di
Alessandra Profilio
11-11-2011
Il 25% dei mammiferi è a rischio estinzione. Tra questi tutte le specie e sottospecie di rinoceronti ed il 40% dei rettili terrestri del Madagascar. Questi alcuni dei preoccupanti dati emersi dall'ultimo aggiornamento della Lista Rossa dell'Iucn.
Il 25% dei mammiferi è a rischio estinzione. Tra questi tutte le specie e sottospecie di rinoceronti. A rischio è anche il 40% dei rettili terrestri del Madagascar. Questi alcuni dei preoccupanti dati emersi dall'ultimo aggiornamento della Lista Rossa dell'Iucn (International union for conservation of nature - l'Unione mondiale per la conservazione della natura).
Per quanto riguarda i rettili - particolarmente importanti per la biodiversità soprattutto negli habitat aridi e nelle isole, luoghi più colpiti dal riscaldamento globale – l'Iucn sottolinea che negli ultimi anni sono state valutate nuove specie di rettili, la maggior parte delle quali in Madagascar.
Qui, tuttavia, il 40% dei rettili terrestri sono minacciati: tra le 22 specie identificate come a rischio critico di estinzione vi sono camaleonti, gechi, scinchi e serpenti. Nella quarta isola più grande del mondo sono state dunque create nuove zone di salvaguardia per aiutare a preservare una percentuale significativa di specie in pericolo critico di estinzione.
Le specie più a rischio sono quelle della classe degli anfibi. Ciò è particolarmente preoccupante se si considera che essi svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi e rappresentano degli indicatori della buona salute dell'ambiente.
Per quanto riguarda il mare, l'aggiornamento della Red List rivela che la situazione è particolarmente grave per i tonni. In riferimento all'ambiente marino, l'Iucn segnala poi che se fino a poco tempo fa si conosceva soltanto una specie di razze manta, le osservazioni sul campo rivelano oggi che esistono invece due specie di manta: la Manta della barriera corallina (Manta alfredi) e la manta gigante (Manta birostris). Entrambe, però sono classificate come vulnerabili.
L'aggiornamento dell'Unione mondiale per la conservazione della natura si occupa anche delle piante ed il lavoro in corso per migliorare la loro conoscenza include una valutazione di tutte le conifere. L'abete d'acqua cinese, ad esempio, che era molto esteso in Cina e Vietnam, è passato da "in pericolo" a "in pericolo critico di estinzione". All'origine del declino vi è principalmente la perdita di habitat a causa dell'agricoltura intensiva.
In generale, l'ultimo aggiornamento dell'Iucn mette in evidenza gli sforzi compiuti per tutelare le specie e migliorare la qualità delle informazioni sullo stato della biodiversità. “Abbiamo la consapevolezza che la conservazione funziona se eseguita in maniera tempestiva – ha affermato Jane Smart, direttore del Programma globale specie dell'Iucn - ma, senza una forte volontà politica e le risorse, le meraviglie della natura e dei suoi servizi potrebbero andar persi per sempre”.