Sono diverse le città del mondo in cui capita ancora di incontrare per strada le 'botticelle', carrozze trainate da cavalli stanchi e depressi che accompagnano i turisti alla scoperta delle bellezze metropolitane. Roma ne è un esempio, qui lo scorso anno il Comune ha annunciato la realizzazione di carrozze elettriche per sostituire le vecchie a traino. Nonostante l'indignazione di animalisti e cittadini, però, tutto resta com'era.
Le carrozze turistiche con i cavalli sono un’attrazione che ancora oggi permane in numerose città in tutto il mondo, tuttavia negli ultimi anni sono state oggetto di accese critiche e molti dubbi sono stati sollevati in merito all’opportunità di mantenerle ancora in vita, considerando il traffico automobilistico sempre più esasperato che caratterizza i centri storici delle grandi città del XXI secolo, proprio lì dove i cavalli vengono fatti lavorare.
Chiediamoci cosa possa significare per un cavallo trainare una carrozza, dalla mattina fino alla sera tardi, sotto quel sole che arroventa le strade in estate o quella pioggerellina invernale che le rende scivolose, portando un carico di 800-900 Kg. Sono ex trottatori, a volte nemmeno più giovanissimi, costretti a lavorare, fino alla fine dei loro giorni, nel traffico caotico di una grande città, nella congestione delle strade più centrali, dove ogni rumore, ogni movimento improvviso, rappresenta per loro fonte di enorme stress.
Li vediamo arrancare faticosamente sulla pavimentazione sconnessa delle stradine del centro e basta un’inezia per farli innervosire, tesi come sono; spaventati da un motorino o da una sirena che sfreccia improvvisa, si imbizzarriscono, inciampano e cadono in terra. E poi...si sa, il destino dei cavalli in questi casi è segnato.
Stiamo parlando di loro, dei cavalli delle 'botticelle' e il luogo dello scempio è la nostra amata capitale, Roma. Una città che ha già non poche criticità in quanto a circolazione e sicurezza stradale, servizi, decoro urbano, senso civico, traffico, vivibilità. In un panorama simile si collocano le botticelle, un servizio turistico obsoleto ma che ci si ostina, per gli interessi di una ristrettissima categoria e la complicità di un’amministrazione inconcludente, a voler mantenere in vita a dispetto del senso civico di tutti quei romani che vorrebbero poter dire di vivere in una città che rispetta gli animali, e non che li sfrutta in modo vergognoso.
L’opinione pubblica si chiede inoltre, senza aver trovato fino ad oggi una risposta soddisfacente, quale sia il motivo per il quale alla categoria dei vetturini sia concesso lucrare, per di più sulla pelle di animali senza colpa, senza che vi sia per loro, come per gli altri cittadini, alcun obbligo di attenersi ad un preziario prestabilito né quello di fatturazione dei cospicui guadagni giornalieri. Come noto le tariffe applicate sono a dir poco selvagge, subiscono cioè oscillazioni da capogiro, per una stessa identica corsa, a seconda che il cliente sia un romano piuttosto che un giapponese o un americano.
Come ha denunciato la trasmissione Le Iene qualche settimana fa non vi è limite alla sfrontatezza dei vetturini, che con la massima disinvoltura arrivano a chiedere cifre impensabili agli sprovveduti turisti: 600 euro per una passeggiata in carrozza di due ore! Mentre per il romano la tariffa sarebbe stata 120 europer la stessa tratta. Ovviamente senza lo straccio di una fattura, questo in entrambi i casi…
Un‘indignazione dunque che accomuna non solo i cosiddetti 'animalisti', ma anche una più ampia categoria di cittadini che avvertono nella difesa e nel mantenimento di una tale istituzione (le botticelle sono infatti un servizio comunale) un atto di ingiustizia e poca considerazione, da parte del sindaco di Roma, di tutti coloro che onestamente lavorano e dichiarano il proprio reddito assolvendo regolarmente ai propri obblighi fiscali. L’amministrazione comunale ha difeso, in moltissime occasioni e poi nel luglio 2009, in sede di delibera sul riordino complessivo dell’attività delle carrozze, il regime di anarchia fiscale nel quale vivono e 'sguazzano' i vetturini.
