Botswana: vittoria dei Boscimani nella lotta per il diritto all’acqua

Per la seconda volta, i Boscimani del Kalahari sono riusciti ad avere la meglio sul governo del Botswana, che aveva negato loro l’accesso all’acqua all’interno delle loro terre. Ma si tratta di una vittoria parziale, poiché nelle stesse terre il governo ha già concesso lo sfruttamento di uno dei più grandi giacimenti diamantiferi del mondo.

Botswana: vittoria dei Boscimani nella lotta per il diritto all’acqua
Il 27 gennaio scorso, la Corte d'Appello del Botswana ha annullato la sentenza della Corte Suprema che negava ai Boscimani del Kalahari l’accesso all’acqua potabile proprio nelle loro terre ancestrali. I Boscimani, con il sostegno di Survival International, hanno impugnato la sentenza del 2010 che impediva loro di utilizzare il pozzo di Mothomelo - il pozzo che fornisce acqua a tutti gli indigeni residenti della Central Kalahari Game Reserve (CKGR) - ed hanno vinto. I cinque giudici della Corte Appello, con una decisione storica, hanno stabilito all’unanimità che i Boscimani hanno il diritto di utilizzare l’antico pozzo di Mothelo e hanno il diritto di scavare nuovi pozzi per il loro approvvigionamento idrico. Inoltre, hanno ritenuto che il governo abbia avuto nei confronti dei Boscimani “un trattamento degradante”, contrario alla Costituzione del Botswana, e per questo lo hanno condannato al pagamento di tutte le spese legali. Si tratta della seconda vittoria che i Boscimani riportano nei confronti del governo nel giro di pochi anni. I Boscimani (Bushmen o San) costituiscono la popolazione indigena dell’Africa meridionale e abitano nel deserto del Kalahari da decine di migliaia di anni, vivendo soprattutto di caccia e raccolta. Da diversi milioni di Boscimani che esistevano prima della colonizzazione, si contano oggi circa 95.000 persone, disseminate tra Botswana, Namibia, Angola e Sudafrica. L’area centrale del Botswana, in particolare, è occupata dalla Central Kalahari Game Reserve (CKGR), la riserva faunistica più grande del mondo, creata negli anni ’60 per proteggere il territorio tradizionale dei Boscimani Gana, Gwi e Tsila (e di un’altra etnia non boscimane, i Bakgalagadi). La Central Kalahari Game Reserve, però, si trova anche al centro della zona diamantifera più ricca del mondo. Proprio qui negli anni ‘80 vennero trovate diverse rocce vulcaniche diamantifere, nonché uno dei più grandi giacimenti di diamanti del mondo, del valore di circa 3,3 miliardi di dollari e ubicato presso la comunità boscimane detta Gope. Qualche anno dopo la scoperta dei diamanti, il governo del Botswana comunicò ai Boscimani che avrebbero dovuto lasciare la CKGR e, con tre grandi operazioni di evacuazione (1997, 2002 e 2005), tutti i Boscimani del Kalahari vennero trasferiti altrove. Le loro case furono demolite, le scuole e le infrastrutture sanitarie smantellate e il pozzo di Mothomelo, che forniva acqua potabile a tutta la riserva, venne chiuso. I Boscimani, minacciati e deportati in insediamenti di nuova costruzione, senza la possibilità di cacciare per procurasi il cibo e costretti a dipendere dalle sovvenzioni governative, diventarono facili prede di alcolismo, depressione e malattie quali tubercolosi e AIDS. Tuttavia, ebbero la forza di organizzarsi e di trascinare il governo del Botswana in tribunale, ottenendo nel 2006 il primo verdetto storico: la Corte Suprema qualificò illegale e anticostituzionale il loro trasferimento e riconobbe il loro diritto a ritornare nei territori ancestrali. Nonostante la sentenza favorevole, il governo del Botswana ha, di fatto, reso quasi impossibile il ritorno dei Boscimani nella CKGR, negando loro il permesso di cacciare (con lo scopo di proteggere la fauna selvatica) e arrestando coloro che cacciavano per poter sfamare