile, presso il Museo Civico di Zoologia di Roma, alla presentazione di Biodiversamente, il Festival dell'Ecoscienza ideato dal WWF insieme all'associazione Nazionale Musei Scientifici. Per merito di questa iniziativa sabato e domenica, 22-23 ottobre, in tutta Italia si potrà accedere a musei scientifici, orti botanici, acquari, parchi naturali e Oasi del WWF e conoscere le tante storie - lunghe anche milioni di anni - nascoste dietro le collezioni “mute” dei musei e le numerosissime specie che popolano il nostro pianeta. Fino ad oggi ne sono state classificate poco meno di due milioni, ma secondo biologi e naturalisti se ne contano dai 5 ai 10 milioni, per arrivare secondo alcuni anche a decine di milioni.
È proprio grazie all’evoluzione che queste specie si sono adattate e continuano ad adattarsi al variare delle condizioni sulla Terra generando diverse ‘diversità’. Ma questa evoluzione è in grande pericolo. Un’infrenabile crescita della popolazione umana insieme ai modelli di consumo e di produzione fino ad oggi adottati hanno influenzato profondamente i sistemi naturali del pianeta determinando, soprattutto nell'arco degli ultimi 30 anni, una grave perdita di biodiversità con una diminuzione del 30% tra il 1970 e il 2005.
Un tasso di estinzione molto più alto rispetto a quello che si registrerebbe in natura, e che potrebbe peggiorare a causa del progressivo riscaldamento globale. La distruzione degli habitat, l'estinzione di specie animali e vegetali con conseguenti alterazioni dei processi ecologici determina la riduzione dei servizi degli ecosistemi e dei benefici da essi garantiti a tutte le specie viventi, inclusa la specie umana. "La biodiversità è un patrimonio universale" la cui conservazione deve essere perseguita senza limiti di frontiere se si vuole ancora usufruire dei “servizi” che offre.
Tutti gli ospiti intervenuti durante la presentazione – tra i vari Gianfranco Bologna direttore scientifico WWF Italia, Stefano Leoni presidente WWF Italia, Franco Andreone curatore dipartimento di Zoologia Museo Regionale Scienze Naturali di Torino, Alberto Zilli coordinatore settore scientifico Museo Civico di Zoologia di Roma, Fausto Barbagli del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze - hanno ribadito quanto sia importante studiare la biodiversità, la cui conoscenza potrebbe fornire un’incredibile serie di opportunità.
A tal proposito il WWF, insieme all’Associazione Nazionale Musei Scientifici, in occasione di Biodiversamente, ha voluto lanciare un appello alle istituzioni “sorde”, affinché il sostegno alla ricerca scientifica sulla biodiversità diventi una priorità concreta e un’opportunità di sviluppo reale per l’Italia, e promosso il bando per due borse di studio e una raccolta fondi sul web per sostenerle con l’aiuto di tutti. “La ricerca scientifica sulla biodiversità ha un ruolo fondamentale nell’orientare il mondo verso un futuro più sostenibile e se adeguatamente finanziata potrebbe offrire un’affascinante opportunità di lavoro a moltissimi giovani ricercatori – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – ma non può certo essere portata avanti solo grazie alla generosità di cittadini e privati”.
È grazie all’esistenza di antiche collezioni di farfalle nel museo in cui si formava che Alberto Zilli ha potuto scoprire delle nuove specie, studiandone le evoluzioni e le loro abitudini determinanti per capire cosa cambia nell’ambiente e nel territorio in genere. Fausto Barbagli grazie al lavoro in un museo e alla cura di una collezione di 30.000 uccelli di ogni epoca e provenienza, dai primi viaggi di esplorazione intorno al mondo alle voliere di granduchi e re di’Italia, ha potuto intrecciare uno studio tra storia e natura e confrontare passato e presente.
Questi sono alcuni esempi che testimoniano quanto sia importante e grande il patrimonio storico e scientifico conservato nei musei, e quanto sia utile studiarlo e conoscerlo. Dalla goccia d’acqua del mediterraneo di 5 milioni di anni fa conservata al Museo Geologico di Palermo, al più antico vertebrato sinora rinvenuto nelle Alpi Meridionali risalente a più di 250 milioni di anni fa, dallo scheletro di elefante indiano che Carlo di Borbone ottenne nel 1742, alle 110 rane sconosciute alla scienza trovate in Madagascar da Franco Andreoni.
"Conservare gli esemplari, comunicare la conoscenza e condividerne le scoperte con tutti rientrano tra gli scopi principali di un museo" ha ribadito Elisabetta Falchetti, responsabile settore educazione Museo Zoologia di Roma che ha ospitato l’evento.
Il WWF e l'ANMS invitano ad approfittare di questa iniziativa visitando musei e oasi, perché è attraverso la conoscenza che si radica una maggiore consapevolezza verso il rispetto, la tutela e la salvaguardia delle diverse forme di vita del pianeta che ci ospita.
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