Boiron ha incontrato il dott. Luigi Coppola dell’Azienda Ospedaliera Rummo di Benevento, che ci racconta la nascita e lo sviluppo del reparto di “Nutrizione, dietetica e medicine complementari” all’interno dell’Ospedale.
D. Dott. Coppola, ci racconta come nasce e perché è stato inaugurato il reparto di “Nutrizione, Dietetica e Medicine complementari” all’Ospedale Rummo di Benevento?
R.L'idea di costituire un reparto di medicine complementari risale al 2001, quando presentammo una proposta all'allora Direttore Generale dell'ospedale di Benevento. Abbiamo deciso di cogliere la sfida per contribuire al miglioramento della Struttura pubblica, e dare al cittadino la possibilità di usufruire di cure complementari, a costi agevolati, con garanzie sul personale e la sua formazione. Il primo passo fu la creazione di un ambulatorio, aperto due volte alla settimana: il favore dei pazienti fu tale da spingerci ben presto ad ampliare le prestazioni e le giornate di apertura. Nel 2004, per fornire un servizio più completo ed efficiente, fu istituita una struttura semplice di medicina non convenzionale, diventata dipartimentale nel 2007. Alle medicine non convenzionali, o meglio complementari, si decise di aggiungere anche una sezione di nutrizione dietetica.
D. Quali terapie vengono praticate e con quali obiettivi per la salute del paziente?
R. Operiamo tenendo presente alcune importanti linee guida, muovendoci nell'ambito delle medicine complementari riconosciute dalla Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici. Informiamo sempre il paziente delle nostre pratiche e della possibilità di usufruire in alternativa della medicina tradizionale, in modo che possa scegliere in modo autonomo e consapevole. In questo modo lavoriamo nel rispetto della deontologia professionale e dei principi di una struttura pubblica. Nel caso delle medicine complementari, e di tutte le medicine olistiche, il nostro obiettivo non è la semplice guarigione, ma ci proponiamo di aiutare il paziente a raggiungere uno stato di benessere psico-fisico, un equilibrio tra corpo e mente.
D. Quale ruolo riveste in particolare l’omeopatia all’interno del reparto?
R. Ha sicuramente un ruolo fondamentale, sia come attività ambulatoriale sia nell'ambito della degenza ospedaliera. Operiamo sempre con l'obiettivo di favorire il generale equilibrio per il paziente, attraverso una detossificazione dei sistemi depurativi, che ci consente di usare uno specifico prodotto omeopatico nel modo più efficace.
D. Quali sono gli ambiti terapeutici nei quali ha utilizzato i medicinali omeopatici con maggior riscontro?
R. Patologie osteo-articolari, malattie da raffreddamento, stati ansiosi, disturbi della sfera psichica, patologie ginecologiche, disfunzioni endocrine, allergie stagionali, soprattutto in questo periodo. Ci serviamo dei medicinali omeopatici negli ambiti più svariati e con ottimi risultati.
D. Qual è la risposta dei pazienti a questa terapeutica?
R. Estremamente positiva. I nostri pazienti si sono rivelati favorevoli alle terapie nel 90% dei casi, e non è mancato il passaparola tra familiari e amici, tanto che abbiamo registrato un notevole incremento delle richieste, senza dover fare pubblicità di alcun tipo.
A questo proposito abbiamo condotto un'indagine relativa alla customer satisfaction, affidandoci all'ufficio relazioni con il pubblico della nostra struttura ospedaliera.
D. Qual è il bilancio complessivo di questa esperienza fino ad ora?
R. Il bilancio è assolutamente positivo: dal 2001 ad oggi abbiamo erogato ben 85.000 prestazioni di medicina complementare, il tutto con un organico pressoché ridotto al minimo. Bisogna infatti tenere presente il fatto che il nostro ospedale è una struttura pubblica, e come tale non è estraneo a difficoltà organizzative, dalla preparazione di professionisti ad hoc, fino alla possibilità di incrementare il personale. I risultati che abbiamo ottenuto sono quindi frutto dell'impegno di validi professionisti, ma anche di personale che ha dato la propria disponibilità anche in maniera volontaristica.
D. Quali sono gli obiettivi per il futuro?
R. Il nostro augurio è che le medicine complementari possano entrare a pieno titolo nelle strutture pubbliche, mediante un ripensamento della normativa vigente, tale da prevedere queste discipline all'interno del Sistema Sanitario Nazionale. Il tutto ovviamente con i limiti e i controlli del caso. Se questo non dovesse compiersi le esperienze in materia continueranno ad essere sporadiche e isolate, e non potranno consentirci di realizzare lavori scientifici e dissipare i dubbi che permangono tuttora, in alcuni ambiti scientifici, sulla veridicità dell'omeopatia e delle medicine complementari. Questo importante traguardo potrà essere raggiunto solo con la garanzia di lavori condotti presso strutture pubbliche a livello multicentrico.