le famiglie. Il governo ha vietato ai Boscimani anche di allevare bestiame nella riserva e di riaprire il pozzo di Mothelo, anche quando questi ultimi si sono offerti di ripristinarlo a proprie spese. Lo stesso governo, però, ha realizzato nuovi pozzi per l’abbeveraggio della fauna selvatica grazie alle sovvenzioni della Tiffany&Co. ed ha autorizzato la società Wilderness Safaris - nel cui consiglio di amministrazione pare siedano il nipote e l’avvocato personale del Presidente Khama - ad aprire un lodge turistico proprio nella CKGR. E così, mentre ai Boscimani veniva negata l’acqua potabile e mentre 30.000 persone firmavano una petizione per chiedere alla Wilderness Safaris di togliere il lodge dalla terra dei Boscimani, al lussuoso 'Kalahari Plains Camp' veniva concessa anche la piscina. Nonostante le continue vessazioni, un migliaio di Boscimani è tornato a vivere nelle loro terre ancestrali, sopravvivendo grazie all’acqua piovana, ai meloni e ad alcuni tuberi, e affrontando ogni giorno lunghi e faticosi viaggi a piedi fuori della riserva per reperire acqua potabile. Nel 2010, proprio pochi giorni prima che l’ONU dichiarasse l’accesso all’acqua potabile un 'diritto umano universale', il ricorso dei Boscimani contro la chiusura del pozzo di Mothelo è stato respinto. Per questo motivo, il Botswana è stato pubblicamente ripreso sia dalla Commissione Africana per i diritti dell'uomo e dei popoli sia dall’ONU, per aver negato ai Boscimani il 'diritto alla vita', lasciandoli in condizioni terribili e pericolose per la salute a causa della mancanza di acqua potabile. A questo punto, i Boscimani non si sono persi d'animo e, memori della vittoria del 2006, hanno deciso di rivolgersi alla Corte d’Appello, ottenendo la seconda sentenza a loro favorevole. Eppure si tratta di una vittoria parziale, poiché, senza neppure aspettare la sentenza della Corte d’Appello, il 18 gennaio 2011 il governo del Botswana aveva già concesso alla Gem Diamonds lo sfruttamento dell’ingente giacimento diamantifero di Gope. Inoltre, il governo aveva autorizzato la Gem Diamonds ad utilizzare tutta l’acqua di cui avrà bisogno, ma le aveva altresì vietato di fornire acqua ai Boscimani. La Gem Diamonds sostiene che le popolazioni indigene sono favorevoli all’apertura della miniera, mentre in realtà queste ultime non hanno ancora ottenuto una consulenza indipendente sul futuro impatto ambientale. Stephen Corry di Survival International ha dichiarato in proposito che “l'affermazione della Gem Diamonds che i Boscimani avrebbero dato il loro consenso alla miniera, sarebbe ridicola, se non fosse tragica. Come possono persone alle quali è stato negato l’accesso l'acqua per costringerli a lasciare la riserva, essere nella posizione di dare il proprio consenso libero ed informato? Soprattutto quando nessuno, a parte la Gem Diamonds e il governo, ha spiegato loro quale impatto avrà sul loro stile di vita questa enorme miniera?” Sia i Boscimani che Survival International sostengono da sempre che le popolazioni indigene vengono discriminate e perseguitate per far posto alle miniere di diamanti e che la politica governativa è di intimidire i Boscimani, per farli restare nei nuovi territori e per rendere la vita impossibile a coloro che decidono tornare nelle loro terre. Un portavoce dei Boscimani ha dichiarato: “Questa è la prova definitiva che la scusa del governo di non farci vivere nella CKGR per proteggere la fauna selvatica è solo una bugia. Chi danneggerà la fauna selvatica? Le popolazioni che hanno vissuto qui per migliaia di anni oppure una miniera da 3 miliardi di dollari, che porterà con sé strade, linee elettriche, migliaia di tonnellate di rifiuti e centinaia di persone che andranno avanti e indietro?”.

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