di
Daniela Carpano
12-09-2011
Va via la corrente e si sprofonda nel panico, per poi scoprire che in fondo non si sta così male senza elettricità. E se i black out venissero programmati? Daniela Carpano, da San Diego, ci racconta una giornata al buio.
Giovedì 8 settembre alle 3 del pomeriggio mi alzo dalla scrivania e lascio il computer acceso con il power point da presentare in classe per andare a prepararmi per uscire. Aspetto sempre l'ultimo momento prima di mettere la lezione sul web in caso mi venga in mente qualcosa da aggiungere. Quando esco da sotto la doccia, sorpresa, Marta mi dice che è andata via la corrente. Panico, la mia lezione è nel computer e non posso raggiungerla, ti dicono di salvarla, ma che ci faccio se non posso accedere al computer! Provo tutti gli interruttori centrali, niente, beh chiamiamo SDG&E... e come?
Il numero non posso cercarlo su internet! Chiamo Manzur in ufficio all'università “stiamo chiudendo e andando via perché non c'è elettricità” mi dice, e aggiunge “chiama il campus centrale, sicuramente avranno cancellato le classi”. Chiamo il mio dipartimento per verificare se la classe è cancellata e la segretaria mi risponde “no, here we are up and running! la corrente qui è mancata solo per pochi minuti, qui è tutto normale”.
Com'è possibile? Intanto Marta mi dice che il figlio a Tijuana è senza corrente e anche Mexicali è senza. Come è possibile che il campus centrale di USD ce l'abbia? Provo a richiamare Manzur, il cellulare comincia a fare cilecca, Manzur per fortuna arriva, dice che anche i cellulari stanno andando in tilt, i semafori sono 'a four-way stop', ed è ormai l’ora di punta, è da pazzi non cancellare le classi. Internet ancora funziona, il sistema ha 12 ore di back-up.
Controlliamo il sito di USD: il campus funziona perché sta usando un generatore di emergenza. Nel campus nessuno si è reso conto della gravità della situazione perché stanno in una bolla usando un generatore di emergenza! Io me la prendo con Manzur! “Sei un Associate Dean potrai pure fare qualcosa!” Manzur chiama il Dean alla business school… “qui è tutto normale” dice “noi non possiamo prendere nessuna decisione… deve venire dall'alto” ma in alto da chi? “il Provost, o il Presidente”.
Sono ormai le 5 passate, la mia classe è alle 6, alcuni studenti cominciano a mandarmi e-mail spiegando che non si fidano ad usare le strade e non verranno in classe. Se non si cancella io ormai devo uscire ed avviarmi, sono nera, possibile che non c’è nessuno 'in charge' per prendere una decisione? Richiamo il centralino e chiedo chi è 'in charge' del campus a quell’ora, la centralinista non sa, deve chiedere… “un momento, mi informo… un momento… sta arrivando l’annuncio adesso… il campus chiude, tutte le classi vengono cancellate!” 'Finally'!
Preparo tutte le candele per la sera e accedo al mio 'emergency baule' in giardino, quello di preparazione al terremoto. Lì ho di tutto, tenda, cibo, acqua per me e per gli animali, prendo un po’ di torce e batterie. Serve luce per cucinare, per fortuna il gas è a posto! Cena al lume di candela, non male, si vedono le stelle, si sentono voci, risate e qualche botto come se fosse un giorno di festa. Usciamo a portare i cani, è una bellissima serata, quasi tutti sono fuori dalle case con amici o vicini di casa, si sono accesi fuochi, BBQ, si tira fuori dal frigo quello che può andare a male, si cucina, si mangia insieme, “Hi”, “How are you doing”. Qui ci si saluta per strada anche se non ci si conosce, e poi c’è una grande aria di festa.
Torniamo a casa, ho ancora qualche minuto sul laptop e internet ancora funziona, San Diego Union Tribune dice che la linea dall’Arizona si è interrotta e ha prodotto effetti a catena… e di non preoccuparsi, perché la centrale nucleare di Sant’Onofre non funziona perché non gli arrivava elettricità, ma è stata spenta in sicurezza! 'What? Is this a joke?' Apparentemente no, questo è proprio un mondo di matti!
Penso all’ironia, in fondo non si sta male senza elettricità, certo mi preoccupano il frigorifero e il freezer, ma basterebbe un piccolo pannello solare e un generatore. Quando ero a Canton negli anni ’80 il giovedì pomeriggio non c’era elettricità, si era preparati e ci si organizzava a svolgere attività appropriate. Probabilmente potremmo chiudere la centrale di Sant’Onofre definitivamente solo con tre ore di black-out a settimana, ma non sarebbe un black-out, sapremmo il da fare, non si andrebbe nel panico cercando di prendere decisioni all’ultimo minuto, il frigo fino a 4 ore regge, e avremmo almeno un giorno a settimana dove la gente tornerebbe a stare insieme, un modo low-tech per ridurre il consumo energetico e ricostruire un senso di community!
Pensiamoci!
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