Infatti in quella sede venne respinto, favorendo di fatto la continuazione dello stato di illegalità, un emendamento che chiedeva proprio l’introduzione di un preziario e l’obbligo di fatturazione per i vetturini. Un fatto grave di cui l’amministrazione deve assumersi tutta la responsabilità non solo nei confronti dei turisti, stranieri e italiani, ma anche dei romani. È evidente infatti che l’assenza di tariffe trasparenti danneggia fortemente la nostra città, lasciando un’immagine tutt’altro che piacevole al turista. Proprio il giorno successivo all’annuncio del servizio delle Iene l’Assessore ai Trasporti annunciò una proposta di delibera volta a mettere un tassametro alle botticelle, per il controllo delle tariffe; tuttavia la coincidenza temporale di una tale proposta con la denuncia delle Iene è quantomeno sospetta ed è lecito chiedersi se non sia stato solo un modo per mettere a tacere sul nascere l’indignazione generale.
La mancanza di informazione sull’argomento, emerso drammaticamente solo negli ultimi anni in seguito agli incidenti che hanno visto morire due cavalli e alle campagne delle associazioni animaliste, ha contribuito in passato ad una generale tolleranza, benché già in molti ritenessero le botticelle un’attività discutibile. Ora però le cose stanno cambiando e si percepisce un profondo mutamento della sensibilità comune, grazie anche al riscontro mediatico che hanno avuto alcuni recenti episodi. Il 7 settembre scorso un vetturino aggredì una ragazza che gli aveva semplicemente chiesto se il cavallo non soffrisse per una veletta che gli era stata messa sugli occhi.
Il conducente reagì subito in maniera violenta e arrogante insultandola e, non contento, scese dalla carrozza picchiandola ripetutamente. La vittima venne immediatamente ricoverata e riportò un trauma cranico. Alcuni giorni dopo una turista, impietosita dalla condizione dei cavalli delle carrozze, tentò di sganciare i finimenti di uno di loro per liberarlo dal suo stato di schiavitù. Un anno fa alcuni vetturini insultarono una volontaria che stava distribuendo dei volantini informativi sulle botticelle, arrivando a minacciarla di morte, per di più in presenza dei vigili urbani. Sono invece quotidiane, e ripetute, le infrazioni al regolamento: per non rinunciare all’introito i vetturini non esitano a far lavorare i cavalli nell’orario vietato o a caricare un numero di passeggeri eccessivo.
Le botticelle non hanno un futuro a Roma, dove il traffico, già insostenibile, continuerà ad aumentare, e sarebbe cosa saggia se i provvedimenti per la dismissione delle carrozze con i cavalli e la loro sostituzione con veicoli elettrici, più funzionali e anche meno cari per il turista, venissero avviati quanto prima dall’amministrazione. È trascorso un anno da quando, nell’ottobre 2009, il Comune approvava con una memoria di giunta lo stanziamento di circa 550.000 € per la realizzazione di una prima flotta di 10 'botticelle elettriche'. Ad oggi non vi è traccia delle annunciate carrozze elettriche e il rischio che un cavallo muoia, come successe a Birillo e Legoli nel 2008 è sempre reale.
Roma può vantare ben altre attrazioni, ad alto contenuto artistico storico e architettonico; "Roma non ha bisogno delle botticelle", così si pronunciò lo stesso Ministro del Turismo Vittoria Brambilla, facendo ripetuti appelli al sindaco Alemanno affinché convertisse le botticelle ad altro mezzo equivalente, salvaguardando in questo modo sia i turisti, sia il benessere degli animali, sia gli stessi interessi dei vetturini che si troverebbero a condurre una carrozza elettrica anziché una con un cavallo. Dopotutto, quale sarebbe la differenza?
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